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Lettere all'ECO /43

Riceviamo e molto di buon grado pubblichiamo

  05/11/2024

Di Redazione

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Sanità

Signor Direttore.

Dopo ormai più di un anno (28 luglio 2023) dal lancio della petizione a favore della riqualificazione dell'Ospedale di Cremona e la conseguente opposizione alla costruzione di un nuovo ospedale, che prevede anche l'abbattimento dell'attuale, è da parte nostra doveroso ringraziare lei e i suoi collaboratori pubblicamente e tutti i sui colleghi di altre testate che ci hanno ascoltato e hanno permesso di far conoscere la petizione del nostro "movimento".

La collaborazione in questo anno di attività del movimento con i media locali, sempre più attenti al tema del nuovo ospedale e alle nostre motivazioni razionali e anche emotive, è sempre più intensa e produttiva... forse un po' di meno per le testate finanziate e ovviamente "guidate" da coloro che ritengono che "la costruzione del nuovo ospedale sia una opportunità per i cremonesi da non perdere". I "poverini" pensano solo a opportunità economiche, e non tengono in alcun conto altre ragioni, e sono tante, e da noi molte volte ricordate e pubblicizzate, che fanno pendere la "bilancia" verso la scelta di una riqualificazione dell'ospedale... ma in generale di ogni cosa che può essere "recuperata" nelle sue funzioni... dagli edifici storici, agli edifici "vecchi" ma ancora attivi e utili alla comunità che li ha oltretutto finanziati per la loro costruzione con donazioni (come nel caso dell'Ospedale di Cremona) fino... alla riqualificazione dell'uomo, che dopo anche un suo errore, o un grave "delitto" alla società, deve essere aiutato a rialzarsi e riattivarsi per sé e per tutti noi, e non "lasciato a marcire in una galera...dopo aver buttato le chiavi". Ci permetta di estendere un particolare ringraziamento a Telecolor riportando il link della intervista con la giornalista di Telecolor Claudia Barigozzi andata in onda ieri sera durante il tg della emittente e pensiamo sicuramente rintracciabile anche su YouTube o nell'archivio della emittente.

https://youtube.com/watch?v=O0u-tzigA8&si=lcMyU0o0Bd1sRgs9

Enrico Gnocchi, coordinatore del “movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona”
Enrico Gnocchi, coordinatore del “movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona”

Ospedale: un tavolo di confronto

Caro EdP, al punto un cui è il confronto sarebbe utile e forse risolutivo proporre come giornale un tavolo tecnico di confronto. 

La disamina del progetto ha portato ad evidenziare alcune gravi disfunzioni del progetto. Alcune di queste evidenziate un quest'ultimo dibattito. 

Tuttavia la replica dell'Asl alle prime contestazioni, che è giunta tardi, ma a mio avviso ha ridimensionato la portata delle critiche degli oppositori, mettendo in rilievo alcuni aspetti e soluzioni che la ristrutturazione del vecchio ospedale non pare poter ottemperare.

Il confronto sarebbe oltremodo utile per migliorare ed affinare l'una e l'altra proposta.

Personalmente propendo per la ristrutturazione ma non mi sento di considerare totalmente sbagliata l'altra.

Fatti promotore di questa proposta. Farai un servizio a tutti i cittadini.

Sandro Gaboardi, 1° novembre 2024, Crema
Sandro Gaboardi, 1° novembre 2024, Crema

Ringraziamo il nostro affezionato ed acuto lettore.  Ma l'ipotesi del tavolo espressione di una cultura dialettica e potenzialmente aggregativa, non ci sono margini realistici. Tra un'ipotesi di riqualificazione, che ha una base etica imperniata sul diritto alla cura della salute e sulla effettiva sostenibilità, e la contrapposta ipotesi opposta, che gioca tutto miserabilmente sulla distrazione di massa (per di più nella totale assenza di risorse di finanziamento), non ci sono, per come si sono messe le cose, margini neanche teorici per sedere comunemente ad un tavolo. Paradossalmente, questa seconda è sostenuta plebiscitariamente da tutto lo schieramento politico, ad eccezione del M5s, di Rifondazione, di Comunità Socialista. Nonostante le 7500 firme raccolte, le forze in campo sono queste. Comunque, pubblico il Tuo scritto come monito a perseguire sempre il confronto dialettico.

Questo spunto per una ricerca di sbocco comune (per noi impraticabile) costituisce un'opportunità di “rilancio”. Non della verve della polemica, bensì del rilancio dello stato delle cose relativo al funzionamento del nosocomio e degli standards dei suoi servizi e, dato che ci siamo, del decoro (che sottende anche un profilo di “tenuta”).

Tanti rimandi de visu che abbiamo avuto modo di impattare nella ricerca di risposte congrue alla nostra domanda di somministrazione di prestazioni. La cui risposta da parte della “macchina” confligge totalmente con la realtà. Che è, nonostante si tratti di una paziente “fragile”, disabile per sommatoria di patologie pregresse ed in atto, sottoposta in passato a terapie in regime di ricovero di notevole impegno e risultato, integra, in termini di tempistica, più che il gesto della porta sbattuta in faccia, la reiterazione, come se fosse normale, dei canoni di una tempistica prestazionale incompatibile. Con “la cartella clinica” e con un sistema di assistenza sanitaria da paesi civili.

Tenetevi forte, neanche a pagamento! Regime prestazionale, cui ti rivolgevi in passato (cash o convenzionale). Tanto per fare capire le (vere) intenzioni, la Direzione qualche anno fa ha “seccato” tutte le convenzioni, coerentemente con la chiusura del reparto solvibili. Che non era una cifra distintiva di rango; ma una remunerativa estensione del servizio, suscettibile di realizzare veramente (come si dice per giustificare l'aziendalizzazione) l'equivalenza tra offerta pubblica e privata. Con maggiori risorse in entrata e possibilità di fidelizzare l'organico medico e paramedico. Il vero problema (che fa capolino) è l'opzione favorevole solo al foraggiamento delle prestazioni cash della sanità privata, per di più nelle strutture extra provinciali, private, appunto.

Per farla breve, una paziente postoncologica, per di più gravata da una severa affezione oculare (ai limiti della perdita della vista), non resta che attendere sette mesi (forse!) per essere nuovamente operata (dallo specialista che l'aveva salvata 12 anni fa) di una “banale” complicazione.

Questa chiosa alla lettera dell'amico Sandro, appare, comunque, propizia, per focalizzare un aspetto secondario della vicenda. Che ci ha coinvolto come supporter famigliare. Nell'attesa e nelle more del “prericovero” avvenuto cinque mesi dopo il CUP e in anticipo di due (o x) mesi rispetto all'intervento (ma che …zz serve un accertamento così lontano, quando i parametri potrebbero evolvere?), come accompagnatore (giusto per ammazzare l'attesa) ci siamo guardati in giro.  Scoprendo in panoramica dal penultimo piano uno scenario di incuria accumulato in decenni di colpevole trascuratezza del decoro, che ha una sua parte nel discredito circa la residua sostenibilità dell'attuale struttura.

Proprio di SSN abbiamo parlato ieri in un incontro con amici del PD. Qui sono in arrivo molti macchinari per Tac, Risonanze e Ecografia perché quelli in uso oggi sono deteriorati e obsoleti e quindi anche gli esami danno risultati non perfetti. Il dramma sta che senza medici, tecnici e infermieri abilitati al loro uso e' tutto vanificato, anche la riduzione delle liste d'attesa. Non ti sembra una presa in giro l'aumento di 3 euro al mese sulle pensioni e altre piccole mance, denaro pubblico che poteva essere speso con più oculatezza. Ieri erano presenti anche delegati della Lega e quando un personaggio ha cominciato ad elencare, con arroganza e falsità, tutti i meriti di questo Governo non sono riuscita a trattenermi e ho replicato che la propaganda politica va lasciata in campagna elettorale e " i numeri come li dà lei" servono solo a sottovalutare il problema. Ho ricevuto complimenti ma anche critiche, ma sono tornata a casa contenta.

L.C., 31 ottobre 2024, Vicenza.

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