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Sempre a proposito del “pacco” /9

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

  08/11/2023

Di Redazione

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La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali

"Un nuovo ospedale a Cremona? No, non è indispensabile"

Ve l'immaginate un Amministratore di condominio che, invece di curare la manutenzione dell'edificio che è tenuto ad amministrare, lo lascia andare per anni alla deriva, senza preoccuparsi di cornicioni cadenti e calcinacci pericolosi?

Come reagirebbero i condomini quando l'Amministratore dovesse proporre di demolire l'edificio e costruirne uno nuovo, più moderno e a norma antisismica appena di fianco?

Bene, sembra di vivere la storia recente dell'Ospedale di Cremona: non ci si è mai preoccupati della normale manutenzione degli edifici, se non marginalmente e adesso, invece di rimediare all'incuria di questi “Amministratori” (e magari incidere i loro nomi su di una targa ad imperitura memoria), la soluzione è buttare giù l'Ospedale e farne un altro proprio di fianco.

Una scelta che tiene in conto anche la certificazione antisismica, quasi che Palazzo Comunale, la Cattedrale, l'intera città debba essere rasa al suolo per ricostruirla secondo la normativa vigente. Quanti Ospedali [PC1] in Lombardia sono a norma? Il Policlinico? Il Niguarda? Quello di Pavia? Quello di Mantova? L'Ospedale di Crema?

Lasciamo poi ai cittadini il commento sul fatto che la Corte dei Conti ha rilevato che negli ultimi anni l'Ospedale di Cremona non è riuscito a spendere ben ventiquattro milioni di euro, belli pronti e disponibili per migliorarne la struttura e le funzioni. Se poi pensiamo che non si trovano i fondi per migliorare la condizione dei sanitari e migliorare la dotazione ospedaliera e però sono disponibili trecentoventi milioni da spendere per un nuovo ospedale, allora diventa necessaria qualche riflessione.

Anche perché questi trecentoventi milioni non cadono dal cielo, ma sono soldi che arrivano dalle tasse di chi le tasse le paga e magari vorrebbe una Sanità pubblica migliore, non favorire gli interventi di edilizia. Saranno in tanti a fare affari d'oro con il nuovo ospedale e questo forse spiega lo schieramento quasi compatto dei rappresentanti delle Istituzioni e delle Categorie produttive.

Gireranno quindi molti soldi e gireranno molto anche i pazienti, alla ricerca di una struttura ospedaliera diversa da un ospedale lasciato andare alla deriva perché intanto, a pochi metri di distanza, ci sono lavori, rumore, polveri, traffico di camion e di macchinari per costruirne un altro. Che poi dovrà funzionare e quindi avrà bisogno di arredi, attrezzature, strumentazioni, personale.Tutto avvolto nel mistero.

Fermiamoci qui per ora e però facciamoci una domanda: i nostri malati si meritano tutto questo?

Non permettere che le decisioni della politica regionale e locale, in accordo con le categorie produttive, si giochino il tuo diritto alla salute.

I costi economici

  • 285 milioni per il NUOVO ospedale +
  • 30 milioni per la demolizione +
  • 45 milioni per le NUOVE ATTREZZATURE ad oggi senza finanziamento +
  • 20/30 milioni danno erariale della dismissione attrezzature dell'attuale +
  • 100 milioni il valore della scatola edilizia attuale (1.000 euro/mq)
  • 485 milioni spesa totale per costruire il NUOVO Ospedale a Cremona
  • 195 milioni per ADEGUARE il VECCHIO ospedale ai canoni previsti dal bando per il nuovo ospedale
  • NON RISTRUTTURARE SIGNIFICA BUTTARE AL VENTO circa 290 milioni di denaro pubblico

I costi ambientali

  • Demolire e ricostruire impone consumi di energia elettrica-idrica superiori dell'80% rispetto a quelli necessari per ristrutturare e incrementa la produzione di CO2, CO, PM 10 e PM 2,5 per 10 anni in una città prima in Europa per inquinamento.
  • Da tempo in architettura si punta al recupero che anche la politica promuove sotto la voce di Rigenerazione Urbana e nel Nord-Europa il riuso anche in edilizia è legge.

È una scelta ambientalmente anacronistica.

I costi sociali

  • Il Maggiore per il prossimo decennio subirà un ulteriore declino a danno dell'utenza che dovrà trovare risposte nel privato o migrando fuori provincia o gli utenti del nuovo ospedale saranno esposti per 10 anni ai disagi del doppio cantiere con la viabilità interna ed esterna al limite del collasso.

È non avere il coraggio di fare scelte oneste. Adeguare il vecchio è fattibile e strategico.

  • Il Maggiore non presenta grandi problemi ai fini del recupero e della distribuzione degli spazi (su una superficie di circa 100.000 mq. a fronte dei 65.000 del nuovo permette il pieno rispetto dei canoni imposti dal bando per il nuovo ospedale.
  • Ristrutturare a stralci, in step, dà la possibilità di realizzare opere e impianti tecnologici sempre aggiornati e adeguati alle sopravvenienti necessità.

È strutturalmene sicuro e tra i più recenti in Lombardia.

Non firmare se hai già firmato la "petizione contro la costruzione del nuovo ospedale a Cremona" on line sulla piattaforma change.org. Per la riconsegna del modulo con le firme raccolte scrivi a: e-mail: movimentoper.riqualificahdicr@gmail.com.

Per fotogrammi o l'intero film?

Il quesito, ovviamente, non è posto alla parte in campo, che con radicamento encomiabile nell'etica delle consapevolezze civili e del dovere di testimonianza attiva e, soprattutto, con largo e apprezzabilissimo impiego di analisi critica e documentato contrasto sta dimostrando che opporsi a sciagurate pratiche gestionali si può.

Ma evidentemente ciò, che, in tempi fecondi, sarebbe segnale di buon servizio civile e di corretto ed edificante rapporto tra amministrati e ceto dirigente, nei contesti correnti, invece, appare sempre più rivelatore di un modello ammalato di vita pubblica.

Il ragionamento andrebbe nematicamente segmentato. Ma, come abbiamo ripetutamente riflettuto in questi ultimi anni, appare fin troppo sorprendente il fatto che i padroni del vapore non si stiano sorprendendo dell'insuccesso di critica e di pubblico di alcuni progetti di fine ciclo istituzionale.

Migliaia di firme, movimenti strutturati per il no, costante attività di confronto dialettico indurrebbero qualsiasi ceto dirigente ad interrogarsi. Specie di fronte al fatto che le consiliature stanno imboccando la dirittura finale.

Vero che non si vota specificatamente sui temi specifici, bensì sul rinnovo generale del mandato ad amministrare. Vero anche, però, che da temi rilevanti come la sanità pubblica, il rispetto dell'ambiente, l'uso oculato dei suoli non è proibito risalire per li rami ed interrogarsi sulla congruità delle convergenze programmatiche che saranno offerte all'opzione del corpo elettorale.

Ecco, la premessa per dire che ci piacerebbe molto vedere per intero e tutt'insieme questo film che, imperniato su scelte tematiche strategiche, riguarderà la nostra città e l'intero territorio nei prossimi decenni.

I “poteri” hanno fatto pacchetto di mischia a difesa di opzioni poco coerenti con un municipalismo di stampo riformista. Gli strumenti di democrazia e di partecipazione popolare alla vita pubblica, che sono stati i Partiti, se non inesistenti sono diventati un aggregato coerente con l'intelaiatura di una proiezione quasi esclusiva in senso gestionale affidato ad una nomenklatura autoreferenziale, i cui perni sono piccoli numeri e i cui percorsi raramente si incrociano con la trasparenza ed il confronto.

Non rientra nei nostri compiti. Ma ci ha sorpreso molto il fatto che il protagonista più strutturato di tanti decenni di leadership istituzionale (il PD) nell'ultimo mese abbia rinnovato i propri ranghi dirigenti chiamando una platea di avente causa di duecento iscritti e non abbia minimamente affrontato (né nei documenti né nel dibattito né nelle dichiarazioni dei neoeletti) i temi che invece sono all'evidenza della mobilitazione popolare.

Che l'idea di demolire una struttura ospedaliera tuttora valida (salvo ovvi interventi di efficientamento) per costruirne una nuova con un saldo di capienza pari ad un terzo di quella operante è rivelatrice del livello della classe dirigente locale.

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