
Giuro: non mancheremo all'inaugurazione della mostra, in modo da farne un'ampia e utile occasione di esegesi del profilo personale ed artistico. Affinché lo si conosca approfonditamente e lo si collochi nel contesto generale della storia e dell'arte di Cremona.
Su Dante Ruffini abbiamo, come testata, scritto ripetutamente ed ampiamente in tempi non sospetti. Per essere chiari, non a traino dell'accadimento di qualche settimana addietro, collocato nella notorietà a causa del collassamento della Sua bella opera, che, all'inizio di via Palestro e della porta d'accesso della “cittadella degli studi”, griffò il significato etico-morale, storico, idealistico del monumento dedicato alla libertà.
Senza alcuna acredine, ci va di interrogare la nostra coscienza e quella dei più direttamente coinvolti in questa colossale culpa in vigilando, che ha visto sgretolarsi questa opera scultorea egregia ed importante anche per la logistica educativa, di cui è stata per 60 anni il totem iconico.
Abbiamo scritto e, con il tatto discendente dallo stile e dalle consapevolezze dei ruoli reali, abbiamo sollecitato chi di dovere.
Speriamo solo che la mostra abbia anche una postproduzione di testimonianza (ed, occorrendo,di denuncia).
Dante Ruffini
La testimonianza artistica (L'EdP edizione 04/05/2020)
In sede di presentazione della pubblicazione del saggio di Emilio Zanoni del “Movimento cremonese di liberazione del secondo Risorgimento” e del Dossier del 75° anniversario della Liberazione, L'Eco del Popolo aveva, come si ricorderà, fatto un cenno ad una delle opere artistiche significative correlate all'epopea della Liberazione.
Ci riferiamo al bellissimo bronzo, sovrastante la fontana e l'epigrafe del celebre Ugo Foscolo: “in onore dei caduti per la libertà e di quanti sono parimenti sdegnosi di essere oppressi e di farsi oppressori”, intitolato “Ai caduti per la libertà” ed uscito dalla sensibilità e dalle mani del celebre artista cremonese Dante Ruffini (incidentalmente, cognato dello scultore Mario Coppetti) che lo realizzò nel 1963, poco prima della prematura scomparsa.
Ci è parso poca cosa quel cenno dedicato all'autore di un'opera così prestigiosa, collocata come portale della Cittadella degli Studi sorta in Via Palestro sulle fondamenta di quella che fu la Caserma Paolini.
Anche se, come si vedrà nel prosieguo del profilo, l'esimio scultore sarebbe stato costantemente aderente all'arte sacra, il citato monumento metterà in evidenza un eclettismo di genere, che è tipico dei grandi autori.
Ruffini, secondo una indiscrezione attinta dai ricordi di Mario Coppetti, era stato seriamente candidato alla committenza per la realizzazione del monumento che i socialisti cremonesi vollero, nel 1947, dedicare al martire antifascista Attilio Boldori.
Ma gli fu preferita la proposta di un altro scultore cremonese; orientata, secondo quanto riferitoci, da valutazioni “extra-artistiche”.
Ed abbiamo così ritenuto ricordare qualcosa di più di uno dei più prestigiosi artisti del 900 cremonese.
Dante Ruffini (Cremona 1905-1963) compì gli studi presso la Scuola d'Arte “Ala Ponzone" di Cremona, perfezionandosi presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia e, come si direbbe oggi, con un impegnativo stage presso lo scultore cremonese Alceo Dossena..
Esordì nel 1934 in una mostra a Milano. La sua prima e significativa commissione fu il bronzo di Amilcare Ponchielli, in occasione del centenario della nascita del musicista e dell'esecuzione del “Figliuol prodigo"; opera che il Comune di Cremona donò al Museo della Scala.
Due anni dopo parteciperà alla XX Biennale d'arte di Venezia nel settore scultura e, a seguire alla IV, V, VI, VII Mostra interprovinciale ed interregionale di Milano, nonché alle Biennali di Arte Sacra, alla Mostra Nazionale di Arte Sacra di Bergamo e alla Mostra degli Artisti Lombardi di Milano. Altresì avrebbe rappresentato l'Italia alla Mostra di Arte Sacra a S. Paolo in Brasile.
Sarebbe stato solo l'inizio di un'intensa attività espositiva di valenza cittadina e nazionale.
Le sue opere più significative sono ospitate in contesti di grande prestigio, come il Cimitero del Verano a Roma, la chiesa di S. Angelo a Milano, il Santuario di S. Maria delle Grazie a Monza, il Santuario di S. Antonio a Cremona, la cattedrale di Montefiascone, la Basilica di S. Siro in Sanremo ed, appunto, il monumento ai caduti per la libertà a Cremona.
Accompagnò a questa sua intensa prestigiosa testimonianza artistica anche un importante ed apprezzato contributo all'associazionismo artistico e culturale, nell'ambito del sodalizio ADAFA e dell'Associazione Artisti Professionisti di cui diventò presidente (ruolo rilevato nel prosieguo dal cognato Mario Coppetti).
Il suo stile, prevalentemente rivolto all'arte sacra, trasse, come molti critici gli riconosceranno, i fondamenti da una preparazione metodica e particolarmente impegnata.
La città di Cremona, in occasione del 50° anniversario della scomparsa, dedicò alla sua memoria ed al suo valore artistico e culturale un'importante Mostra artistica, curata dai figli Laura e Marco Ruffini e da Sonia Tassini ed una mostra documentaria, curata da Angela Bellardi ed Emanuela Zanesi.
La Gallery comprende alcuni significativi particolari del Monumento dei Caduti per la Libertà e l'immagine fotografica della preesistente Caserma Paolini, abbattuta nella seconda metà degli anni Cinquanta per erigere la cittadella degli studi.









Spazio Agio si presenta
Sportello di Ascolto libero e gratuito dedicato al benessere mentale dei ragazzi e delle ragazze fra i 14 e i 25 anni.
Lunedì 17 novembre 2025 ore 16.00
Sala Eventi Fondazione Città di Cremona
Piazza Giovanni XXIII
Si chiede gentilmente di inoltrare l'invito ai ragazzi e alle ragazze che potrebbero essere interessati.
PROGRAMMA
16.00
SALUTI DI APERTURA
Marina Della Giovanna
Assessora al Welfare e alle Politiche sociali
Ezio Belleri
Direttore Generale Asst di Cremona
Paola Mosa
Presidente Azienda Sociale Cremonese
16.15
COME STANNO I RAGAZZI E LE RAGAZZE
Roberto Poli
Direttore Dipartimento Salute Mentale Asst Cremona
Patrizia Galli
Responsabile Psicologia Clinica Asst Cremona
Luca Gabbioneta
Psicologo Comune di Cremona
16.30
SPAZIO AGIO IN PRATICA
Vanna Poli
IFO Area Salute Mentale Asst di Cremona
Leone Lisè
Educatore e referente organizzativo Spazio Agio Asst Cremona
Francesco Lazzari
Project Manager Comune di Cremona
Katia Di Filippo
Assistente Sociale Rappresentate Azienda Sociale Cremonese
Rappresentante Consulta degli Studenti di Cremona
17.00
UN'ESPERIENZA ALLA PARI
Carlo Ferrari
Portavoce "giovani in città"
Mariachiara Galli
Educatrice Asst Cremona
Alessandra Ardu
Professoressa di Lettere Liceo Anguissola
Studenti della classe terza Scienze umane
Liceo Anguissola
17.15 PER SENTIRSI A PROPRIO AGIO
Un aperitivo per fare due chiacchiere
A cura degli studenti del corso di cucina CRForma
Per informazioni
SS Comunicazione e Relazioni esterne
ASST di Cremona
Tel. +39 0372 408711 Cell. +39 338 573 3330
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Gaetano Arfè (Somma Vesuviana, 12 novembre 1925 – Napoli, 13 settembre 2007
di Valdo Spini
Ho avuto il privilegio di conoscere Gaetano Arfè praticamente da quando ero bambino, cioè dai suoi anni fiorentini. Funzionario degli archivi, in un periodo in cui questi erano competenza del Ministero dell'Interno, il Ministro Mario Scelba lo aveva trasferito dalla sua Napoli a Firenze, chiaramente per sottrarlo all'attività politica che stava svolgendo nella sua città. Arfè si lamentava molto di questo trasferimento, una lamentale a che a noi in famiglia sembrava esagerata, visto che tutto sommato Firenze e il suo Archivio di Stato non erano poi la Caienna. Arfè aveva combattuto da valoroso partigiano in Va d'Ossola con “Giustizia e Libertà” ma non aveva seguito le vicende travagliate del Partito d'Azione, si era iscritto al Psi già nel 1945, un po' come aveva fatto Francesco De Martino, il futuro segretario del Psi, che aveva avuto un breve passaggio nel partito d'Azione. Ma Gaetano conosceva bene quindi gli azionisti e il loro modo di pensare e così svolse un'importante funzione nell'avvicinamento e poi nell'ingresso nel Psi del Movimento di Unità Popolare in cui si erano organizzati gli ex azionisti fiorentini vicini a Tristano Codignola. Parliamo del 1956, quando nelle elezioni comunali di quell'anno la lista PSI-UP conquistò dieci seggi su sessanta capilista Ferdinando Targetti e Piero Calamandrei, e del 1957 quando, dopo il congresso di Venezia Unità Popolare entrò nel Psi, e nel l 1958 Tristano Codignola fu eletto alla Camera dei deputati.
Gaetano Arfè in quegli anni frequentava casa nostra, con sua moglie Anna veniva spesso a cena da noi. Personalmente mi interessavo già in modo molto precoce alle vicende politiche (partecipai alle giornate del luglio '60) ed egli volle regalarmi con dedica le “Memorie di un fuoruscito” di Gaetano Salvemini, che egli stesso aveva curato e che era uscito nel 1959 per i tipi di Feltrinelli.
La militanza socialista di Arfè si era espressa soprattutto nel suo contributo culturale di storico e di fine intellettuale. In un partito che aveva subito il ventennio fascista e poi sconfitte, scissioni delusioni, egli aveva saputo riprendere il filo rosso della storia delle grandi battaglie ideali, sociali e politiche del movimento socialista.E' del 1956 la “Storia dell'Avanti”, che di fatto costituiva una rivalutazione del socialismo riformista del prefascismo su cui era scesa la polvere della sconfitta subita nonché della scelta frontista del pdel Psi nel periodo 1947-1955. Una dimenticanza ed una colpevole emarginazione di cui aveva fatto le spese anche la figura di Giacomo Matteotti, come abbiamo potuto verificare ripercorrendo la sua straordinaria storia in questo anno 2024, centenario della sua uccisione e del suo sacrificio.
La storia dell'Avanti! e il ruolo del suo direttore erano particolarmente importanti nella storia del movimento socialista. Il direttore dell'Avanti! contava più del segretario di un partito forzatamente disorganizzato e il giornale era l'elemento di collegamento e di indirizzo nei confronti di una base popolare ancora non scolarizzata e acculturata. Quindi la storia dell'Avanti! era forzatamente storia del partito. Ma questa storia del partito Arfè la portò avanti fino al la “Storia del socialismo italiano”( 1892-1926)”, pubblicata nel 1965,l un capolavoro della storiografia politica italiana, che mio padre Giorgio Spini definì all'altezza del “Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli” dell'illustre storico napoletano Vincenzo Cuoco. La similitudine era nella grandezza delle due sconfitte, quella dei democratici napoletani del 1799 e dei socialisti all'avvento del fascismo nel 1926.
Arfè iniziò poi la sua carriera universitaria, lasciando quindi gli archivi, e nel 1973 diventò ordinario alla Cesare Alfieri di Firenze, cattedra che ricoprì per tutta la vita universitaria, tranne gli ultimi anni trascorsi a Napoli.
Nel frattempo, anche la vita politica di Arfè tagliava nuovi traguardi. Egli non era né un uomo di potere né un uomo d'apparato. La sua forza era di essere un formidabile organizzatore culturale, un paziente tessitore di rapporti tra gli intellettuali, in particolare gli storici, socialisti e i dirigenti del partito. Prendeva le sue posizioni interne al Psi, militando nella corrente di De Martino, ma aveva una particolare consuetudine e vicinanza con Pietro Nenni. Aveva il rispetto di tutti i principali leaders socialisti che egli volle raffigurare in un altro suo libro “I socialisti del mio secolo”, pubblicato nel 2002.
Dal 1959 al 1971 è condirettore della rivista ideologica del partito, “Mondo Operaio”, dal 1966 diviene direttore del quotidiano socialista Avanti!, alla cui guida resterà per dieci anni, prima nel periodo 1966-69 in codirezione con il socialdemocratico Flavio Orlandi, poi dopo la nuova scissione del Psdi. da solo.] Proprio a causa delle inchieste sulle "trame nere" pubblicate sul giornale da lui diretto, Arfè è vittima di un attentato terroristico che il 2 aprile del 1975 devasta la sua abitazione con un ordigno esplosivo, provocando il ferimento di tre persone. Ho ancora nella mia memoria visiva la foto sull'Avanti! con Francesco De Martino, segretario del partito con cui esamina preoccupato gli effetti dell'esplosione sulla sua biblioteca.
Commovente il racconto che fece della notte della scissione socialdemocratica del 5 luglio1969. Arfè direttore dell'Avanti! concorda con Pietro Nenni, il grande sconfitto di quella vicenda, il titolo sull'Avanti! e accompagna a casa il vecchio leader, che commenta “Per me è finita”. Ma il titolo sull'Avanti! fu battagliero e dette un'indicazione ai militanti: “Il Partito unito respinge la scissione di Tanassi e c,”
Lo storico socialista faceva parte della Direzione Nazionale del Psi già dal 1957, esempio di una connessione tra cultura e politica cui il Psi, e in genere i partiti di allora tenevano moltissimo
Nel 1976 è eletto deputato nel collegio di Parma-Modena-Reggio-Piacenza; entra nella "Commissione affari costituzionali" e rappresenta il gruppo socialista nelle trattative sul Concordato. Il 1976 è anche l'anno del cambiamento di vertice del Psi al Comitato Centrale del Midas Hotel. De Martino si dimette e Bettino Craxi viene eletto segretario da una maggioranza che inizialmente ha tre componenti. Gli autonomisti di Craxi, la sinistra di Signorile, e gli ex de martiniani di Enrico Manca che hanno aderito al nuovo corso socialista. Arfè è con questa componente, anzi nella nuova direzione viene nominato responsabile deli esteri, ma si accorge di essere regolarmente bypassato dal segretario del Partito che ha per la politica estera e per la politica europea un particolare interesse e una particolare attenzione. Tenta, come era nel vecchio stile della politica, in particolare quella partenopea, la carta delle dimissioni. Ma queste non portano particolari traumi, Craxi va lo stesso avanti affidando il settore di fatto, senza una nomina ufficiale, a Carlo Ripa di Meana.
Arfè sposta allora il centro della sua azione politica. Nel 1979 lascia il Parlamento italiano e,
nelle prime elezioni dirette, viene eletto deputato al Parlamento europeo per il collegio Nord-est nelle liste del PSI ed entra nel gruppo del Partito Socialista Europeo. E' relatore sul tema della politica televisiva europea e promuove la "Carta dei diritti delle minoranze etniche e linguistiche".La Risoluzione del Parlamento europeo dedicata alla tutela delle minoranze etniche e linguistiche, approvata il 16 ottobre 1981, è anche nota come "Risoluzione Arfè".
E' a Gaetano Arfè che viene affidata la commemorazione del leader scomparso Pietro Nenni (morto il primo gennaio 1980), nel drammatico comitato centrale del 15 gennaio successivo in cui la segreteria Craxi viene sfidata senza successo da uno schieramento guidato da Giacomo Mancini, Francesco De Martino, Riccardo Lombardi e Antonio Giolitti. Quest'ultimo è il candidato ad un'eventuale segreteria.
Craxi prevale nuovamente per l'appoggio di Gianni De Michelis che lascia la sinistra, ma in quelle ore concitate, con il partito sull'orlo della spaccatura, c'è anche chi parla di Arfè, che ha pronunciato una bellissima orazione funebre per Nenni, come possibile segretario unitario di emergenza
Terminata l a legislatura europea, nel 1984, nel 1985 Arfè rompe definitivamente col segretario Bettino Craxi, lascia il Partito Socialista e l'anno successivo dà alle stampe lo scritto La questione socialista, con cui motiva la sua fuoruscita. Nel 1987 è eletto senatore nel collegio di Rimini per la sinistra indipendente nelle liste del Pci. Nel 1992 lascia il Parlamento italiano.
Gaetano Arfè rimase sempre per tutta la vita un coerente socialista, un militante di quel Psi pre-craxiano, partito di ambizioni più modeste ma di grande generosità politica. Un riformista di sinistra, potremmo tentare di definirlo, ma forse è meglio dire tout court un socialista vecchio stampo.
Difficile far capire oggi ai giovani quelle accanite discussioni che si svolgevano fino a tarda notte nelle sedi socialiste, magari in un certo senso anche autolesioniste, ma piene di passione politica. E il ruolo che vi giocavano autentici maestri della politica da Nenni a Lelio Basso a Rodolfo Morandi, a Riccardo Lombardi, personaggi verso i quali Arfè aveva un'autentica venerazione.
Con Gaetano Arfè mi ritrovai a Napoli nel 2002 alla presentazione a Palazzo Serra di Cassiano del libro scritto a quattro mani con mio padre Giorgio, “La strada della Liberazione”, in cui si ripercorrevano le tappe della biografia di quest'ultimo fino al 1945. Gaetano approvava molto e lo disse, questa pietas familiare in tempi di disincanto e di distacco generazionale.
Per me non era solo un compagno di partito, ma in qualche modo un familiare. Quando eravamo ragazzi aspettavamo impazienti la pastiera napoletana che faceva pervenire alla mia famiglia come regalo di Natale., e questo tratto umano nel rapporto personale lui lo ha sempre mantenuto. Era una delle sue grandi armi, di quel soft power nelle relazioni umane di cui era dotato.,
Se nel1960 mi aveva regalato le Memorie di un fuoruscito, di Salvemini che lui stesso aveva curato, nel 2006mi regalò quello che doveva essere il suo ultimo libro, Scritti di Storia e di politica, edito dall'Istituto di Studi Filosofici di Napoli. La dedica, sobria come nel suo costume; “ A Valdo/Gaetano, Napoli febbraio 2006”. L'anno dopo moriva.




Dopo il grande successo della vendita del libro usato, viene proposto un nuovo appuntamento al Centro del Riuso di Cremona in via dell'Annona 11/13, presso l'ex mercato ortofrutticolo, di fronte allo stadio. Sabato 15, mercoledì 19 e sabato 22 novembre verrano esposti giocattoli in legno, giochi in scatola e un numero strabiliante di sorpresine, vintage e meno vintage. Un'autentica occasione per i collezionisti e per i prossimi doni di Santa Lucia. Come sempre, all'insegna della solidarietà, del risparmio e della sostenibilità ambientale. Il Centro, gestito dall'Associazione "Amici di Emmaus ODV", sarà aperto, come di consueto, dalle ore 9 alle 12 e vi si potranno trovare anche libri, indumenti, oggettistica e altro ancora. Per informazioni: 037594167; emmaus.piadena@libero.it

Il 28, 29 e 30 novembre la Società dei Militi, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, organizza il primo PASOLINI FESTIVAL CREMONA. Un Festival — o una festa — diffuso in tutta la città per esplorare la figura del poeta, regista e intellettuale attraverso incontri, spettacoli, dibattiti e performance che coinvolgeranno studiosi, scrittori, giornalisti e giovani realtà associative.
«Pasolini — dichiara il sindaco di Cremona, Andrea Virgilio — non è stato un intellettuale qualunque: è stato un uomo che ha saputo guardare oltre le apparenze, denunciare le ipocrisie del potere e difendere con forza la libertà di pensiero, la dignità dei più deboli e la verità delle parole. La nostra città ha avuto l'onore di accoglierlo, quando da giovane insegnò nelle scuole e condivise la vita culturale della nostra comunità. Quel passaggio, seppur breve, lasciò una traccia profonda: il suo sguardo attento, la sua sensibilità verso la gente semplice, la sua sete di autenticità. Oggi, quel legame ci spinge a ricordarlo non solo come figura storica, ma come voce viva che parla ancora alle nuove generazioni. Con questo festival, Cremona vuole rendere omaggio al poeta e all'uomo, ma anche rilanciare il suo insegnamento come patrimonio comune: un invito alla coscienza critica, alla responsabilità e alla passione civile. Ringrazio la Società dei Militi, e in particolare il suo presidente Giulio Solzi Gaboardi, per la lungimiranza avuta nell'organizzazione dell'evento».
«Abbiamo provato a raccogliere una parte di quell'eredità artistica, ideologica e intellettuale che Pasolini ci ha lasciato cinquant'anni fa — afferma il direttore artistico del Pasolini Festival, Giulio Solzi Gaboardi — e, nel nostro piccolo, abbiamo immaginato una rassegna che incarnasse il suo slancio vitalistico e libertario. ‘Difendi, conserva e prega', ha scritto Pasolini nella sua ultima poesia. Consci che quel ‘conservare' significa tutelare il fuoco antico e non venerare le ceneri, omaggiamo Pasolini comprendendone l'attualità disarmante e la visionarietà profetica. Conformismo, omologazione, banalizzazione, superficialità: Pasolini aveva già individuato i mali del nostro tempo. Che questo Festival sia allora l'occasione per scavare senza fermarsi alla superficie».
Un Festival organizzato da giovani per i giovani. Ogni appuntamento sarà ad ingresso gratuito. «Vogliamo parlare di Pasolini a tutti e proporlo come esempio di libertà — conclude il Solzi Gaboardi —. Nel tempo del conformismo, riscoprire l'indipendenza intellettuale, la forza di muoversi sempre controcorrente».
«Desidero ringraziare la Società dei Militi — aggiunge Luca Burgazzi, assessore al Turismo, ai Giovani e agli Eventi — per aver proposto e sostenuto la realizzazione di questo Festival dedicato a Pier Paolo Pasolini, una figura centrale della nostra cultura, capace ancora oggi di parlare alle nuove generazioni. Il Comune di Cremona è orgoglioso di patrocinare e sostenere concretamente questa iniziativa, riconoscendone il valore culturale e formativo. Il Festival rappresenta un'importante occasione per coinvolgere i giovani e invitarli a confrontarsi con i temi della libertà, della responsabilità e del pensiero critico. Ancora una volta, Cremona dimostra di credere nella cultura come spazio di crescita civile e comunitaria, dove la memoria diventa stimolo per guardare al futuro con consapevolezza e partecipazione».
L'apertura ufficiale è fissata per venerdì 28 novembre alle ore 18, nel Salone della Società Filodrammatica, con l'incontro “Pier Paolo il Cremonese”, dedicato agli anni di Pasolini nella città del Torrazzo. A raccontarli sarà Alessandro Gnocchi, caporedattore di Cultura e Spettacoli de Il Giornale e autore del libro “PPP. Le piccole patrie di Pasolini”.
Alle 21, nella Sala Maffei della Camera di Commercio, si terrà la vera e propria inaugurazione del Festival con Guido Damini, storico e speaker radiofonico, che presenterà lo spettacolo inedito “L'inizio della fine. Pasolini e il '68”, ideato appositamente per il Festival.
La giornata di sabato 29 novembre si svolgerà interamente nelle sale di Palazzo Manna, grazie alla collaborazione con la Società Filarmonica Ruggero Manna. Il programma prevede due incontri interamente dedicati ai giovani e una mostra di meme curata dalla rivista Il Blast.
Alle 17 si terrà l'incontro “Pasolini, l'Italia e noi”, un viaggio nell'Italia del Dopoguerra attraverso la biografia e le opere del poeta, toccando temi come industria, energia e geopolitica, con particolare attenzione a Petrolio, il suo romanzo incompiuto. Interverranno Federico Mosso, autore di “Ho ucciso Enrico Mattei” (Gog Edizioni, 2021), e Andrea Muratore, analista geopolitico e firma di InsideOver.
Alle 18, il giovane scrittore e divulgatore Riccardo Pedicone (oltre 140mila follower su Instagram) sarà protagonista di un incontro speciale insieme ai ragazzi dell'associazione Spazio Noce. A partire da testi pasoliniani come il finale di Teorema, Pedicone proporrà una narrazione innovativa e immersiva dedicata a Pasolini e al suo pensiero.
Domenica 30 novembre, alle 18, nel Salone della Filodrammatica, andrà in scena il “Processo a Pasolini”. Sul banco degli imputati, naturalmente, Pier Paolo Pasolini. L'accusa sarà sostenuta da Alfio Squillaci, autore di “Pasolini Addio” (Gog Edizioni, 2025); alla difesa l'avvocato cremonese Alessandro Zontini; giudice Francesca Morandi, giornalista di cronaca giudiziaria. Il pubblico, vera giuria popolare, potrà esprimere il proprio verdetto tramite una scheda consegnata all'ingresso.
Alle 21, nella stessa sala, la chiusura del Festival con la serata finale del concorso letterario “Parole in libertà”, quest'anno dedicato a Pasolini. Il concorso, rivolto ai giovani fino ai 35 anni, invita a ispirarsi a tre celebri frasi dell'autore. Durante la serata verranno letti gli elaborati finalisti e consegnati i premi in denaro offerti da Neovit Studentati, che l'organizzazione ringrazia insieme agli altri sostenitori del Festival.
La giuria sarà composta da: Filippo Raglio (presidente), Claudio Ardigò, Alessandro Zontini, Riccardo Pedicone, Silvia Andrea Russo e Francesco Paolo Truglia. Il Festival sarà arricchito da due rassegne collaterali:
- FUORIFESTIVAL, che offre un'anteprima del Festival con lo spettacolo dell'Associazione Prysma Aps al Teatro Filo, martedì 25 novembre alle 21: “Abbiamo perso un poeta”, che unirà narrazione e immagini con le musiche del grande cantautorato italiano eseguite dal vivo. Chiude i FUORIFESTIVAL la presentazione di “Un sacco di Monnezza. La morte di Pasolini” di Riccardo Lestini, allestita dalla Fiera del libro di Cremona il 7 dicembre alle 17,30 nella saletta eventi di SpazioComune.
- PASOLINI AL PONCHIELLI, che propone tre appuntamenti nel Foyer del Teatro Ponchielli, organizzati dagli Amici del Teatro “L'Aurea Cetra” in collaborazione con la Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli.
16 novembre: “Più moderno di ogni moderno. Pasolini e i classici”
con Silvia Andrea Russo, in collaborazione con gli ex alunni del Liceo Manin;
22 novembre: “Stringo un patto con te, Ezra Pound. Pasolini riscopre Pound”
con Giulio Solzi Gaboardi;
30 novembre: “Pasolini e Callas. Cronache di un amore”
con il critico d'opera Alberto Mattioli e il compositore Davide Tramontano, che anticiperanno la loro nuova opera in debutto a Piacenza a marzo.
La Società dei Militi torna dunque a occuparsi di Pasolini dopo aver dedicato al poeta, nel 2022, la targa della Biblioteca del Liceo Manin e aver proposto l'anno seguente l'intitolazione del Lungargine maestro. Recentemente ha inoltre inviato al Sindaco di Cremona, Andrea Virgilio, la proposta di conferimento della cittadinanza onoraria a Pasolini, per le pagine meravigliose che ha dedicato alla città in Operetta marina. PROGRAMMA PASOLINI FESTIVAL CREMONA
Venerdì 28 ottobre
Ore 18 - Salone della Società Filodrammatica Cremonese
“Pier Paolo il cremonese”
con Alessandro Gnocchi
Ore 21 - Sala Maffei (Camera di Commercio)
“L'inizio della fine. Pasolini e il ‘68” con Guido Damini
Sabato 29 novembre
Ore 17 - Palazzo Manna
“Pasolini, l'Italia e noi”
con Federico Mosso e Andrea Muratore
Ore 18 - Palazzo Manna
“Perché leggiamo (Pasolini)”
con Riccardo Pedicone e SpazioNoce
Domenica 30 novembre
Ore 18 - Salone della Società Filodrammatica Cremonese
“Processo a Pasolini”
con Alfio Squillaci, Alessandro Zontini, Francesco Morandi
Ore 21 - Salone della Società Filodrammatica Cremonese
“Parole in libertà. Omaggio a Pasolini” (Concorso letterario under 35)
La giuria sarà composta da: Filippo Raglio (presidente), Claudio Ardigò, Alessandro Zontini, Riccardo Pedicone, Silvia Andrea Russo, Francesco Paolo Truglia.
FUORIFESTIVAL
Martedì 25 novembre ore 21
Teatro Filo
“Abbiamo perso un poeta. Parole e immagini con la musica dei maggiori cantautori italiani”
a cura dell'Associazione Prysma Aps
Domenica 7 dicembre ore 17,30
SpazioComune
Presentazione di “Un sacco di monnezza. La morte di Pasolini”
a cura della Fiera del Libro di Cremona
PASOLINI AL PONCHIELLI
in collaborazione con Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli
a cura degli Amici del Teatro “L'Aurea Cetra”
Domenica 16 novembre ore 15
Foyer del Teatro Ponchielli
“Più moderno di ogni moderno” Pasolini e i classici
Con Silvia Andrea Russo e l'Associazione Ex Alunni del Manin
Sabato 22 novembre ore 15
Foyer del Teatro Ponchielli
“Stringo un patto con te, Ezra Pound” Pasolini riscopre Pound
Con Giulio Solzi Gaboardi
Domenica 30 novembre ore 15
Foyer del Teatro Ponchielli
“Callas e Pasolini. Cronache di un amore” Con Alberto Mattioli e Davide Tramontano



