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Comitato provinciale ANPI: unità, antifascismo, rinascita

  13/12/2023

Di Redazione

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Cronaca del Comitato provinciale dell'A.N.P.I.

Domenica 10 dicembre nella sede di via Foppone si è riunito, presenti 19 compagne/i, il Comitato provinciale ANPI di Cremona. Nella relazione del Presidente Corada ampio spazio è stato dedicato alle guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente ed alle posizioni dell'ANPI in merito, posizioni meritoriamente già riportate integralmente su Eco del Popolo.
Dopo aver preso atto con soddisfazione dell'ottimo esito del tesseramento 2023, aumentato a 622 iscritti (88 in più sul 2022), si è anche salutato con un applauso l'annuncio della nascita di una nuova Sezione comunale a Vaiano con 20 iscritti. Il Comitato ha poi designato all'unanimità i tre garanti previsti dal nuovo Statuto in base agli iscritti: Anna Grimaldi, Maurizio Corda e Paolo Zaini, supplenti Sofia Malaggi e Paolo Balzari. Sofia Malaggi ha quindi riferito sulla assemblea nazionale dei giovani dell'ANPI nella quale ha rappresentato Cremona. Ancora la compagna Malaggi ha dato conto della attività sulla formazione dedicata ai nuovi iscritti ed ai giovani con incontri su Costituzione, Fascismo e Resistenza, Ucraina e Palestina. Altro tema su cui sono previsti specifici momenti di trattazione anche quello delle riforme costituzionali (no agli stravolgimenti proposti dall'attuale governo) e la organizzazione di una iniziativa sugli Internati militari in Germania nel '43-45, vi sono dedicati due recenti volumi di Franzinelli e di Insolvibile. Il responsabile della Sezione ANPI cittadina Vincenzo Montuori ha annunciato specifiche riunioni su temi presenti nel Comune capoluogo.

Nel corso del dibattito sono intervenuti anche Aroldi, Vescovi, Balzari, Berardi, Carotti, Bettenzoli, Rotelli.

Feconde sinergie…

La redazione, innanzitutto, ringrazia Giuseppe Azzoni che, a richiesta, ha redatto ed inviato la cronaca della riunione. Questo doveroso ringraziamento spazia anche al costante rapporto di collaborazione (insieme ad altri dirigenti dell'ANPI cremonese e provinciale) che consente alla nostra testata di fornire un'aggiornata informativa sulla testimonianza costante dell'Associazione.

Di cui è sorprendente (in quanto in controtendenza con i diffusi standards delle attività associative, in senso generale e anche relativamente a quelle della cultura di sinistra) segnalatore il dato del tesseramento. 700 iscritti cositutiscono un dato imparagonabile a qualsiasi altro dato riguardante i sodalizi di qualsiasi genere, che operano nel campo della divulgazione storica e culturale e, se è consentito, della politica stricto sensu.

Si tratta di un indicatore del mantenimento di una vitalità, che, peraltro, nel caso dell'ANPI si estrinseca (come precisa il comunicato e come noi testata in un certo senso correlata nematicamente possiamo confermare) in una agenda annuale fitta di eventi.

Questo versante di percezione non può non indurre a considerare il dato in senso contro-tendenziale rispetto al diffuso impulso della disaffezione alla militanza e alla testimonianza ideale.

Ovviamente i piani non sono sovrapponibili. Così come l'eventuale approdo ad una testimonianza ideale e storica non può configurare un'opportunità sostitutiva. Ufelé ufelé…a ognun el so' mesté. L'avevamo già scritto qualche anno in occasione della scesa in campo di ambienti dell'ANPI nazionale su questioni, importanti ma non attinenti alle finalità associative, che, facendo percepire sconfinamenti di ruolo, arrischiarono di cucirgli addosso un abito largo di sconfinamento dalla mission.

Per quel che può valere questo nostro endorsement, riteniamo che l'Associazione con la sua costante e decisa attività, di divulgazione e di testimonianza, costituisca, in contesti in cui convinzioni scontate tanto scontate non appaiono, una gamba importante del tavolo della tenuta del nostro modello liberaldemocratico.

Ovviamente insieme alla Associazione Partigiani Cristiani (che, purtroppo, nelle ultime settimane ha perso il suo storico presidente, sen. Angelo Rescaglio) ed insieme alla Associazione Divisione Acqui.

Tale constatazione infonde, in chi da tempo mostra giustificate consapevolezze in ordine all'emergere di tendenze di consensi e di equilibri parlamentari in contrasto con la lunga storia repubblicana, motivi di sprone a perseverare nella testimonianza associativa e nell'articolato programma di divulgazione, in linea con la lunga storia dell'ANPI cremonese e con l'attività degli anni più recenti.

Cronaca del Comitato provinciale dell'A.N.P.I.Azzoni, riferendosi alle edificanti sinergie in atto da molto tempo, ha fatto opportunamente menzione alle iniziative di approfondimento di importanti saggi storici. In particolare di quella alle viste (a fine inverno, sotto l'egida di Filo-Libri, col patrocinio e con la partecipazione dell'Assessore alla Cultura Burgazzi ed in partnership con ANPI, ANPC, Associazione Zanoni e L'EdP) che concerne l'ultima fatica (Schiavi di Hitler) del professor Mimmo Franzinelli.

Un apprezzato ricercatore storico ed autore di importanti ricerche; che, in qualche misura, è stato adottato da Cremona, città nella quale non manca mai di approfondire i suoi apprezzati libri.

ECOLibri: «Schiavi di Hitler»

Il volume «Schiavi di Hitler» è uscito martedì 29 agosto 2023, per Mondadori (pp. 432, euro 25)

Una disfatta, per chi come Benito Mussolini era convinto d'aver indottrinato in un ventennio masse di marionette pronte a credere, obbedire, combattere. E ancora agli sgoccioli del 1944 lanciava un appello agli «italiani residenti in Germania» perché si ricongiungessero «sempre più intimamente con la Repubblica Sociale Italiana, il cui tricolore senza regie croci può sventolare di fronte a tutti i popoli degni di questo nome, in quanto tengono fede ai patti giurati». Macché: meglio la prigionia, gli inverni nelle baracche gelide, le angherie, la fame... Altro che «Resistenza passiva», sostiene lo storico, «Che tra i soldati nove prigionieri su dieci abbiano respinto gli inviti di nazisti e fascisti evidenzia un'opposizione tenace: una “Resistenza attiva” per quanto le proibitive circostanze e i rapporti di forza sfavorevoli lo consentivano». Una storia a lungo ignorata come fosse quasi secondaria. E ricostruita da Franzinelli tappa su tappa. Le «imbarazzate trattative segrete con gli anglo-americani, tra indecisioni e pavidità» dopo il 25 luglio, che «toglie di mezzo Mussolini divenuto impopolare per aver gettato il Paese in una guerra rovinosa ma non risolve il dilemma sulla collocazione bellica». L'armistizio segreto. I tentennamenti del re e di Badoglio. L'ultimatum di Eisenhower perché il ribaltamento delle alleanze sia reso pubblico: «Nessuna vostra futura azione potrebbe più ridarci alcuna fiducia nella vostra buona fede...» fino all'8 settembre. Il caos raccontato da Beppe Fenoglio: «La truppa non ha tardato ad annusare il quarantotto completo, ha pensato alla pelle e a casa sua e ha mandato l'esercito a fare in culo. Voltavi gli occhi e di cento ne ritrovavi settanta, poi cinquanta, gli ufficiali rimasti allargavano le braccia o piangevano come bambini, i soldati saltavano il muro come tanti ranocchi. Io l'ho vista sì la bellezza di resistere ai tedeschi, ma mi sono detto: debbo crepare proprio io per le migliaia che già corrono verso casa? A casa, a casa! Se la sbrighino gli altri...». Fu durissima, per i militari italiani allo sbando, rastrellati e portati via su carri bestiame verso le fabbriche tedesche. Viaggi durati fino a ventisette giorni. Dubbi: «L'educazione di vent'anni di fascismo ci aveva tenuti all'oscuro delle realtà della vita. Non eravamo maturi per una scelta, tragica scelta, da compiere immediatamente con una posta in palio che era la vita». Soprusi: «Gli ufficiali spesso venivano convocati a teatro, sotto la luce di proiettori e sottoposti alla scelta di impresari e contadini tedeschi che palpavano loro gli arti, guardavano in bocca come se fossero bestie». Rancori: «Incontriamo persone che non ci degnano di uno sguardo, e chi lo fa è solo per insultarci con sputi per terra o inveendo con parole di cui, anche se incomprensibili, si può intuire il significato da come vengono pronunciate, piene di odio e di veleno, come se fossimo colpevoli di chissà quali delitti. Alcuni gridano Badoglio kaput! Badoglio kaput!! e ci fanno segno con la mano tesa alla gola che ci taglieranno la testa». Rimpatri appesi alla firma di moduli infami: «Io presto su Dio questo sacro giuramento, che nella lotta per la mia patria italiana contro i suoi nemici, ubbidirò incondizionatamente al Comandante Supremo dell'Esercito tedesco Adolfo Hitler». La truffa del lavoro pagato ai «volontari»: «I marchi tedeschi che ci davano erano particolari: avevano solo un lato stampato, l'altro no». Le terribili carneficine finali, come nel campo di Treuenbrietzen, non lontano da Berlino, liberato dai russi e ripreso dai nazisti il 23 aprile 1945, due giorni prima della nostra Liberazione. Una tragica beffa per i 127 italiani decimati come ultimo sfogo belluino, una settimana prima del suicidio del Führer, dai suoi fanatici adepti in fuga. Antonio Ceseri, sepolto nel fango dai cadaveri degli amici uccisi, sopravvisse, tornò in patria, denunciò la strage. «Cento più o cento meno cosa vuole cambi?», gli risposero. E gli fecero finire gli otto mesi di leva che gli mancavano.

Ai nostri lettori segnaliamo una recensione di grande livello, sotto il titolo “la Resistenza disarmata”, ad opera di Gian Antonio Stella su Corriere della Sera del 27 agosto 2023.

Un auspicio...

Nel segnalare ai nostri elettori la novità editoriale, formuliamo l'auspicio che Mimmo Franzinelli, già contattato anche a nome dei numerosi estimatori cremonesi, sia quanto prima nella nostra città ad approfondire e a discutere di questo lavoro editoriale.

Mimmo Franzinelli, storico del fascismo e dell'Italia repubblicana, componente del comitato scientifico dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione «Ferruccio Pari», è autore di numerosi saggi, fra cui, da Mondadori: Le stragi nascoste, Squadristi, Guerra di spie, Il piano Solo, Il prigioniero di Salò, Il duce e le donne, Bombardate Roma!, Disertori, Il Tribunale del duce. È inoltre coautore dei libri fotografici Il duce proibito, RSI e Fiume. Lavori più recenti: L'insurrezione fascista (Mondadori, 2022); Il filosofo in camicia nera (Mondadori, 2021); Storia della Repubblica Sociale Italiana (Laterza, 2020); Fascismo Anno Zero, Mondadori, 2019).

Creare la Storia

Occuparsi di storia è un'attività affascinante, un'esplorazione avventurosa tra passato e presente alla scoperta di nuove fonti da riordinare e interpretare; l'esito delle ricerche si sedimenta in testi che, dopo aver smosso l'intimo del loro autore, raggiungono l'obiettivo se riescono a trasmettere qualcosa di significativo al lettore. Hermann Hesse ha sintetizzato il senso della storiografia in un passo del romanzo Il gioco delle perle di vetro: «Studiare la storia, mio caro, non è uno scherzo, non è un gioco irresponsabile. Lo studio della storia presuppone che si sappia che esso mira a qualcosa d'impossibile, eppur necessario e importante. Studiare la storia significa abbandonarsi al caos, ma al contempo mantener fede nell'ordine e nella ragione. È un compito molto serio, e forse tragico».

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