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Il Covid-19 e le mascherine

Indossate da tutti anche dai bambini

  07/06/2020

Di Roberta Tosetti

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Le mascherine. Non avremmo mai pensato di doverle mettere. No. Le abbiamo sempre considerate come un oggetto di competenza strettamente medica. O le abbiamo usate per il carnevale. Ora le mascherine sono oggetto della nostra vita quotidiana. Ci accompagnano nel lavoro, durante la spesa,  durante un incontro per business o per altro. Le abbiamo viste solo nei libri di Storia, quando ai tempi della Spagnola, l'epidemia colpì al termine della Prima Guerra Mondiale. Cinquanta milioni di morti, un'ecatombe spaventosa.

Si vedono indossate da tutti anche dai bambini. Loro le portano con disinvoltura, ci giocano, ridono, escono con i genitori indossandole. Si vedono per strada, in bicicletta, trasmettono tenerezza dietro i loro occhi che escono dalla mascherina.  Sì, così piccoli, così indifesi, così impegnati solo nei loro giochi hanno dovuto provare e sentire invece il peso di una tragedia collettiva. Magari hanno perso un nonno, una nonna, una zia, uno zio, così perché il Covid-19, questo virus che ormai abbiamo imparato a conoscere, senza nessun motivo, se li è portati via. Il dolore del ricordo si scatena, intenso, forte ed empatico.

Forse, non si sa ancora, torneranno a scuola e dovranno indossarle. Nascondere la loro bocca con una mascherina e magari provare a giocare insieme a questo indumento che conoscono bene. Tremendo questo tempo. Tremendo il tempo in cui sembra che nessuno abbia mai potuto pensare a questa tragedia. Ora ci sembra di vivere sospesi, a metà strada tra un mondo irreale e un mondo reale, dove la realtà è circoscritta da una mascherina. Non dobbiamo pensare alla mascherina come qualcosa di negativo, viverla male, sentirsi a disagio e, magari provare anche uno strano sentimento vedendoci tutti mascherati di bianco, verde, di tutti i colori. Così tutti mascherati siamo stati protetti, sì protetti da quel Coronavirus che è circolato all'impazzata e circola, meno, per tre lunghi mesi. Questo indumento allora tanto demonizzato che è diventato simbolo di un dolore collettivo potrà trasformarsi invece in qualcosa di positivo per vivere meglio la nostra estate.

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