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Le ricadute del disastro economico della pandemia incrociano le criticità locali

Riceviamo da Clara Rossini, presidente onoraria dell’Associazione Zanoni e nostra affezionata lettrice

  09/04/2021

Di Redazione

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Gentile Direttore, ho seguito nel pomeriggio la trasmissione dove il Presidente Draghi illustrava i diversi aspetti relativi alla pandemia e alle sue conseguenze. Si prendono in considerazione i due più importanti: salute ed economia. Somministrazione vaccini su larga scala e riaperture (a meno che si metta, forse a ragione, al primo posto l'elargizione di consistenti sostegni). Draghi ha sottolineato come sia essenziale far ripartire il turismo per il nostro Bel Paese, per le città d'arte, per le mete delle vacanze, per le Fiere più importanti allestite sui vari territori. E qui mi parte la lacrima. Mi si stringe il cuore. 75 anni!! Per ben 75 anni Cremona ha realizzato ed ospitato la FIERA del BOVINO da latte!! Senza nessun preavviso esce la notizia che verrà affidata a Montichiari (BS). Il suo giornale ha ospitato su diverse pagine e per giorni il disappunto dei nostri politici e di tutti i cremonesi. Altolà! Solo una rappresentanza di agricoltori si era invece premurata di contattare Montichiari e informare gli altri a fatto compiuto. Cremona, città della bassa, ignorata a livello regionale tanto da avere una rete ferroviaria dell'anteguerra, un calvario per i nostri pendolari, viene pure scippata di una manifestazione a livello nazionale che avrebbe portato finalmente persone importanti e turisti, risollevando seppur in parte le sorti della locale economia. Il Presidente Fontana si è detto non essere a conoscenza della cosa. Come è possibile?!!! Io non c'ero e se c'ero dormivo? Mio padre, Gino Rossini, primo sindaco eletto nell'immediato dopoguerra, capì le esigenze del mondo rurale di ritornare a valorizzare la nostra realtà, quindi collaborò con gli allevatori per dare vita alla prima fiera del bestiame in riva al Po, il nostro grande fiume. 75 anni!! Chi si può azzardare di depredarci un diritto conquistato nei tre quarti di un secolo...Come può ritenersi definitivo un tale ladrocinio. D'impeto ho formulato la richiesta al ministro dell'Agricoltura Massimo Garavaglia di prendere in considerazione l'intera vicenda, però l'email ogni volta ritorna...Debbo inseguirlo su Facebook?? Lei cosa mi consiglia?  La ringrazio vivamente per la consueta gentilezza e comprensione con cui ascolta le esternazioni dei suoi lettori.

Clara Rossini
Clara Rossini

Clara Rossini, presidente onoraria dell'Associazione Zanoni, nostra affezionata lettrice, ma anche fornitrice di apprezzati spunti opinionistici, giustamente segnala una correlazione tra le recentissime esternazioni del premier Draghi, in materia di conseguenze economiche della pandemia e la particolare criticità, anche sul piano emotivo, piombata sulla comunità cremonese, innescata dal “ratto” della mostra fieristica. 

Un tema questo su cui la nostra testata, tra le prime e non in conflitto d'interesse, è intervenuta con la necessaria chiarezza e durezza. 

Tornandoci su, non possiamo non copia incollare la locuzione: “il modo ancor m'offende”. Per il modo non esattamente oxfordiano e per il disprezzo dei superiori interessi comunitari. Sacrificati per favorire politiche di scambio politiche e manifesti interessi di nomenklatura, di dinasty e di territorio. 

Certamente, alla base un sedimento di forte contrapposizione ed inimicizia. Scaturito in un gesto non esattamente convenzionale. Suggerito dalla logica un po' tribale della Coldiretti: a brigante, brigante e mezzo…e...chi picchia per primo ha praticamente vinto. 

Detto questo, nei prossimi giorni allargheremo l'analisi sulle responsabilità di un gesto proditorio, di cui, come abbiamo più volte analizzato, farà le spese l'economia territoriale. 

Non serve protestare a salve. Soprattutto, nei confronti dei comportamenti dei superiori poteri istituzionali, che non si sa se siano stati i mandanti dell'operazione o semplicemente i protettori occulti. 

Il prosieguo dirà di più. Fin desso non ci hanno convinto. Non ci ha convinto il Governatorato lombardo che ha assunto i panni del nesci (circostanza che, se verificata, farebbe di lui un inguaribile sprovveduto). E, nel prosieguo, non ha pensato di meglio che, per parare la giusta valanga di impopolarità (territoriale) rieditare la furbata (dopo quella di un anno fa del nuovo ospedale) dei ristori strutturali, negati per decenni. 

Troppa grazia, San Vincenzo! Soprattutto, troppa ingannevole spregiudicatezza. 

L'inversione della nefasta tendenza, conclamata da Draghi, non potrà non avvalersi di gesti mirati sulle realtà territoriali marginalizzate come la nostra. 

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