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ECO-Bacheca dell'11 settembre 2025

  11/09/2025

Di Redazione

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RICORDATO NELL'170mo DELLA NASCITA

ARCANGELO GHISLERI  nato 5 settembre 1855 a Persico Dosimo, morto a Bergamo il 19 agosto 1938

La rievocazione della figura é avvenuta venerdì 5 settembre presso la Cascina Sant'Alberto di Persichello con un intervento dello storico Fabrizio Superti (per molti anni consigliere, Assessore, Sindaco del Comune che diede i natali  all'illustre concittadino, studio e pensatore a tutto tondo). E con il tradizionale gesto della posa di una corona d'alloro.
Arcangelo Ghisleri nasce il 5 settembre 1855 a Persico, in provincia di Cremona. Sin da giovane si impegna in una intensa attività giornalistica, che durerà fin quando il fascismo porrà fine a ogni libertà di stampa. Sono varie le pubblicazioni a da lui fondate: La rivista repubblicana, Cuore e critica, L'educazione politica, importanti per la messa a punto di una ideologia di scuola repubblicana.
Nel 1881 è impiegato in una società di esportazioni milanese; nel 1884 passa all'insegnamento presso un liceo in Basilicata. Nel 1888 lo troviamo a Bergamo, ancora insegnante. E' da questo momento che inizia la sua attività di cartografo, che gli ha dato nome in Italia, anche al di là dell'attività di politico.
Dal 1895 il repubblicanesimo aveva assunto volto di partito; Ghisleri diede un contributo fondamentale di indirizzo, dimostrando un attaccamento al partito assolutamente straordinario: "Questo nostro partito che io amo più dei miei figli", ebbe a scrivere nel 1903. Riguardo al fascismo, ebbe a riconoscervi una sorta di "marca plutocratica". Scriveva a Giovanni Conti all'indomani del 28 ottobre 1922: "Il colpo di Stato vero l'hanno fatto i pescicani dell'alta banca e i filibustieri delle industrie parassitarie. Richiamate l'attenzione del pubblico sulla vera essenza del governo attuale come dominio della plutocrazia, di cui gli attuali ministri non sono che strumenti e servitori zelanti".
In realtà Ghisleri non fu un ideologo sistematico; una sistematizzazione del suo pensiero è soprattutto opera di Giovanni Conti. Ghisleri contesta la teoria marxista, che considerava straniera all'Italia, ma soprattutto limitata al dato economico, alla cosiddetta "formuletta unica". Come ebbe a scrivere: "Noi vediamo quello che vedono i marxisti, ed anche quello che essi trascurano di vedere".
Il conflitto con i socialisti e i marxisti si accentua in Ghisleri quando si passa al principio istituzionale: se per l'ideologia marxista ogni forma politica è una sovrastruttura, per il pensiero repubblicano la Repubblica è cosa di tutti, il suo governo è formato dal convergere delle comuni volontà. "E' di volgare evidenza che la repubblica democratica qual è da noi concepita non deve essere un'arma offerta agli interessi di un ceto contro altri ceti".
In economia ebbe una visione "federale". Riteneva il sistema federale capace di "triplicare la produzione rimovendo i mille impacci della tutela e della diffidenza attuali, sostituendo con le autonomie la competenza dei direttamente interessati, agli imbrogli, ai ritardi e all'incompetenza degli alti papaveri dell'accentramento".

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E' un programma davvero ricco di appuntamenti quello che caratterizza la Settimana europea della mobilità in programma a Cremona e per il quale è stato scelto il titolo Tutta un'altra strada. Finalità e calendario delle varie iniziative, che si protrarranno oltre il termine della Settimana (16-22 settembre), sono state illustrate nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella Sala della Consulta di Palazzo Comunale. Attraverso un percorso iniziato per tempo la scorsa primavera, si ériusciti a costruire un calendario che contiene significativi momenti di aggregazione, ma anche culturali in senso ampio, volti a fare riflettere la cittadinanza sulla possibilità di vivere in modo diverso il nostro ambiente urbano. Il programma di Tutta un'altra strada rappresenta, come è stato sottolineato, un primo passo per realizzare un calendario di varie attività principali durante la settimana (16-22 settembre), integrate da eventi prima e dopo per estendere il dibattito sulla mobilità oltre il periodo anche per non intasare quella settimana; garantire una programmazione flessibile, tenendo conto del denso calendario di eventi cittadini nel mese di settembre; ampliare il focus tematico oltre la ciclabilità, includendo e valorizzando la pedonalità, l'accessibilità e l'intermodalità.

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segnalazioni settembre ottobre 2025

innanzitutto vi confermiamo il viaggio del 28 settembre a Sassuolo e Castello di Spezzano che ha incontrato l'interesse dei nostri soci e di alcuni aggregati.

Vi segnaliamo un appuntamento gratuito presso la nostra Pinacoteca, il 19 settembre per ammirare i nuovi arrivi.

Trasmettiamo la locandina della tradizionale rassegna SOSPIRO A TEATRO che si svolgerà nel mese di Ottobre. Un cordiale saluto

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DA SERGNANO UN GESTO CONCRETO DI MEMORIA STORICA NEL RICORDO DI GIACOMO MATTEOTTI (un anno dopo il centenario

ps, ringraziamo per la notizia e per il ricco corredo fotografico Paolo Balzari, infaticabile animatore della testimonianza dell'ANPI del Cremasco.  Al quale dobbiamo anche il materiale che ci consente di postare il reportage sulla visita dei luoghi turatiani

Cari compagni ieri grazie ad un amico che ha svolto il compito di Segretario comunale a CANZO,paese che ha dato i natali a Filippo Turati, accompagnato dalla vicesindaco e un assessore ho visitato la casa natale il parco a lui dedicato e apertura straordinaria il Teatro Sociale (un gioiellino). Un accoglienza di grande cordialità e la disponibilità ad ospitare iniziative di omaggio, memoria del loro illustre cittadino"maestro del socialismo italiano".

Di nostro aggiungiamo, en passant e a beneficio degli smemorelli, che il destinatario delle attenzioni della visita al luogo natale, fu per un non breve periodo cittadino cremonese acquisito. Filippo Turati avrebbe, come tutti i figli di alti dirigenti statali, vissuto nelle città di destinazione di espletamento dell'ufficio e di carriera. Il padre Pietro, fu, come annota Wikipedia, un alto funzionario statale di idee conservatrici e alto borghesi. Il giovane Filippo, appunto, nacque e visse i suoi primi anni a Canzo, una piccola cittadina vicino a Como. Canzo era descritta all'epoca come «fuor di dubbio, una delle più ricche, svegliate e patriottiche fra le grosse borgate del contado lombardo» e i suoi abitanti come dotati di «quel criterio politico, che, sgraziatamente, non si trova con troppa frequenza negli altri grossi centri della campagna lombarda».Di questo paese Turati dirà più tardi: «lui m'arrise umano e sempre uguale», come continua ad annotare Wikipedia, aggiungendo anche però: “Studiò quindi al liceo classico Ugo Foscolo di Pavia e sin da giovanissimo collaborò con delle riviste d'orientamento democratico e radicale. Frequenta poi stagionalmente l'università di Bologna, per laurearsi in giurisprudenza e diventare avvocato nel 1877, ritornando però regolarmente nel suo paese natale, dove si dedicava anche all'approfondimento letterario. Su tutto il resto conclusivo tutto bene. A noi risulta, però, senza escludere la circostanza relativa agli studi liceali inizialmente intrapresi a Pavia, che il giovane Filippo fu studente del cremonesissimo liceo classico Daniele Manin, compagno del coetaneo Leonida Bissolati. Con cui completerà l'excursus degli studi, appunto, all'ateneo felsineo.

Ma l'incrocio tra i due studenti non riguarderà solo il percorso scolastico. Li unirà, infatti, una forte convergenza di ideali civili e politici, suscettibile di proiettare la loro comune testimonianza ai più alti livelli di contributo al rinnovamento politico e sociale. Sarebbero, infatti, stati i formulatori del progetto teorico e dottrinario con cui la sinistra, in quella fine del diciannovesimo secolo, avrebbe formulato la propria strategia di rinnovamento della società italiana nel segno, soprattutto, dell'emancipazione civile, del riscatto, della giustizia sociale. Che, nell'agosto 1892, sarebbero sfociati nella costituzione del Partito Socialista e, per ricaduta, nella formazione del Sindacato, della Cooperazione e, come si diceva un tempo, degli organismi di massa.

I due liceali non solo non si sarebbero mai persi di vista; ma praticamente avrebbero consegnato il loro futuro esistenziale ad una forte comunanza di ideali e di testimonianza, soprattutto di rilevante coesione umana. Sul piano politico, a prescindere da qualche caratterizzazione tematica, come le pulsioni colonialiste in Libia e gli slanci risorgimentali del primo conflitto mondiale (non esattamente quisquiglie), la dorsale ispiratrice si contraddistinse per forte coesione su grandi temi ispiratori. Come il radicamento nel riformismo e nell'ispirazione liberalprogressista. Si può, senza tema di smentita, che questi due liceali cremonesi furono inequivocabilmente i padri fondatori del socialismo italiano. Su una questione, soprattutto, che è da tempo sfuggita dal radar e dal quadrante della testimonianza progressista. Ci riferiamo al “municipalismo” (a quei tempi aggettivato “socialista”, in rapporto  alla ispirazione strumentale concepita come progressione dal basso per la costruzione di una società socialista). Si può ben dire che la formula strategica fu, oltre che teorizzata, soprattutto sperimentata nella lombardia socialista degli apostoli della seconda decade del 900. In particolare ad opera dei primi sindaci delle “giunte rosse” scaturite dal consenso della tornata della tarda primavera del 1914. A Cremona Con gli eletti  a Cremona Attilio Botti e a Milano Emilio Caldara (di origini soresinesi).

Il “municipalismo” (al di là del profilo strategico di costruzione gradualista del socialismo) avrebbe dato il meglio di sé sul terreno pratico, influenzando positivamente la progressione emancipatrice della modernizzazione del Paese facendo leva sui perni della gestione istituzionale amministrativa del territorio, in particolare dell'unità di base che sono i Comuni.

Al di là delle legittime caratterizzazioni di pensiero, tutto si può dire tranne che il “municipalismo” non abbia costituito per tutto il 20mo secolo (con la parentesi del Ventennio e con il testacoda della seconda repubblica) l'innesco di una feconda progressione modernizzatrice e equitativa, dal punto di vista dei diritti civili e sociali.

Di tutto ciò, almeno di tanto in tanto, bisognerebbe avere consapevolezza e ricordo.  Che abbiamo voluto “rinfrescare”, partendo dal reportage del compagno Paolo Balzari cui rivolgiamo un sentito apprezzamento per l'iniziativa della visita ai luoghi turatiani e un ringraziamento per l'assist che ci ha offerto per rivisitare il profilo ed il contributo dei padri fondatori della sinistra italiana.

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