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Lettere all'ECO /55

  16/04/2025

Di Redazione

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Focus Sanità

In allegato una lettera aperta invitata questa mattina al Direttore Generale dell'Asst di Cremona Dr Ezio Belleri.

Il percorso informativo che il DG ha intrapreso non può che concludersi, come da lui stesso più volte ha dichiarato, con una assemblea che chiami a raccolta tutti i i cittadini di Cremona e dei paesi dell'Asst. La sua scelta, la scelta dei politici e dei dirigenti sanitari locali e regionali, per essere legittimata, oltre che dalla scelta politica, deve anche essere condivisa  dalla base dei fruitori dell'Ospedale. 

Una consultazione popolare non può che giovare a tutti. Se dovesse essere negativa per la costruzione del nuovo ospedale i decisori politici si assumeranno la responsabilità della loro decisione. Se dovesse essere positiva crediamo che l'impegno ad operare ancor meglio nella costruzione del nuovo ospedale aumenterà a vantaggio di tutti.

Enrico Gnocchi, sostenitore del "movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona"
Enrico Gnocchi, sostenitore del "movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona"

Oggetto: Richiesta di presentazione delle istanze del “movimento” all'assemblea pubblica cittadina che verrà organizzata dall'Asst di Cremona per illustrare il nuovo ospedale; organizzare una consultazione consultiva popolare per verificare se il nuovo ospedale èaccettato dai cremonesi.

Alla cortese attenzione del Direttore Generale Dott. Ezio Belleri ASST di Cremona.

Dalla sua nomina al vertice dell'Asst di Cremona nel gennaio 2024 il percorso di elaborazione e condivisione del progetto dell'Arch. Cucinella con i responsabili e i dipendenti dell'Asst di Cremona si è velocemente concluso con sei incontri (workshop) nei primi mesi del 2024.

Più volte nelle sue dichiarazioni pubbliche alla stampa e nelle TV locali ha illustrato ai cremonesi come sarà il nuovo ospedale e si è sempre detto disponibile a dialogare con il territorio. Prova ne è l'incontro del suo gruppo dirigente e dell'Arch. Mario Cucinella avvenuto nel maggio dello scorso anno con studenti di 13 anni della scuola media Virgilio.

Dagli incontri con gli operatori sanitari, così lei ha dichiarato, sono scaturiti suggerimenti che hanno ricollocato nei piani alcune funzioni sanitarie, con un accorpamento dalle originarie 8 macro-aree a 5 macro-aree, una riduzione dei piani dell'edificio da 9 a 7 e con un numero inferiore di 150 posti letto rispetto al progetto vincitore dell'arch. Cucinella presentato il 30 novembre 2023.

La condivisione del progetto è stata da lei presentata ai capigruppo del consiglio comunale in una riunione nel “salone dei quadri” in Comune.

Un secondo incontro è poi stato dedicato ai sanitari ospedalieri e allo staff per spiegare l'organizzazione del nuovo ospedale.

Un terzo incontro l'ha dedicato alle associazioni del “terzo settore”.

In una sua intervista televisiva del 5 marzo scorso ha elencato la nuova organizzazione del progetto Cucinella e ha assicurato che “nelle prossime settimane è prevista una giornata di studio aperta alla città e la pubblicazione in rete dei materiali”

Nel suo ultimo incontro del 10 marzo nell'aula magna dell'Ospedale, durante la conferenza dei sindaci convocata dal sindaco di Cremona Andrea Virgilio, ha illustrato nuovamente il progetto ed ha risposto alle domande di alcuni sindaci, in particolare ha confermato per tre volte in quella sede che l'eventuale aumento dei costi, o superamento del budget disponibile di 250 milioni, non sarà mai finanziato da privati con la formula “project financing”, pratica nefasta per la comunità e assai ricorrente in Italia per la costruzione di nuovi ospedali.

Nei suoi incontri ha particolarmente voluto verificare quanto i convenuti fossero soddisfatti da quanto emerso dalle sue informazioni e, escludendo i ragazzini di 13 anni che hanno esultato per la presentazione, forse non consapevoli appieno di che cosa si stesse veramente parlando, agli altri gruppi è stato presentato un questionario per valutare quanto fossero rimasti convinti della presentazione e del progetto.

Per i sindaci convenuti all'incontro, è stata data una valutazione positiva all'unanimità … non essendoci stato un solo intervento contrario.

In considerazione di quanto detto riteniamo sia importante una nostra proposta che vuole estendere a tutti gli abitanti dell'Asst una doverosa verifica di quanto sta accadendo nel nostro territorio.

Le affermazioni da lei e dal suo predecessore ripetutamente fatte sostengono che i cremonesi sono favorevoli ad un nuovo ospedale e che hanno accolto stupefatti e felici il progetto vincitore.

A nostro parere hanno necessità di essere verificate.

Chiediamo che quanto prima nel mese di maggio lei organizzi un incontro con i cittadini dell'Asst di Cremona e che accanto alla presentazione del progetto del nuovo ospedale sia dato spazio alla presentazione della nostra proposta alternativa di riqualificare l'attuale Ospedale. Siamo certi che il dibattito sarà fruttuoso per entrambi le parti e sarà il segno che il percorso informativo da lei intrapreso giunga a buon fine senza escludere nessuno.

Anche l'incontro “plenario” con i cittadini cremonesi ha necessità di essere verificato.

Non essendo possibile organizzare un referendum consultivo come è previsto dalla normativa dei comuni capoluoghi, in quanto le persone coinvolte sono 163.000 sparse in più di 50 comuni dell'Asst di Cremona, proponiamo una verifica della condivisione del progetto del nuovo ospedale utilizzando procedure simili a sondaggi elettorali, commerciali, o altri test simili già attuati anche in grandi città, dove vengono interpellati casualmente sul territorio un numero significativo di persone con una valenza statistica dei risultati molto prossima al 100% come si ottiene con un referendum classico.

Confidando in una sua risposta positiva alle nostre due proposte siamo da subito disponibili ad un incontro per parlare dei dettagli procedurali. Come lei sicuramente sa i costi per un referendum/consultazione come da noi proposto sono di poche migliaia di euro.

Grazie per la sua attenzione alle nostre istanze

Il movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona. 12 aprile 2025.

Prosegue imperterrita la strategia dei “poteri” in materia sia di sviamento delle consapevolezze dell'opinione pubblica in materia di responsabilità di quello che è ormai il collasso della sanità pubblica nel territorio sia di definizione di una credibile resilienza nelle strategie politiche e gestionali di un comparto (quello del welfare) che in Lombardia appare sempre più avvitato su se stesso, nell'incapacità e o non volontà di recuperare quelle consapevolezze etiche, basiche per la sua stessa priorità.

A dimostrazione della permanenza delle ostilità del sistema politico, sempre più abbarbicato all'autoreferenzialità e al leaderismo delle polarità, l'intero ceto dirigente si dimostra incapace di delineare le ragioni di visioni e strategie convergenti verso il superiore interesse comunitario.

Ognuno, nella competente sede istituzionale (la Regione), gioca la propria parte di investiti del ruolo di governance e di opposizione. In una logica che si esaurisce appunto nella narrazione.

Stranamente, però, ma non sul terreno del superiore interesse comunitario, le ragioni della trasversalità si ritrovano e si percorrono quando c'è da far danno.

È il caso, come denunciamo da anni, dell'embrasson nous della classe dirigente territoriale sulla coesione d'acciaio a sostegno della furbata del nuovo ospedale.

I motivi dell'opposizione, dimostrata da una campagna di cittadinanza attiva fatta di 7000 firme e da un'incessante testimonianza di denuncia e di controproposta, risiedono nella logica e in questi numeri.

Ma paradossalmente tutto ciò non è bastato a schiodare di un millimetro il pertinace proposito che non ha adeguate basi di fattualità; se non nel proposito attendi stico e dilatorio.

Ma evidentemente contano maggiormente le pulsioni di un sistema politico istituzionale malato piuttosto che la prevalenza dell'esercizio, congruo ai minimali standards di rappresentanza del sentiment popolare, della denuncia, del confronto sui fatti, su una sintesi che ne sia rivelatrice.

A dispetto dell'impari dispiegamento delle forze in campo e del ricorso all'esercizio di procedure politiche (come le sedute sotto chiave ed impermeabili alla trasparenza) molto oltre la regolarità istituzionale e la decenza (presupposti che tutti insieme dissuaderebbero qualsiasi granitico proponimento), la lotta continua. Con in campo la Consigliera Comunale di minoranza Paola Tacchini, qualche silente mugugno in casa dem, qualche Sindaco di piccola realtà periferiche ma più avvedute e consapevoli dello stato dell'arte. Con in campo varie voci interpreti di questo sconcerto e, soprattutto, il Movimento, che non desiste. Ne è la prova il comunicato a firma del coordinatore Gnocchi. Si staglia all'orizzonte, in aggiunta all'impulso alla convergenza con Movimenti operanti in altre realtà territoriali (come Piacenza), la volontà di alzare l'asticella della contestazione e (se non fa schifo il termine) della lotta, ipotizzando l'assunzione di una iniziativa in sede di impugnazione delle premesse degli atti tecnici e finanziari presso la giustizia amministrativa. Fatto che per la sua complessità ed onerosità fa tremare i polsi. Ma, come si dice, à la guerre comme à la guerre…Per quanto appena esposto invitiamo i nostri elettori ed i cittadini avveduti a sostenere anche concretamente l'azione del Movimento.

Nell'auspicio che i segmenti differenziati nelle modalità di testimonianza si unifichino in una sola voce e in una sola entità di lotta.

Questione sicurezza

Forza Italia: chiesta convocazione Commissione Vigilanza. Sicurezza ignorata, ora il Sindaco si assuma le sue responsabilità”

Forza Italia ha sempre fatto la propria parte sul tema della sicurezza, e continuerà a farla con responsabilità, avanzando proposte concrete nelle sedi istituzionali e dando voce al malcontento dei cittadini anche nelle piazze della nostra città.

Anche su questo tema abbiamo presentato un articolato ordine del giorno (depositato dall'allora Consigliere Simi), approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale il 3 dicembre 2024, con cui la Giunta è stata impegnata ad adottare una serie di misure concrete per migliorare la sicurezza urbana.

A distanza di mesi, tuttavia, ci chiediamo: quante di quelle proposte approvate sono diventate azioni concrete da parte dell'Amministrazione comunale? A che punto è il ripristino e l'ampliamento del sistema di videosorveglianza? Qual è il progetto di ammodernamento del sistema di illuminazione pubblica e in che cosa consiste il programma pluriennale degli interventi manutentivi? Quali i sono i contenuti del progetto di completamento e revamping tecnologico dei varchi elettronici a copertura di tutte le vie di accesso della città? Quali progetti di rigenerazione urbana stanno venendo approntati dall'amministrazione? Quando verrà pubblicato il primo bando per il ripristino dell'organico della Polizia Locale? Quali alleanze con le categorie economiche sono in fase di discussione per definire proporzionati interventi di riqualificazione urbana, specialmente nel centro? Quali sono le linee di indirizzo per i progetti di prevenzione in collaborazione con le scuole e gli enti, sia istituzionali e non istituzionali, a favore della comunità giovanile cremonese?

Questi e altri quesiti intenderemo sottoporre all'attenzione dell'amministrazione comunale, in occasione della Commissione di vigilanza che abbiamo chiesto di convocare con urgenza alla Presidente Chiara Cappelletti, per una seduta dedicata al tema della sicurezza anche alla presenza dei vertici locali delle Forze dell'Ordine.

Ad oggi non abbiamo visto né un cambio di passo, né variazioni di bilancio finalizzate a finanziare interventi specifici in materia. Le ragioni sono evidenti: la sinistra cremonese ha scelto per anni una posizione ideologica che ha portato a sottovalutare allarmi evidenti, provenienti dalla società civile e dalle forze politiche.

Ricordiamo bene l'arroganza con cui il centrosinistra ha deriso chi osava sollevare il tema della sicurezza a Cremona, bollando come esagerati o emotivi i timori dei cittadini.

Oggi quella narrazione si è infranta contro una realtà ben diversa: gli episodi di violenza sono aumentati per numero e gravità, le baby gang sono una realtà che condiziona la vita quotidiana di molte persone, e il disagio percepito è diventato un dato di fatto.

Eppure, il Sindaco tenta ancora una volta di sottrarsi alle proprie responsabilità, chiedendo oggi l'aiuto delle forze del centrodestra dopo anni passati a criticare, spesso in modo pretestuoso, le politiche del governo in materia di sicurezza. E questo avviene anche quando il Pd protesta in piazza contro la conversione in legge del Decreto Sicurezza.

La collaborazione istituzionale si costruisce con il rispetto quotidiano, non solo quando fa comodo. Facile chiedere collaborazione quando si è in difficoltà, e derubricare a polemiche pretestuose le proposte e le iniziative della minoranza quando si crede di essere pienamente autosufficienti. Quando le esigenze reali dei cittadini vengono ignorate per motivi ideologici, si tradisce il proprio mandato.

Allora chiediamo coerenza: se, come sostenuto in passato, la sicurezza era solo una "percezione", perché oggi chiedere l'invio di più forze dell'ordine? Non erano proprio il Sindaco Virgilio e il Partito Democratico a dire no alla "militarizzazione" di Cremona?

È tempo di smettere con lo scaricabarile. È tempo che l'Amministrazione si assuma le sue responsabilità.

 

Andrea Carassai, Capogruppo Forza Italia a Cremona
Andrea Carassai, Capogruppo Forza Italia a Cremona

Alessandro Portesani

Per quanto non sia una missiva formalmente indirizzata alla nostra testata non possiamo non tener conto, nell'economia di una ampia analisi delle testimonianze messe in campo sulla materia negli ultimi, giorni, delle ripetute dichiarazioni del capogruppo Portesani. Il quale, riferendosi al Sindaco, che 24 ore prima aveva esternato un inedito timbro coesivo, ha così apostrofato: “Per intere settimane, prima e dopo la campagna elettorale, ha passatole sue serate a raccontare ai cremonesi che il capitolo sicurezza era solo una questione di percezione. Poi quando si è accorto che in città volavano coltellate, bottigliate, cinghiate, botte da carrettiere e che, in ogni fine settimana, incolpevoli cittadini finivano nelle stanze del pronto soccorso, ha subito riversato la responsabilità sul governo e sugli ‘irresponsabili' uomini dell'opposizione in consiglio. Ora che il re e nudo, chiede a tutti collaborazione. Ma perché non hanno ascoltato quando descrivevamo una situazione pesante? Ora e molto comodo far portare la croce al governo per i presunti problemi della carenza d'organico delle forze di polizia, a chi presiede i gazebo e all'opposizione per aver evidenziato la palese insicurezza. La verità e semplice: governare una città significa avere il coraggio di fare la propria parte senza nascondersi dietro alibi e rivendicare con orgoglio i propri interlocutori istituzionali senza giocare a scaricabarile. Significa assumersi ogni giorno la responsabilità di governare i problemi, non di rincorrerli. Io sono pronto, da sempre, a sostenere qualsiasi iniziativa seria per garantire più sicurezza, ma non prendo lezioni da chi ha passato anni a banalizzare il problema accusando chi lo denunciava di alimentare paure. La sicurezza e una responsabilità quotidiana, che chi governa dovrebbe avere il coraggio di assumersi. E nel caso del sindaco non e solo politica o morale, ma prima di tutto assumersi. E nel caso del sindaco non è solo politica o morale, ma prima di tutto istituzionale e giuridica».

Già i nodi... e il proverbiale pettine

Portesani accusa il Sindaco (l'attuale e, se fosse permesso, anche ex aequo il predecessore e la sua assessora della consiliatura alla partita) di aver catalogato (in condizioni esattamente controfattuali) il capitolo sicurezza come questione meramente percepita. Quando, si ripete, le consolidate e progressive evidenze dimostravano (dalle performances del Csa Dordoni a seguire) esattamente il contrario. Se è pur vero che l'ordine pubblico costituisce attribuzione ministeriale, dovrebbe valere la regola meramente comportamentale dell'impulso della popolazione che, di fronte alle carenze dello Stato, tende a rivolgersi al "citofono" a più diretto contatto. Che è appunto il Comune. Il quale, tirato per la giacca, in parte, come si è premesso, inappropriatamente, dovrebbe o avrebbe dovuto assolvere a tale ruolo di prossimità e di moral senior partner in una superiore visione di aderenza alla realtà e al bene comune. Esattamente il contrario di quanto da un terzo di secolo è avvenuto a Cremona. Dove il ceto dirigente politico istituzionale ha significativamente marcato un profilo (allo scopo di compiacere le pulsioni dell'ideologismo popperiano e di trarne vantaggio di consensi sul terreno dello "scambio") e negando l'innegabile. Vale a dire che Cremona non è l'eccezione virtuosa ed illusoria che le classifiche dedotte da monitoraggi e sondaggi, taroccati e manipolati mediaticamente ad uso elettorale. Cremona dal punto di vista dell'ordine e della sicurezza ricalca esattamente i parametri della realtà dei territori circostanti. Con una tendenza peggiorativa. La tardiva assunzione di consapevolezza non è nella situazione data segnale di ravvedimento, a livello di capacità di percezione fattuale e di dismissione di propensioni ideologiche di parte. Ne può essere esimente nei confronti di un percorso autocritico, da esercitare doverosamente a livello più che di esercizio retorico di credibile coerenza (tra il senso del ritracciamento delle esternazioni e la credibilità complessiva delle "bocche di fuoco” di un nuovo corso aderente alla realtà e all'interesse comunitario). Se entrambi postulano uno sforzo di armonizzazione e di convergenza dell'analisi fattuale e del progetto dell'azione, non è che il prevalent (per ruolo esecutivo) partner possa pretendere, nel momento in cui, attenuando una boria ingiustificata dai risultati prestazionali, accoglienze acritiche. Mentre si adatta all'imperativo di uno "stringiamoci a coorte" furbescamente consigliato dall'aspettativa del soccorso dei superiori poteri istituzionali, pretendendo di poter continuare sul punto ad essere mendace e o equivoco. Come molti angolini del dibattito nella sede istituzionale e politica (a proposito di adozione del Daspo) fanno ritenere o addirittura temere, come studiata tattica manipolatoria che orienta la governance comunale a postulare "al lavoro tutti insieme" (rivelatore del totale fallimento del ciclo del csx) mantenendo, però, il punto della coerenza rispetto a quanto fin qui propugnato e concretamente praticato nell'azione amministrativa. Uscendo dall'astrattezza, ci riferiamo con ciò alle ricorrenti e incompatibili con la pretesa di sdoganamento della sincerità del ravvedimento (imposto più dalle evidenze della situazione e dalla ineludibile necessità di farvi fronte) riaffermazioni (conclamate da alcuni consiglieri comunali e dal capogruppo) di demonizzazione di testimonianze "sicuritarie". Che, nella mappa degli anatemi del campo del "politicamente corretto", rappresenta la fase estrema dei convincimenti tendenzialmente autoritari.

Scriveva qualche tempo fa su Corsera il bravo opinionista della rubrica "noi cittadini": fino a due anni fa anch'io ritenevo esagerato un certo allarmismo. I fatti stanno dimostrando il contrario: il disagio reale viene confermato dai supermercati, dal pronto soccorso, dagli autisti dei bus". Aggiungiamo noi, dai ferrovieri, dagli operatori dell'ordine, dai cittadini che semplicemente transitano nella pubblica via. Fino a qualche tempo fa l'intellighèntzia relegava tutto ciò nella fattispecie dell'episodicità, della tenuità fattuale e della scaturigine dal disagio sociale. Insomma, la vulgata ti iscriveva e, quella pertinace dei progressisti au caviar, tuttora ti iscrive alla categoria di coloro che vogliono menare rogna per speculazione politica e che confondono l'insicurezza reale con quella (strumentalmente) percepita. I grandi numeri e la conformazione dicono che così non è.  Che la realtà è reale e non deformata dall'impulso di farci su l'affare populistico. A questo punto non sono più consentiti né interpretazioni controfattuali né gestioni colpevolmente   neghittose, incoraggiate da background compiacenti una cultura ispirata dall'arbitrio comportamentale senza limiti e sostanzialmente interagente con l'illegalità. Categoria questa che non può avere (specie di fronte alla vastità ed alla incontrovertibilità del fenomeno) né motivazioni/giustificazioni di derivazione "illuministica" né approcci esimenti dall'obbligo di farvi fronte

Planando nella nostra realtà locale, é del tutto evidente che nella progressione dell'elaborazione di un progetto di risposta prevale soprattutto nelle file e nei depositi del campo largo territoriale il mantra "dei maggiori fondi da investire nella sicurezza in città " (se consentito, preferiremmo in tutto il territorio, che dal punto di vista della violazione degli standards anche basici della sicurezza è in buona compagnia del territorio, sguarnito com'è dei presidi decentrati). Sicuramente c'è un problema di inversione delle logiche dei tagli orizzontali operati dalla spending review (decretata trasversalmente da tutti i cicli governativi) che si sono accaniti sulle voci di rango o di priorità costituzionale (il socio-sanitario, l'istruzione e, appunto, la sicurezza interna). Messa com'è messa la vulgata dei players politici ed istituzionali locali "dei maggiori fondi" se non proprio inquieta, almeno alimenta riserve sul sedime di ragionamenti prepolitici e di propositi concreti d'azione.  Sosteniamo ciò nella riaffermazione del pieno convincimento che l'inversione del ciclo della sicurezza non possa non essere individuata nel combinato tra una profonda revisione di valore civico culturale (dedotta dal mandato della Costituzione Repubblicana) in grado di fornire immanenza concreta di equilibrio praticato nei fatti tra quel principio insito nell'art.13  "La libertà personale è inviolabile" (a tutela delle prerogative universali dei cittadini da paventate restrizioni) e la concreta permanente azione per il mantenimento della quotidiana "sicurezza" del cittadino "normale". Diciamo subito della nostra scettica titubanza nei confronti della violazione (sia pure benintenzionata) della regola aurea dell'"ufelé ufelé a ognun el so' mesté". L'azione di tutela dell'ordine pubblico compete (in esclusiva dal punto di vista dell'aderenza legislativa, procedurale, operativa) agli organi dell'amministrazione pubblica centrale. Questa competenza definita esclusiva sul piano delle attribuzioni ordinamentali, inclina ad una versione tendenzialmente partecipata con l'amministrazione periferica, in forza non solo del principio della coesione interistituzionale, ma, più concretamente, della saldatura tra l'apparato centrale e la condizione in capo all'amministrazione decentrata di essere il terminale pubblico a più diretto e permanente contatto con la realtà territoriale.  Già…i nodi (della realtà e della menzogna) sono venuti al pettine. Obbligando la governance a non nascondersi più dietro il dito dell'insicurezza reale anziché percepita. Il quadro della situazione prospetta un disordine particolareggiato e plurimodale. Indistintamente in tutta la città. Nelle ultime ore emerge una preoccupazione e insofferenza da parte dei residenti condominiale. Categoria particolarmente, per effetto di una presumibile opzione di convenienza tra ricavi certi e impegno modesto, presa sistematicamente di mira. Sistematicamente perché l'attenzionamento è sistematico-costante, fatto di monitoraggio particolareggiato e, non da escludere, di complicità "basiche" nelle comunità abitative. Una sicumera indotta da un'accertata prospettiva permanente di impunità (nei casi non esattamente bagatellari di incrocio dell'azione sanzionatoria), nonché dell'evidente sproporzione della potenzialità tra l'apparato pubblico preposto e l'ormai ramificata organizzazione criminale. Che si applica con preferenza alle condizioni di "fragilità ". Avremo modo di riprendere, ne siamo sicuri, l'argomento che primeggia nell'audience della pubblica opinione.

Presentata la rassegna culturale Sinfonie di Fiume

Tracce d'acqua e cultura sul Po tra sapori e tradizioni

Cremona, 14 aprile 2025 – Sinfonie di fiume è il titolo della rassegna culturale, ambientale, ma non solo, dedicata alla valorizzazione del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) del Po e del Morbasco in programma dal mese di aprile sino ad autunno inoltrato. Il programma di questa iniziativa, che sarà di volta in volta aggiornato, è stato illustrato in mattinata, nella Sala della Consulta di Palazzo Comunale, presente il sindaco Andrea Virgilio, affiancato da Marina Venturi, dirigente del Settore Area Vasta e Ambiente del Comune e dallo staff dell'Ufficio PLIS, Contratto di Fiume, MAB Unesco Po grande. Presenti inoltre sindaci e rappresentanti dei Comuni che fanno parte del PLIS e i protagonisti dei principali appuntamenti della rassegna, nonché, in collegamento da remoto, Federico Tiberio, funzionario della Direzione Ambiente e Clima di Regione Lombardia, referente del Servizio di Vigilanza Ecologica.

La presentazione si è conclusa con la proiezione del video promozionale ed emozionale del Parco, ideato in collaborazione con esperti naturalisti e le Guardie Ecologiche Volontarie, per comunicare con immagini e vedute immersive le bellezze naturali di alcuni dei siti del PLIS, così da coinvolgere, nei mesi autunnali ed invernali, alunne e alunni delle scuole dei vari comuni in progettazioni sul tema dell'ambiente sostenibile e della biodiversità caratteristica della Pianura Padana.

Il tema conduttore della rassegna è, in particolare, quello del cibo legato all'ambiente, alle tradizioni locali, con particolare attenzione ai fiori e alle piante stagionali che venivano un tempo utilizzati non solo per la preparazione di ricette, ma anche come rimedi per lenire alcuni malanni. Tutto questo all'insegna della riscoperta della natura e della biodiversità che caratterizzano il Parco Locale del Po e del Morbasco. 

La rassegna, ideata e organizzata dal Settore Area Vasta e Ambiente del Comune di Cremona, ente capofila del PLIS del Po e del Morbasco, è resa possibile grazie alla collaborazione di tutti i Comuni che fanno parte del Parco, dell'Associazione Amici della Cucina Cremonese, di esperti naturalisti, profondi conoscitori dell'ambiente locale, della Società Cooperativa Sociale Gruppo Gamma, del Mago Beru, di Legambiente e, naturalmente, della Guardie Ecologiche Volontarie, figure importanti sia dal punto di vista dell'attività che svolgono nell'ambito dell'educazione ambientale, che per la realizzazione di numerose iniziative. La sinergia tra tutte queste realtà è riuscita a dare vita ad una vera e propria governance in grado di valorizzare un'ampia fascia di territorio che comprende ora ben dieci comuni.

Sinfonie di fiume è pensata come un viaggio ideale, ma anche reale, lungo le sponde del fiume Po nel corso del quale, grazie a musica dal vivo, letture, performance, giochi, momenti di intrattenimento e di socializzazione per famiglie e bambini, esplorazioni, sarà possibile conoscere meglio, in una chiave diversa e innovativa, le grandi aree verdi preservate nelle zone circostanti i centri urbani: approfondirne la conoscenza significa sensibilizzare alla tutela e al rispetto di un habitat di acqua dolce che ospita una vegetazione, ma non solo, assai variegata.

Sinfonie di fiume vuole essere molto più di una semplice rassegna culturale: è un viaggio alla scoperta della nostra identità territoriale, un'occasione preziosa per riavvicinarci al fiume Po e al paesaggio che lo circonda, riscoprendone il valore e le tradizioni attraverso linguaggi diversi, dalla musica alla cucina, dalla narrazione alla conoscenza naturalistica”, ha dichiarato il sindaco Andrea Virgilio, che ha poi ha aggiunto: “Questa iniziativa nasce dalla volontà di valorizzare il Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Po e del Morbasco come patrimonio comune, uno spazio vivo che unisce natura, storia e radici. È un percorso che ci invita a riflettere sul rapporto tra uomo e ambiente, sull'importanza della biodiversità e sulla forza delle tradizioni che, proprio lungo il fiume, hanno preso forma nei secoli. Ringrazio tutti i Comuni coinvolti, il Settore Area Vasta del Comune di Cremona con la dirigente Marina Venturi, le associazioni, le guardie ecologiche volontarie, gli esperti e le realtà del territorio che hanno contribuito a dare vita a questa rete forte e coesa di collaborazioni. La sinergia tra istituzioni e cittadini è la chiave per rendere questo progetto un modello di partecipazione attiva e di sostenibilità. Invito tutti a lasciarsi coinvolgere da questo percorso alla scoperta del Po: un'esperienza che saprà emozionare, insegnare e creare connessioni durature tra i cittadini e l'ambiente.

"Non saremo più cittadini ma sudditi passivi e devoti"

Caro Direttore leggo sempre con interesse Eco del popolo e gli editoriali di Venturelli ed Eco/Bacheca pubblicati il 6 aprile mi hanno fatto riflettere. L'impoverimento economico ed intellettivo ci condurranno verso la progressiva perdita della titolarità dei diritti e non saremo più cittadini ma sudditi passivi e devoti. Un altro problema da non sottovalutare è la trappola demografica e l'invecchiamento, si spera nei giovani per restaurare la democrazia in pessime condizioni ovunque ma sembra che la sinistra italiana abbia rimosso il problema. I soliti politici hanno sempre le stesse idee da proporre e pochi sono i giovani che animano Congressi ed eventi culturali a tema politico. Non c'è rispetto verso le Istituzioni pubbliche, gli attacchi ai giudici, il sentirsi al di sopra della legge perché si è in una posizione di potere sono segnali di un fenomeno già visto: la nascita di uno Stato illiberale. Gli Stati Uniti stanno scivolando verso l'autoritarismo e l'Europa attraversa una crisi di identità dalla quale potrà uscirne solo nell' integrazione Europea e con progetti ambiziosi su una difesa e una politica estera comune basata sulle decisioni della maggioranza. Ci stiamo abituando ad una tendenza molto diffusa di un'internazionale populista che ha nel mirino lo stato di diritto e crea gravi problemi all' estero. Marine Le Pen ha dichiarato che i giudici sarebbero diventati soggetti che destabilizzano la democrazia. Molti leader politici hanno applaudito, la domanda che mi pongo è: " Chi vota le leggi?" Sono i politici e non i magistrati. La stranezza è che secondo alcuni solo il voto popolare può sanzionare le derive degli eletti. Non c'è più fiducia da parte dei cittadini moderati che desiderano un Governo capace che amministra il Paese rispettando le leggi e per il Bene comune. Il grosso problema è astensionismo da parte dei giovani e l'indifferenza di chi pensa che non cambierà mai nulla.

C. L., 8 aprile 2025, Vicenza.

 

Dall'archivio L'Eco Forum dei lettori

  venerdì 8 dicembre 2023

Sempre a proposito del “pacco” /16

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

  mercoledì 3 marzo 2021

Campagna vax

Criteri ispiratori e approcci umanitari

  mercoledì 10 febbraio 2021

Legge di iniziativa popolare contro l'apologia nazifascista

Avviata la raccolta firme

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