LIBRI EVENTI
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Ripercorrere -e a volte scoprire- la storia di un territorio e di una comunità attraverso le cartoline che la documentano: è quello che hanno fatto Gianfranco Gambarelli e Francesco Gusmaroli, autori del quarto volume della collana C'era una volta Pizzighettone.
Dalla prima cartolina datata 1899 fino a quelle di fine Novecento, il libro descrive l'evoluzione di monumenti, infrastrutture, elementi urbanistici e mestieri, anche grazie ad aneddoti e curiosità preziosi per arricchire e mantenere viva la memoria locale.
La presentazione è stata seguita con molto interesse dal numeroso pubblico presente. E non sono mancati degli indovinelli, come quello relativo al monumento che riproduciamo per ultimo nelle immagini.
Grazie agli autori, al Gruppo Volontari Mura, agli sponsor e alla professoressa Giulia Granelli che ha collaborato all'editing del testo e alla presentazione del volume.
Il libro è reperibile presso la sede del Gruppo Volontari Mura, la cartolibreria La Torre e il bar Les Pailles. Il ricavato verrà devoluto a interventi di valorizzazione della cerchia muraria.
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(corredo fotografico ricevuto, insieme alla sintetica cronaca dell'evento, dalla dottoressa damiana tentoni,direttrice del centro museale e bibliotecario).
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Ci riterremmo colpevolmente reticenti, se non aggiungessimo al ricco corredo iconografico ed alla cronaca dell'evento (che in giornata feriale ed in orario postlucano), ha attirato, come solito, una cospicua partecipazione.
Mettiamo le mani avanti: siamo in conflitto di interesse. Per le nostre immutate e rivendicate radici ben infisse nel Borgo dell'Adda, malauguratamente attenuate dall'inopinato cambio di residenza (dovuto a motivi professionali) che in ogni caso non ha scalfito di un ette le consapevolezze delle origini. Parliamo (in casa e coi pizzighettonesi che incrociamo) la lingua locale e frequentemente pensiamo in “pizzighettonese”.
Appena possibile ritorniamo in paese; sulla base di motivazioni ad hoc (come gli eventi) e di attenuata partecipazione alla vita delle associazioni, cui siamo orgogliosamente iscritti (il GVM e la Pro Loco). Orgogliosi (termine che riguarda il sentiment e, soprattutto, il concept relativi valore di appartenenza a due sodalizi, che, da quando siamo espatriati (o forse proprio per questo) sono stati nodali dal punto di vista della salvaguardia delle eccezionali preesistenze monumentali (il GVM, da intendersi non solo come fautore della salvezza dell'incomparabile cortina di Casematte, ma anche come costante laboratorio di offerta museale, divulgazione storica e culturale e di produzione editoriale). In perfetta sintonia (anche se talvolta in concorrenza) con la straordinaria Pro Loco che è, in un quadro di vasta partecipazione di iscritti attivi), una fucina di eventi, in grado di collocare il capoluogo dell'Adda Sud in una prospettiva di costante e qualificata promozione di Pizzighettone ai primi posti della speciale certificazione dei Touring Club come Bandiera Arancione. Senza fare, come si dice in Gera, il ganassa, ci sarà pure una ragione.
In mezzo secolo, il quadro della preesistenza storico-monumentale non è (con le sue Mura, il suo Torrione, il suo antico Carcere, i suoi pregevoli templi, il suo incomparabile Palazzo Fino, i Lungo Adda della cerchia interna), non è, per riprendere il discorso, mutato. Anzi è stato salvaguardato, rifunzionalizzato alla fruizione, valorizzato.
Aggiungiamo doverosamente: per merito quasi esclusivo di quello che solitamente si definisce “cittadinanza attiva”. In questo caso in capo ad un associazionismo, che, in tutta la provincia, ha come eguale il contesto soncinese.
Per essere sintetici ed efficaci, non solo è stata scongiurata la vandalizzazione della Cerchia Muraria (forse un unicum europeo), che sarebbe stata implicita nelle logiche e nelle metodiche comportamentali del demanio statale (soprattutto in presenza del cospicuo contorno delle aree occupate dagli anni 30 sino ai 70 dal Genio Militare ed, in pieno centro storico, dal preesistente reclusorio militare, poi riconvertito in carcere civile e correzionale); ma resistendo alle facili pulsioni del boom (provvidenzialmente trattenute dalla circostanza dell'incedibilità demaniale), tutto questo bendidio storico-monumentale è stato attenzionato dalla cittadina e sottoposto a cura. Che ha avuto come principale input la sopravvivenza, la riqualificazione manutentiva e la fruibilità, nel contesto dell'offerta culturale e turistica.
In questo senso, il libro “C'era una volta…” (che è il quarto della serie tematica la quale si aggiunge ad un'incredibile collana storica, curata dal GVM e da Gambarelli/Gusmaroli) è l'ultimo nato di quasi mezzo secolo di fecondo impegno civile e culturale. Che ha come riferimento centripeto, più che il Municipio in senso politico-amministrativo, l'istituzione museale di Palazzo Fino, ben ispirata e diretta da Tentoni.
Vabbé…da operatore dell'informazione stimolata da pensiero critico…dovremmo approfondire di più alcune “pecche” di raccordo istituzionale rispetto alle politiche culturali e turistiche. Ne diciamo (anzi ne ribadiamo) una, che riguarda il timbro progettuale ed operativo assunto dal Comune in merito all'irripetibile ricorrenza del 500rio della prigionia di Francesco I di Valois. Ricorrenza celebrata a minimo sindacale da chi avrebbe potuto e dovuto. Non si è toccato il fondo solo perché GVM e Pro Loco sono scesi in campo con incomparabili bocche di fuoco di entusiasmo, creatività e competenza, che, nella situazione data, hanno salvato la prestazione del Borgo. Per fare (per quel che può valere) un paragone, la gemellata location della storica battaglia, Pavia appunto, che ovviamente ha spalle più grandi, ha cominciato ad intercettare il trickledown della celebrazione della ricorrenza due anni prima e a nove mesi dalla centralità della rivisitazione, è, come si suol dire, ancora in ballo.
Per la governance locale pare che questa ricorrenza storica, che è costata poco e niente all'erario locale ma che è stato tutta a carico del volontariato, sia da considerarsi giunta al capolinea. D'altro lato, è testimonianza di ciò la compiacenza dell'esecutivo municipale che non solo non ha contrastato ma ha favorito l'avocazione dal Museo Diocesano (nato a Cremona dalla pesca a strascico delle vestigia territoriali) del “paliotto” donato, passando per il tramite del prevosto dell'epoca Cipello, alla comunità pizzighettonese, a parziale compensazione, se non altro morale, dei gravami della prigionia sulla popolazione locale. Del che potrebbe ben dire il nostro ascendente (citato dalle preziose pergamene dell'Archivio Storico Comunale, magistralmente salvaguardato e riordinato) Francesco de Vidalibus, che 500 anni fu nominato dalla municipalità nella troica degli incaricati alle questioni logistiche e finanziarie della prigionia).
Ma, siccome la presente cronaca-chiosa della conferenza di presentazione del libro è ispirata da un dovere informativo e da u intento fecondo, sul tema del 500mo interrompiamo qui; tornando all'importanza che riveste questa importante edizione, destinata a facilitare la conoscenza del patrimonio pizzighettonese attraverso l'ausilio fotografico. Sapientemente, come hanno fatto gli autori, veicolate attraverso la messa in campo finalizzata alla percezione dei lettori del messaggio delle cartoline, coordinate da un senso di unicum del borgo.
Che dire di più? Aggiungeremmo campanilismo a partigianeria a fini di bene. Per di più considerando una ulteriore condizione di conflitto di interesse, derivante dal fatto che buona parte delle cartoline riprodotte nel volume furono commissionate e stampate dalla cartolibreria, tabaccheria, privativa di Largo della Vittoria (di cui fu titolare fino alla morte avvenuta nel 1938 Bigin Vidali, organista della chiesa prepositurale).
Per sapere, come dicono gli anglosassoni, se il budino è buono…o lo si acquista sulla fiducia o lo si assaggia. Il Borgo dell'Adda sarà durante il ponte dei Morti molto frequentato dall'offerta dei fasulin cun le cudeghe. Che avrà location nelle Mura da Porta Cremona a Porto Soccorso. A pochi metri dallo sportello del Museo delle Mura, presso cui il libro qui presentato sarà in vendita. Gli amanti della cultura, del bello, della storia sono avvertiti.