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Ottantesimo /2

Con chiosa sulla “sobrietà”

  25/04/2025

Di Redazione

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Dedicato al Ministro della “sobrietà”

Ecco confermata ed ampliata la ricca locandina degli eventi celebrativi dell'80° della Liberazione.

Ok… forse un po' alla rinfusa, conseguenza modale delle nostre persistenti difficoltà tecnico-editoriali e forse anche di quelle di tenere botta al traffico degli inputs che si è infittito negli ultimissimi giorni, forniamo con questa locandina (ripetiamo, raffazzonata) un quadro generale delle iniziative programmate per questa cruciale ricorrenza dell'80° della Liberazione.

Nel successo delle quali abbiamo, come ogni anno, investito in termini di approfondimento e di divulgazione storica ed in termini di diffusione del programma celebrativo.

Ancor prima di entrare nella specificità del calendario, diciamo (consapevoli e compiaciuti nei confronti della tendenza) che, diversamente dalle precedenti decadi caratterizzate dall'accompagnamento dei partiti e dei movimenti di massa, assistiamo ad un quadro testimoniante dalle dimensioni e dai profili qualitativi inaspettatamente non inferiori al passato.

Insomma, alla scomparsa dei grandi movimenti di massa, spariti o enormemente ridimensionati, da tempo sta supplendo una grande forza di mobilitazione che affonda i propri perni nell'enorme ricchezza civile che è rappresentata dai Comuni, dall'associazionismo locale, dalle organizzazioni partigiane. Abbiamo percepito tale evidenza in precedenti ricorrenze (come il 100rio di Matteotti), la cui celebrazione, non potendo contare su una “regia” strutturata, si è avvalsa del medesimo meccanismo di cui sopra.

Vero che lo scenario della vigilia di questo 80° non era stato ancora fagocitato dal fatto nuovo dell'irruzione del monito alla “sobrietà”. Ma i dati che ci giungano fanno realisticamente presentire una performance della ricorrenza congrua, per comun denominatore di ispirazione idealistica e per qualità degli eventi, all'eccezionalità dell'anniversario.

Che, ultimo ma non ultimo, cade per la prima volta a ridosso di un “lutto” importante e della congiuntura di un governo in carica discontinuo (in termini di coerente e chiara aderenza e testimonianza dell'antifascismo) rispetto al passato.

Se avessimo lanciato una scommessa a proposito di decifrazione delle dinamiche concrete attraverso cui la maggioranza parlamentare sarebbe riuscita o avrebbe tentato di dribblare il rovello rappresentato dall'impresa di essere ad un tempo un governo della Repubblica, scaturita dalla Liberazione, pur non disfacendosi del bagaglio nostalgico trasfuso nella testimonianza revisionista, difficilmente ne saremmo venuti a capo. Se non sub liminalmente ricorrendo alle liturgie celebrative, scandite dai soliti insinceri omaggi ai simulacri. Le Fosse Ardeatine, visitate ed omaggiate dal junior partner “moderato”. L'Altare del Patria infiorata dal Capo del Governo. Le location parlamentari ossequiate da una Presidenza, che si tiene ben stretto, nell'intimità domestica, il busto del Duce.

Ma, si sa, così va il mondo, quando, su un profilo assolutamente cruciale come la derivazione della legittimità repubblicana dall'investitura della Liberazione, ci si destreggia con un colpo al cerchio ed un colpo alla botte.

Provvidenzialmente, nell'immediata vigilia, sta venendo in soccorso l'indotto che si spera di poter trarre dalla gestione di un luttuoso evento.

Mi vi rendete...il titolare della Protezione Civile (neanche degli Interni) dice che "i festeggiamenti del 25 aprile saranno consentiti con la dovuta sobrietà". Un editto la cui grammatica claudica (relativamente al portamento della sobrietà), anche se è inequivocabile il segnalatore della progressione del nesso (sempre lasciato sospeso) tra il profilo del nuovo corso governativo (prerogativa di una destra non esattamente esplicita sul terreno pratico della applicazione dei suoi markers) e la transizione concreta all'applicazione dei negazionismi/revisionismi impliciti nel bagagliaio dei vincitori. Adesso l'antifascio/scettico (di governo) si è fatto esplicito e pretende di determinare il format della celebrazione dell'accadimento principe (insieme al 2 giugno) che è la scaturigine della Repubblica. Se non fosse così, ci troveremmo di fronte non al paventato scivolamento del piano rimasto inclinato tra l'implicito portato teorico identitario e della riserva di far vedere le carte nei tempi e nei modi opportuni, bensì ad un caso in cui ad uno sprovveduto cui è scappata la riserva. In ogni caso, figurarsi se ci faremmo impudentemente richiamare dal Ministro alle esondazioni (raramente ben prevenute e adeguatamente fronteggiate) ad improntare l'esercizio delle prerogative celebrative affinché "non ci siano degenerazioni, scontri, toni violenti.”

Nel caso, non improbabile, la scivolata fosse dovuta ad un combinato disposto tra sprovvedutezza nell'esercizio di (elementari) compiti di gestione ministeriale e un furbesco tentativo di dire e non dire, il tono della nostra risposta non dovrebbe essere molto differente.

Lo affermiamo nella piena consapevolezza del rischio di essere intruppati, con questa nostra esternazione, nella comitiva degli abituati ad infiltrare il significato ideale e morale dell'antifascismo sul lato opposto.

È per questo motivo che abbiamo fatto della locandina del vertice nazionale dell'ANPI (con cui siamo sovente in dissenso) il segmento sollecitatore di una rinnovata mobilitazione.

Non saremo (noi personalmente) nella condizione di partecipare fisicamente a tutti gli eventi.

Per questo abbiamo optato per la presenza all'importante evento di rivisitazione della figura del partigiano matteottino di Bonemerse (di cui scriveremo nei prossimi giorni). Saremo anche, nella mattinata di domenica 27 a Pizzighettone, per la deposizione di “una pietra” (rifiutata dal Sindaco) nel reclusorio da cui partirono 81 anni fa 500 reclusi destinati all'internamento e per la “biciclettata” che raggiungerà il Cippo di Tencara dove furono fucilati Dognini e Fassolo, i primi due ventenni caduti della Brigata Matteottina dell'Adda (guidata dal figlio di Attilio Boldori).

Per il resto, in ciò in parte compiacendo (ma non intenzionalmente) il Ministro Musumeci, non parteciperemo a balli e gozzoviglie. Resteremo alla stanga a completare, insieme alle Associazioni

Partigiane, all'artista Bertoldi, all'editore Cacciatori, il lavoro preparatorio dell'editing del Saggio Storico di Emilio Zanoni del 1955 (nella decima ricorrenza del 25 aprile) intitolato IL MOVIMENTO CREMONESE DI LIBERAZIONE NEL SECONDO RISORGIMENTO.

Per il quale si è attivato un “tavolo” molto coeso ed operativo. Del che forniamo riscontro fotografico (dell'ultimo incontro di ieri).

Sinteticamente ci sentiamo di anticipare che il testo originale (anche grazie Giuseppe Azzoni) è stato recuperato, digitalizzato e revisionato. In tale veste verrà postato a fine maggio su L'Eco del Popolo. Mentre la versione cartacea, resa disponibile a fine maggio a cura di Cremona Book, incardinerà un ricco calendario (basato presso il Teatro Filodrammatici) di eventi di approfondimento storico-culturale ed artistici.

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