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BONEMERSE


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"Il PAF non è solo un evento, ma un modo di pensare e vivere la città che deve coinvolgere tutti: amministratori, cittadini, giovani, artisti, scuole, istituzioni. Un processo che come amministrazione sosteniamo e che ci spinge a immaginare una città sempre più aperta, accogliente e capace di ascoltare e valorizzare ogni voce". Gli assessori Rodolfo Bona e Luca Burgazzi: "Il tema di questa edizione, Gener-Azioni , ci invita a riflettere sulla direzione che come persone, comunità e amministrazione dobbiamo intraprendere. In questi dieci anni, il Porte Aperte Festival ha accolto oltre 600 ospiti, trasformato più di 40 location cremonesi in un palcoscenico di cultura e inclusione e creato collaborazioni con oltre 130 soggetti f ra istituzioni, scuole, associazioni, esercizi commerciali e altri festival. Questo fa la cultura, costruisce ponti, stimola domande, apre all'incontro ". Felici di questi riconoscimenti, non possiamo che essere pronti per una nuova, grande, edizione del PAF . Una grande novità del PAF 2025 è che Regione Lombardia, in occasione di questo anniversario così significativo, ha premiato il festival con un contributo di sostegno, riconoscendone il valore della proposta artistica e la coerenza del percorso intrapreso. Un ulteriore significativo contributo è giunto dalla Fondazione Comunitaria.
I curatori del PAF
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Crema Pride diventa realtà e scenderà per la prima volta nella storia della città sabato 24 maggio 2025. Durante la conferenza stampa è stato presentato il percorso: il corteo partirà verso le 15.30 da piazza Garibaldi, attraverserà il centro fino a piazza Giovanni XXIII, poi girerà verso il Campo di Marte e via Diaz per far ritorno in piazza Garibaldi, dove ci saranno i vari interventi.
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Ultima chiamata per il PRIDE… e festeggiamenti doppi!
Domani Crema vivrà una giornata storica. La nostra città, da sempre terra di accoglienza, cultura e buon vivere, ospiterà per la prima volta il Pride: una manifestazione di libertà, dignità e diritti, aperta a tutte e tutti.Il Pride porta con sé un messaggio chiaro, che anche da Crema vogliamo rilanciare con forza: visibilità, uguaglianza e diritti per la comunità LGBTQIA+ e per chiunque creda che la dignità umana sia un valore assoluto.
Non si tratta di parole scontate. Ancora oggi, troppo spesso, le persone LGBTQIA+ sono vittime di discriminazioni, esclusioni e, in alcuni casi, di vere e proprie violenze. Per questo, domani non sarà solo una festa: sarà un'occasione per riaffermare insieme l'impegno civile di una comunità intera. E i festeggiamenti saranno doppi: è solo di ieri infatti la storica sentenza della Corte Costituzionale sul riconoscimento dei figli da parte della cosiddetta madre intenzionale. La Consulta riconosce ciò che da tempo diciamo: che le coppie omosessuali, in questo caso le coppie lesbiche, sono famiglie a tutti gli effetti e i loro figli e figlie vanno tutelati come quelli di qualsiasi altra coppia di genitori. Essere presenti domani significa scegliere da che parte stare. Significa credere in un'idea di società in cui ogni persona sia libera di essere sé stessa, di amare chi vuole, di costruire liberamente il proprio progetto di vita e di famiglia. Perché i diritti di una persona non sono mai "altri": ci riguardano tutti. La libertà di ciascuno è la libertà di tutte e tutti. Domani sarà una giornata di festa, di colori, di orgoglio e di speranza. Una giornata per ritrovarci come cittadine e cittadini attorno a valori comuni, senza distinzioni di genere, ma con un'unica grande identità da celebrare: quella dell'essere umano.
Sinistra Italiana, insieme ad Alleanza Verdi e Sinistra, sarà con convinzione in questa bellissima piazza. Con il cuore, con l'orgoglio, con la gioia.
Cecilia Gipponi
Sinistra Italiana Cremona
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Non farà “fine”, ma, poiché il nostro timbro editoriale non prevede “filtri” e poiché testi e locandine pubblicate nella rubrica “bacheca Eco” ci sono pervenuti con richiesta di “ospitalità”e poiché ancora alcuni supporti di “accompagnamento” praticano palesemente finalità strumentali ad esternazioni più vaste,ci permettiamo, sulla base di questa premessa, la libertà di chiosare. Riconoscendo la piena prerogativa di replica.
CHIOSE
BONEMERSE – PUNTO SALUTE
In via personale ci siamo compiaciuti con il Sindaco Ferrarini per la palpabile percezione di una comunità, che al di là delle dimensioni, della periferizzazione dal Capoluogo (in teoria circostanza feconda), delle difficoltà operative e delle restrizioni finanziarie, dimostra nei fatti di operare come la cittadinanza, avveduta e consapevole, amerebbe che questi gesti istituzionali rappresentassero una costante diffusa.
Nel merito l'annunciato servizio, che dovrebbe essere in carico al SSN, viene allestito, appunto, per iniziativa del Comune in partnership con la sempre benemerita ed attiva AUSER e con una Fondazione del Territorio.
Non resta che compiacersene e indicare questo virtuoso modello come esempio del fare.
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PAF
Ovvero …cuor contento il ciel l'aiuta! Ci riferiamo all'incipit dell'esternazione, con cui la Civica Amministrazione, visibilmente e concretamente coinvolta nel progetto, ha scolpito il profilo ben definito e non equivocabile di politiche comunitarie che (con quel “non è solo un evento, ma un modo di pensare e vivere la città che deve coinvolgere tutti: amministratori, cittadini, giovani, artisti, scuole, istituzioni”) rappresentano qualcosa di più di una convivialità culturale. Possiamo anche comprendere, da un lato, l'impronta della vulgata dell'establishment municipale, restata imperterrita e impermeabile in tutto il corso della decade della messa in campo del format pluridisciplinare, che volendo essere rigorosi e particolareggiati ha ascendenze (come di tanto in tanto rivendicato) in precedenti performances comunali e, soprattutto, nel modello iconico del favoleggiato “Recitarcantando”. La madre, secondo i cultori, di tali slanci, “di cultura e inclusione”. Il cui asse di ispirazione e di aspettativa è, sostanzialmente rappresentato dallo scambismo tra la messa in campo del tutor istituzionale (che assicura il “beef” del finanziamento e sceglie ovviamente il fiduciario team operativo) e l'aspettativa di un rientro in termini di controllo almeno di un parte dell'opinione pubblica e di incasso dei consensi.
Quanto ciò sia avvenuto concretamente, almeno per la parte riguardante la metabolizzazione dei consensi, la situazione è in chiaroscuro (se si pensa a quel differenziale di consensi dello zero virgola zero di un anno fa). Ma evidentemente la sfera di cristallo in mano alla squadra di governo comunale è di tutt'altro avviso. Se come dimostra la reiterazione dell'evento (cui inesorabilmente si aggiungerà il corollario delle serate estive, di cui saranno guest stars i rappers, che, ancor prima di iniziare la performance, rivolgeranno indirizzi poco carini alle forze dell'ordine e esorteranno i giovani alla ribellione), l'indefettibile fedeltà a questa linea non si schioda, almeno in termini di esercizio del pensiero critico, di un millimetro. E, appunto, cuor contento….
Ma, siccome il fabbisogno finanziario viene attinto dal gettito comunale, sarebbe anche utile, in presenza di una situazione finanziaria “sanguinolenta” in forza della quale il Palazzo non riesce neanche a tappare i proverbiali buchi, che chi di dovere, come succede nei modelli liberaldemocratici trasparenti, fornisse un ordine di spesa. Sulla parte principale (il contributo comunale) la “ditta” non ha detto nulla. Clandestinamente siamo venuti a sapere l'ordine di spesa impegnata sarebbe attorno a 80mila eurini. Ma ci sono apporti aggiuntivi, come d'altro lato ammette il management del PAF. Ci riferiamo a quel generico “significativo contributo è giunto dalla Fondazione Comunitaria”. Lasciato cadere, un po' en passant e forse anche nell'intendimento di arricchire il proprio rating con l'evidenza di prestigiosi contributors. Che a tale fattispecie appartenga la Fondazione Comunitaria non v'è minimo dubbio. Ora sarebbe utile “fotografare” (come si dice volgarmente) questo contribuente, attingendo dalla sua selfdefinition. La voila: “La Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona Onlus è un'organizzazione non profit che ha come scopo quello di prendersi cura della propria comunità territoriale e che si impegna a farsi promotrice di progetti e di raccogliere donazioni per migliorarne la qualità della vita. La nostra Fondazione è nata il 22 marzo 2001 e fa parte del progetto di Fondazione Cariplo delle Fondazioni di Comunità, che ricalca il modello americano delle Community Foundations ma, a differenza di altre fondazioni di comunità, la nostra scelta è di caratterizzarci come organizzazione non lucrativa di utilità sociale, o onlus: la Fondazione Comunitaria nasce come mezzo di valorizzazione della cultura del dono e di diffusione della filantropia a livello locale, grazie alla capacità di attrarre risorse, sotto forma di donazioni e altre liberalità, per investirle in progetti locali di carattere sociale. Tale decisione è coerente con la nostra volontà di dedicare i nostri sforzi a quelli che la normativa individua come soggetti svantaggiati.”.
Che c'azzecca!?
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Pride
Comprendiamo l'orgoglio del “tavolo”, ispiratore ed organizzatore della radicazione del format anche nella bellissima cittadina, oseremmo dire, vice-capoluogo provinciale. Saremmo omissivi se non dichiarassimo di essere altrettanto comprensivi degli “orgogliosi” a tutto campo. In aggiunta a ciò, se la governance municipale, in piena sintonia con i proponenti, declama il risultato, un qualche perno motivazionale ci deve essere.
D'altro lato, Crema Pride sul punto delle finalità non è reticente; con quel suo ““Il nostro obiettivo è che Crema e il Cremasco diventino un territorio più aperto, più inclusivo, dove l'amore e il rispetto siano i veri protagonisti. Il Pride non è solo una parata, ma un atto di partecipazione collettiva che ha l'obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza, promuovere il dialogo e contrastare ogni forma di discriminazione”. Che dire…chapeau….
Saremmo, però, omissivi, noi (che abbiamo dato l'annuncio dettagliato col corredo interpretativo della compagna Cecilia Gipponi Sinistra Italiana Cremona), se non segnalassimo un certo disagio che percorre la fascia di opinione e, per quanto periferizzata, di testimonianza, in capo alla sinistra di ispirazione riformista (se vi va meglio, moderata, anche se si arrischia di essere confusi con altre fattispecie), che, sul punto, (anche su questo punto) non si fa intruppare. Nella pregiudiziale del radicalismo ideologico (di ultima generazione) che traspare costantemente nell'interessata vulgata, potremmo azzardare, ad excludendum. Tipo: non sei antifascista se non inneggi pro- Pal e non cataloghi Israele come fautore di genocidio…e in successione…se non voti i cinque referendum…e, con tutto il rispetto, se non metabolizzi l'intero calice della vulgata radicale del Pride. Ecco, ma solo perché siamo anzianotti e costretti a centellinare la trasferte, non ci saremo né al corteo né alla serata finale. In ogni caso augurando uno svolgimento “mite” e, soprattutto, un contesto di serenità.
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