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Pietre d'inciampo anche a Cremona

  06/01/2023

Di Redazione

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Esattamente Stolpersteine…volendo, col toponimo, riconoscere ed onorare la provenienza del neologismo e della testimonianza civile che lo sottende.

Il suo “inventore è Gunter Demnig, cittadino della BRD.

La precondizione (per un movimento di testimonianza universale) fu nel 1990 a Colonia un episodio tutto sommato occasionale: il negazionismo di un cittadino che contesta la veridicità della deportazione nel 1940 di 1000 sinti della città renana, in occasione dell'installazione di un'opera scultorea per ricordarne la persecuzione.

Da quel momento Demnig si dedica a costruire il più grande monumento diffuso d'Europa, attraverso l'installazione di “Pietre d'Inciampo”, sampietrini di piccole dimensioni, sui marciapiedi davanti alle abitazioni delle vittime delle persecuzioni naziste, qualunque ne fosse la ragione. L'incisione, sulla superficie superiore di ottone lucente, ne ricorda nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione e data di morte, quando conosciuta.

Una iniziativa senza precedenti, che ha superato presto i confini della Germania in virtù della sua originale funzione di stimolo alla coscienza collettiva in molti Paesi europei.

Un semplice sampietrino quindi, come i tanti che pavimentano le strade delle nostre città, ma dalla forza evocativa senza precedenti, perché collocato davanti all'abitazione dei deportati: da lì sono stati prelevati, strappati ai loro affetti e alle loro occupazioni, per essere uccisi senza ragione, finiti in cenere o in fosse comuni, privando così i famigliari e i loro discendenti persino di un luogo dove ricordarli.

La piccola pietra di ottone chiama ciascuno di noi che, parafrasando Primo Levi, “viviamo sicuri nelle nostre tiepide case e tornando a casa a sera troviamo cibo caldo e visi amici” a riflettere su quanto sia importante “ricordarsi di ricordare” e vigilare perché ciò che è accaduto non si ripeta.

Esperita la doverosa premessa esplicativa, diciamo subito, con senso di vivo apprezzamento dell'iniziativa (che è figlia della testimonianza di base di una scuola di quartiere e che è punzonata, e questo va sottolineato, dal pronunciamento unanime del Consiglio Comunale), che, con tutto il suo indotto di approfondimento, di divulgazione e di testimonianza, si “inciamperà” anche nella nostra città.

Cremona, infatti, aggiungerà 19 “pietre d'inciampo” (una per ricordare ognuno dei cittadini oggetto della “soluzione finale”) alle 70000 già installate nelle 2000 città europee.

La dirittura d'arrivo del progetto si intravvede nell'annuncio sia della brochure, che ha comportato un gravoso impegno di ricerca e di redazione sia nell'allestimento degli eventi correlati. Che inizieranno nei prossimi giorni nell'incontro presso la Scuola Primaria Don Mazzolari e sfoceranno solennemente giovedì 12 gennaio 2023 alle ore 9,30 in Cortile Federico del Municipio. La giornata della memoria 2023 non avrebbe potuto essere meglio impostata. Del che va reso doverosamente merito al corpo docente della Scuola Primaria Don Mazzolari, all'Assessore del Comune di Cremona Luca Burgazzi, all'intero Consiglio Comunale, ANPI Cremona e NETZER Organizzazione Giovani Ebrei progressivi in Italia, L'artista Gunther Demnig (che è atteso a Cremona e la Fondazione “Pietre d'inciampo”, a Azzoni – Mascarini – Carotti (che hanno redatto le schede).

Le pietre d'inciampo e i concittadini vittime dei lager nazisti

Schede a cura di Giuseppe Azzoni, Vittorio Mascarini, Giampiero Carotti

Le “pietre d'inciampo” nascono da una idea, e conseguenti iniziative attuate fin dai primi anni '90, dell'artista tedesco Gunter Demnig.

Si realizzano collocando nel selciato cubetti di pietra con una targhetta di ottone recante il nome, l'anno di nascita e il luogo e la data di morte di una persona di cui si intende fare memoria. Perciò la posa avviene, ove possibile, davanti alla abitazione in cui la persona visse o comunque in luogo adatto a quel fine. 

Per chi vi si imbatte è un “inciampo” per la percezione visiva che richiama l'attenzione, pone un interrogativo e vi risponde con un nome e un luogo sollecitando memoria e riflessioni.

Pietre d'inciampo sono già state poste in moltissime città d'Italia e d'Europa, in massima parte sono dedicate alle vittime del nazismo.

Il Comune di Cremona ha deciso di attuare questa iniziativa dedicandola a persone, nate o che furono residenti nel territorio comunale, decedute in un campo di sterminio nazista o luogo equivalente.

A questo fine è stata condotta una ricerca che ha individuato 38 nominativi (per alcuni dei quali si citano anche loro familiari) più i 4 di cui alla nota finale.

In questa pubblicazione vengono ricordati tutti anche se la posa di pietre d'inciampo è limitata a 19 di essi (indicati nella elencazione seguente con ***), in ottemperanza alle regole previste dalla “Fondazione pietre d'inciampo”.  

Alcuni criteri in particolare limitano l'attribuzione delle pietre d'inciampo. Per esempio non si dovrebbe posare una pietra d'inciampo in una città differente da quella dell'ultima residenza; va evitata la posa di una pietra per un nominativo al quale sia stata già dedicata la pietra d'inciampo in altra città, ed altri consimili... 

Data la complessità della materia, rimane aperta per il futuro una possibile integrazione di nominativi al momento non rilevati o considerati al di fuori delle regole della Fondazione. Ciò anche sulla base di nuove segnalazioni di casi che rientrino nei criteri sopra indicati.

Principali fonti e riscontri della ricerca
  1. A. Parlato, Da Cremona all'olocausto, Cremona 2002;
  2. AA.VV., Pietre della memoria, ANPI Cremona 2010;
  3. L. P. Fargion, Il libro della memoria, Milano 1991;
  4. Archivio ANPI Cremona e repertorio Partigiani combattenti riconosciuti;
  5. Fronte Democratico, Quotidiano del CLN di Cremona;
  6. Biblioteca digitale del Centro di documentazione ebraica contemporanea;
  7. Registri di popolazione 1921-1953 del Comune di Cremona in Archivio di Stato Cremona;
  8. Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, Milano 1968-89;
  9. Eventuali altre specificate.

Auschwitz

Località polacca (Oswiecim il nome in polacco) a 60 km da Cracovia scelta dal governo tedesco all'inizio della II guerra mondiale espressamente come lager di deportazione e di sterminio: è il più grande di essi. Costruito ed attrezzato a questo fine, stipava nelle sue baracche circa 400.000 deportati. E' stato valutato in circa 4 milioni il numero delle vittime, ebrei ed anche polacchi, russi, zingari... Circa 8.000 gli italiani che vi morirono, pochissimi però i loro nominativi registrati. Aveva diversi “sottocampi”. 

Tutte le vittime indicate in questa sezione erano ebrei. Intendiamo qui onorarne la memoria al di là del fatto che a diversi di loro non venga posata la pietra d'inciampo per i motivi regolamentari sopra ricordati.

Nel 1938 venne effettuato il censimento degli ebrei in Italia. Il risultato ufficiale fu di 47.252 (1,4 per mille della popolazione italiana), in stime ufficiose si parlò di circa 70.000. Erano comunque cifre che rendevano del tutto fuori luogo la strumentale propaganda su un “problema ebraico” che si mostrava inesistente. Ciò valeva ancora di più a Cremona: nella intera provincia fu censita la presenza di 48 ebrei in tutto! (10.219 il dato di Milano, 589 quello di Mantova). Ciò nonostante la frenetica propaganda filonazista di Roberto Farinacci, con la sua struttura editoriale ed il suo giornale, fece di Cremona un avamposto della campagna antisemita nazionale. Venne qui data anche ospitalità e voce al principale campione della pubblicistica antiebraica, Giovanni Preziosi, ed al filosofo Julius Evola, teorico del “razzismo spiritualistico”. (Fonti e riscontri: 8, Tesi di laurea in Scienze Politiche “Leggi razziali, il problema ebraico nella stampa cremonese 1938-45” di Alessandro Di Stefano, Università degli Studi di Milano, 2014).

  • MUGGIA GIUSEPPE di Emilio e Basola Cesira. Nato a Busseto il 25.5.1877, fu residente a Cremona in via XX Settembre, 6 (poi a Venezia). Morì ad Auschwitz il 26.2.1944.
    Venne arrestato da italiani a Venezia il 5.12.1943 e detenuto nel carcere locale indi a Fossoli da dove fu deportato il 22.2.1944 (convoglio 8), giunse ad Auschwitz il 26.2.'44, immediata la uccisione. A lui, alla moglie ed alla figlia è già dedicata una pietra d'inciampo posata a Venezia. 
  • LEVI MARIA ESTER ANNA di Perfetto e Coen Giuseppina. Moglie di Muggia Giuseppe. Nata a Treviso l'8.6.1884, fu residente a Cremona in via XX Settembre 6 (poi a Venezia). Morì ad Auschwitz il 26.2.1944.
    Arrestata col marito il 5.12.'43, passata a Fossoli e poi deportata – stessa data e stesso convoglio – ad Auschwitz anche lei fu uccisa il giorno stesso dell'arrivo.
    Con loro venne arrestata a Venezia la figlia FRANCA MUGGIA (nata a Venezia nel 1909), deportata con lo stesso convoglio ad Auschwitz vi morì “in luogo e data ignoti”. L'altro figlio, Giulio Muggia (nato a Venezia nel 1907) aveva subito due condanne al confino, nel 1929 e nel 1935. Poi si laureò in Medicina a Torino e nel 1939 emigrerà in Palestina /Eretz Israel. Morì a Tel Aviv nel 1997. (Fonti e riscontri: 3, 6, 7).
  • MUGGIA ALDO di Gino e Finzi Angelina. Nipote di Giuseppe Muggia. Nato a Cremona il 6.5.1909, fu residente a Cremona in via XX Settembre 2. In data 7.6.1919 la famiglia (genitori con Renzo e Aldo) si trasferì a Venezia e più tardi a Roma. Morì ad Auschwitz il 30.11.1943. A Roma Aldo si era sposato con ANNA BELLELI (nata a Roma nel 1913), nel 1941 era nata la figlia LIA MUGGIA.
    Tutta la famiglia venne arrestata a Roma dai tedeschi il 6.10.1943. Dopo pochi giorni di detenzione il giorno 18.10.43 furono deportati (convoglio 2) e giunsero ad Auschwitz il 23: Anna e Lia (di due anni) morirono subito, Aldo fu ucciso, all'età di 34 anni, il 30 novembre 1943. (Fonti e riscontri 3, 6, 7).
  • NAMIAS ENZO di Arturo e Basola Lina. Nato a Monticelli d'Ongina il 13.8.1902, fu residente a Cremona in via Meli 3 ora via Gherardo da Cremona (poi a Milano e provincia). Morì ad Auschwitz il 16.10.1944.
    Nel 1939 si era trasferito a Bollate, venne arrestato a Monza il 16.4.1944, fu incarcerato a S. Vittore poi trasferito a Fossoli da dove fu deportato il 16.5.1944 (convoglio 10) ad  Auschwitz. Qui morì il 16 ottobre successivo. (Fonti e riscontri 3, 6).
  • LEVI ELIDE di Ernesto e Cantoni Luigia. Nata a Bozzolo il 13.8.1892, fu residente in Cremona via Bissolati 1. Morì ad Auschwitz il 10.4.1944. Da Cremona si era trasferita a Mantova dove era sposata con LEVI SAMUELE ENEA (nato a Mantova 1883). Avevano due figlie: LEVI SILVANA (Mantova 1920) e LEVI LUISA (Mantova 1929).
    Vennero tutti arrestati, da italiani, a Mantova il 20.3.1944. incarcerati a Milano. Poi Elide e le figlie furono riportate e detenute a Mantova, da qui deportate il 5 aprile 1944 (convoglio 9) con arrivo ad Auschwitz il 10 aprile: lei venne soppressa il giorno stesso, la figlia Silvia morirà il 18.1.1945. La quindicenne Luisa morirà a Bergen Belsen (o Ravensbruck) il 1.2.1945 (l'editore Sansoni pubblicherà sulla sua vicenda il libro “Cercando Luisa”). Levi Samuele nel maggio 1944 era stato portato a Fossoli e da lì ad Auschwitz ove morì il 1.6.1944.  A Elide e famiglia è dedicata una pietra d'inciampo a Mantova. (Fonti e riscontri 3, 6).
  • FOÀ GIACOMO di Tobia e De Benedetti Bona. Nato ad Asti il 30.3.1871. Fu residente a Cremona in via Borgo Spera 3 (poi a Milano). Morto ad Auschwitz il 6.2.1944. TREVES ADELAIDE di Abramo e De Benedetti Enrichetta. Moglie di Foà Giacomo. Nata ad Asti il 22.6.1870. Fu residente in Cremona in via Borgo Spera 3 (poi a Milano). Morì ad Auschwitz il 6.2.1944.
    Vennero arrestati insieme ad Arcisate (Varese) il 28.1.1944 da italiani. Dopo brevissima permanenza in carcere a Varese e Milano, da qui deportati il 30.1.1944 (stesso convoglio 6) ad  Auschwitz. Vi arrivarono il 6.2.1944 e furono subito soppressi. (Fonti e riscontri 3, 6).
  • FOÀ JOLE di Sansone e Tesaura Dina. Nata a Vercelli il 16.11.1890. Residente a Milano, lavorò anche a Cremona. Morì in “luogo ignoto” il 21.1.1945 dopo essere stata deportata ad  Auschwitz.
    Addetta alla segreteria di Roberto Farinacci lavorando sia nell'ufficio di Milano in via Manara 1 (che il ras condivideva col socio finanziere Varenna) sia nell'ufficio del palazzo del “Regime Fascista” in Cremona. Con l'introduzione delle leggi razziali a Farinacci, che ne era stato esagitato propugnatore, venne contestata la presenza di una ebrea nei suoi uffici. Venne quindi da lui licenziata nel '38. Con l'avvento della RSI e la occupazione tedesca Jole tentò di riparare in Svizzera ma una delazione ne provocò l'arresto, a Lanzo di Intelvi il 20.12.1943. Chiese allora aiuto a Farinacci tramite la sorella Rinalda, senza alcun riscontro. Incarcerata a Como fu trasferita a Fossoli e da lì deportata il 5.4.1944 (convoglio 9) ad Auschwitz. Col tatuaggio del numero 76799 sul braccio, vi arrivò il 10 aprile. Morì il 21 gennaio 1945 in luogo non documentato. (Fonti e riscontri 1, 3, 6, 7).
  • ARA COEN ANNA di Moise e Sinigaglia Emma. Nata a Trieste il 30.7.1878. Fu residente a Cremona in Corso Garibaldi 31 (poi a Milano, moglie di Fano Oscar). Morì ad Auschwitz il 10.4.1944.
    Venne arrestata a Milano il 17.3.1944, ivi detenuta poi trasferita a Fossoli da dove fu deportata il 5.4.1944 (convoglio 9). Giunse ad Auschwitz il 10.4.1944 e fu subito uccisa. Insieme a lei venne arrestata, deportata ed uccisa, nella stessa data, la figlia VITTORIA FANO nata a Brescia nel 1914 (Fonti e riscontri 3, 6).
  • OVAZZA ADA di Tobia Michelangelo e Vitale Elvira. Il padre era nato a Chivasso, la madre a Biella e da Biella si erano trasferiti a Cremona nel novembre 1904. Ada nacque a Cremona il 13.10.1905. Fu residente in città in via Mercatello 10 (due anni dopo la famiglia si trasferì a Torino e poi a Genova). Data e luogo della morte non registrati ma si presume uccisa, con i familiari, all'arrivo ad Auschwitz il 6.2.1944 a 39 anni di età. VITALE ELVIRA di Beniamino e Pugliese Rachele, madre di Ada e vedova di Michelangelo Ovazza caduto in guerra 1915. Nata a Biella il 20.12.1880. Fu residente con la figlia in Cremona, via Mercatello 10. Per la sua morte vale quanto riportato sopra per quella della figlia.
    Ambedue vennero arrestate a Chiavenna (Sondrio) da italiani il 10.12.1943, indi detenute a Varese ed a Milano. Da qui deportate ad Auschwitz (convoglio 6): partite il 30.1.1944 arrivarono il 6.2.'44.   Con loro vennero arrestati e deportati il marito di Ada, EUGENIO VITALE (nato a Genova nel 1898) ed i loro due figli, VITALE SERGIO (nato a Genova nel 1926) e il dodicenne ALDO (nato a Genova nel 1931 o '32). Tutti arrivarono ad Auschwitz il 6 febbraio 1944 e furono uccisi, anche se per alcuni la morte non fu registrata.
    Il padre di Ada, Michelangelo Ovazza, Capitano del 41° Fanteria, fu il primo Ufficiale ebreo caduto nella Grande guerra, decorato con medaglia d'argento al VM. (Fonti e riscontri 1, 3, 6, 7).
  • FANO ELENA di Emanuele e Forti Eva. Nata a Venezia il 18.8.1868. Fu residente a Cremona in Corso Campi, 29 (poi a Venezia). Moglie di Corinaldi Salomone. Morta ad Auschwitz il 6.8.1944.
    Arrestata a Venezia il 5.6.1944 da tedeschi, detenuta ivi ed a Verona indi a Fossoli da dove fu deportata il 2.8.1944 (convoglio 14). Il 6 agosto giunse ad Auschwitz e fu soppressa. Con Elena vennero arrestati e deportati i suoi due fratelli FANO GIULIO (Venezia 1874) e GIUSEPPE (Venezia 1870), anche loro giunti ed uccisi ad Auschwitz il 6.8.1944. Per lei c'è Pietra d'inciampo a Venezia.
  • CORINALDI ROSITA di Salomone e Elena Fano. Nata a Scandiano (RE) il 2.11.1901. Fu residente a Cremona in Corso Campi, 29 (poi a Venezia). Moglie di DINA MARIO (nato a Venezia nel 1894). Morta ad Auschwitz il 26.2.1944. Fu arrestata a Venezia da italiani il 14.12.1943, detenuta qui poi a Fossoli indi deportata il 22.2.'44 (convoglio 8) ad Auschwitz ove arrivò e morì il successivo giorno 26.
    Con Rosita vennero arrestati e deportati il marito DINA MARIO (Venezia 1894), che morirà ad Auschwitz il 30.11.1944, ed i quattro giovanissimi figli DINA LEONE (nato Venezia nel 1942!), GUIDO (Venezia 1929), GIORGIA (Venezia 1933) e ANNA (Venezia 1936). Questi giunsero ad Auschwitz con la madre il 26.2.'44 e furono tutti subito uccisi (solo di Guido non è annotata la data). Anche per Rosita c'è a Venezia il ricordo della pietra d'inciampo. (Fonti e riscontri 3, 6).
  • TREVES MARIO EZECHIELE di Moise e Joani Marina. Nato a Cuneo il 6.4.1898. Fu residente a Cremona in via XX Settembre 11 (poi Firenze e Milano). Morto ad Auschwitz il 10.4.44 (data non registrata).
    Era stato stato arrestato a Milano il 20.1.1944, detenuto ivi poi a Fossoli da dove fu deportato il 5.4.1944 (convoglio 9) per giungere ad Auschwitz il 10 aprile. Come lui furono deportate ad Auschwitz e vi morirono in date non registrate: la moglie LEVI PIA (nata a Soragna 1889 ed arrestata a Firenze nel novembre 1943, giunta ad Auschwitz il 6.12.1943) e le figlie TREVES GIULIA (nata a Firenze nel 1914) ed ELSA (Firenze 1917), arrestata anch'essa a Firenze nel novembre 1943. (Fonti e riscontri 3, 6).
  • LEVI LIBERA, di Davide. Nata a Busseto il 3.1.1863, per un periodo visse a Cremona, poi residente Parma. Fu arrestata a Parma il 30 giugno 1944. Detenuta a Fossoli venne deportata (convoglio 14) il 2 agosto 1944 ad Auschwitz ed ivi uccisa all'arrivo, il successivo giorno 6. (Fonti e riscontri 3, 6).
  • LEVI FORTUNATA, di Davide. Nata a Busseto il 27.4.1869, abitò per un periodo anche a Cremona, poi Parma. Venne arrestata, come Libera, il 30 giugno '44 a Parma. Anche lei fu detenuta a Fossoli e poi deportata, lo stesso 2 agosto '44 e stesso convoglio, ad Auschwitz e là uccisa appena giunta, il 6 agosto.  (Fonti e riscontri 3, 6).
  • LEVI ETTORE, di Ernesto e Cantoni Luigia. Nato a Mantova il 20.4.1890, per qualche tempo visse a Cremona, poi Milano e Venezia. Fu arrestato a Voghera il 3 agosto 1944 indi detenuto a Bolzano. Deportato (convoglio 18) ad Auschwitz il 24 ottobre 1944 (matricola 199874) vi venne ucciso il successivo 31 ottobre (altra versione: “in luogo ignoto novembre 1944”). (Fonti e riscontri 3, 6).

Eccidi di Forlì

Siamo nel contesto dell'approssimarsi degli Alleati al territorio forlivese, alle propaggini della “linea Gotica”, quindi delle incalzanti azioni delle forze partigiane contro i nazifascisti. In quei giorni truppe tedesche, tra cui un distaccamento trasferito da Roma all'areoporto di Forlì al comando di Carl Theodor Schutz, compirono alcuni efferati eccidi di rappresaglia su detenuti, ebrei ed antifascisti del carcere mandamentale della Rocca. Uno di essi va sotto il nome di eccidio dell'aeroporto di Forlì ed ebbe luogo nel settembre 1944 in due successive giornate. In esso furono uccisi due ebrei, madre e figlio, che erano vissuti in precedenza a Cremona: Jenny E. Hammerschmidt e Alfred Lewin. (Fonti e riscontri 6, 8, Diciotto storie.it, eccidio di Forlì).

  • *** HAMMERSCHMIDT JENNY EUGENIA di Leopold e Berta Ascher vedova Lewin. Nata a Schloppe (Germania poi Polonia) 11.1.1881. Fu residente a Cremona in via Zaccaria del Maino 4. Morì a Forlì il 17.9.1944.
  • ***LEWIN ALFRED di Giulio e Jenny Hammerschsmidt. Nato a Berlino il 11.9.1911. Fu residente a Cremona con la madre Jenny in via Zaccaria del Maino 4. Morì a Forlì il 5.9.1944.
    Jenny, rimasta vedova di Giulio Lewin, lasciò la Germania e venne, nell'autunno del 1936 a Cremona con alcuni familiari. Qui aprirono e gestirono una panetteria propria e si occuparono anche di piccole produzioni agricole. Con l'avvento delle leggi razziali Jenny a Cremona venne censita nel 1938 come “ebrea straniera”. Era con lei il figlio Alfred (che a Berlino era stato membro della “Associazione Giovanile Ebraica”). La figlia Lissi, sorella di Alfred, riparò in Inghilterra nel 1939. Alfred venne arrestato il 17.6.1940 “per motivi politici” ed internato nel Campo di concentramento di Campagna (SA). La madre, ora in miseria e malata, rimaneva al nord. Si ricongiunsero a Formignana (Ferrara) dove Alfred era stato tradotto nel 1942 dai tedeschi. Nell'agosto 1944 ambedue si ritrovarono detenuti nel carcere di Forlì. Furono tra gli assassinati dell'eccidio dell'aeroporto. Alfred nella prima strage, che ebbe luogo il 5 settembre 1944 e dove morirono 10 ebrei e 10 antifascisti italiani. Jenny Eugenia nella seconda, il 17 settembre successivo, quando le vittime furono sette donne ebree “madri, mogli e sorelle degli uomini fucilati il 5 settembre”. (Fonti e riscontri 6, Diciotto storie.it, eccidio di Forlì, Elenco famiglie ebraiche Comune di Cremona 1946).

Mauthausen

Villaggio austriaco della zona di Linz. Venne qui allestito un grande lager di prigionia e di sterminio dai nazisti, con lavori forzati particolarmente penosi e duri, (famigerati“il dirupo e la scalinata della morte”). Per i coatti che non ce la facevano più c'era la camera a gas e la stanza per esecuzioni alla nuca, i forni crematori. Conteneva fino a 25.000 prigionieri e vi passarono e morirono migliaia e migliaia di deportati ebrei, antifascisti, zingari ed altri. Gli italiani furono oltre 7.000 di cui solo 1.400 sopravvissero. Disponeva di numerosi “sottocampi”, tra cui Gusen ed Ebensee. (Fonti e riscontri 8).

  • ***BASTONI DAVIDE OMOBONO di Antonio e Rondini Tullia. Nato a Cremona il 27.7.1897, residente alla nascita in via Volturno 35. Morto a Gusen Mauthausen il 25.2.1945. (Fonti e riscontri 1, 2, 7, 8).
  • ***DUCHI MARIO ARISTIDE di Sante Pietro e Grassi Rosa Maria Elvira. Nato a Duemiglia il 13.2.1902, residente a Cremona via Wilson poi Porta Nuova/ Via Dante 45. Di professione oste. Iscritto alla anagrafe cittadina nel 1923 proveniente da Stagno L. Si trasferirà nel 1943 a Castelvetro Piacentino. Coniugato con Mangiarotti Adele. Morto a Mauthausen 12.1.1945, aveva 43 anni.
    Dal giugno 1944 partigiano nella Divisione Valdarda, 62a Brigata Garibaldi “Luigi Evangelista”. Catturato a Castelnuovo Fogliani (PC)  nel novembre '44 e detenuto a Cremona e Brescia, venne deportato a Bolzano indi a Mauthausen – Gusen, morì il 12.1.1945 nel sottocampo di Melk. Duchi gestiva a Croce S. Spirito di Castelvetro la trattoria “Croce bianca”, frequentata da molti cremonesi e punto di riferimento dei partigiani. Partì da Bolzano (convoglio 111) il 14.12.1944 e giunse a Mauthausen il 19. Partigiano combattente riconosciuto. (Fonti e riscontri 1, 2, 7, 8, Arch ANPI Piacenza, S. Pastori, I partigiani di Castelvetro, 2008; 2 fotocopie di documenti del lager).
  • ***GREGORI BRUNO di Luigi e Rigoni Virginia. Nato a Cremona il 10.5.1907, ivi residente in via Plasio 5, poi in via Geromini 2 e dal 1934 in via Del Sale 23. Rappresentante di commercio. Morto trentottenne a Mauthausen – Ebensee il 15.2.1945. Era stato catturato a Cremona il 3.1.'45, incarcerato a Pavia indi Fossoli e Mauthausen (matricola 76374). “Partigiano combattente caduto” riconosciuto, IV Brigata SAP “Ghinaglia” di Cremona. In archivio ANPI pratica con testimonianze sulla attività partigiana e l'attestazione della morte del Ministero Difesa Esercito (Ufficio Ricerche Stato civile ed albo d'oro, in data Roma 15.5.1948): “Deceduto 15.2.1945 in prigionia in Austria” dopo che era stato ritenuto disperso. In Atti del Comune accanto alla data di morte si annota: “passato nelle camere a gas, la salma è stata cremata”. “Fronte Democratico” del 1.8.'45 lo ricorda nella rubrica “Eroi della libertà”: “...lascia la moglie e una bambina in tenera età...”. La moglie si chiamava Giulia Maruti, la figlia undicenne Luigia. (Fonti e riscontri 1, 2, 4, 5, 7, 8).
  • ***MAGRI MARTINO di Giovanni e Brianzi Emma. Nato a Cremona il 29.1.1918, ivi residente in via Aporti 3. Studente e artigiano. Morto a Mauthausen – Ebensee il 2.5.1945.
    Aviere scelto, passato alla Resistenza, partigiano combattente riconosciuto (Commissione riconoscimenti della Lombardia in data 20.11.1946), dal giugno 1944 nella Brigata “Barnaba” di Giustizia e Libertà di Sulzano (Brescia). Fu catturato a Sulzano e deportato il 13 ottobre '44. Alla fine della guerra ritenuto disperso, successive ricerche ne hanno certificato la morte come prigioniero politico nel campo di Ebensee (attestazione derivante da “elenco italiani deceduti nel campo di Ebensee redatto da International Committee Political Prisoners, firmato Hermann e recapitato dal Conte Borletti all'Ufficio Informazioni Ministero Assistenza Postbellica piazza Duse 3 Milano. 15.7.1946”) (Fonti e riscontri 1, 2, 4, 7, 8, 2 fotocopie di documenti del lager).
  • ***PEDRONI RENZO di Angelo Ernesto e Pedroni Adele. Nato a Cremona il 22.5.1924, ivi residente in via Ossalengo 2. Manovale. Morto a Mauthausen – Gusen il 26.4.1945.
    Era ferroviere. Militare in Artiglieria Alpina da poco, dopo l'otto settembre passa alla Resistenza. “Partigiano combattente caduto”, nome di battaglia “Tito”, riconosciuto (Comm.ne reg.le Piemonte 14.4.1948) della 100a Brigata Garibaldi “Vignale”, III Div. Asti. Partecipa ad uno scontro della sua brigata coi fascisti in zona Masio (Alessandria) e viene catturato il 5 dicembre 1944. Quindi deportato. La certificazione ufficiale della morte in un documento datato Roma 17.2.1947 della “Croce Rossa Italiana Ufficio Prigionieri ricerche e servizi” che certifica la morte a Mauthausen in data 26.4.45. In Atti comunali si annota che morì “in seguito a sofferenze da maltrattamenti e privazioni”. (Fonti e riscontri 1, 2, 4, 7, 8, 2 fotocopie di documenti del lager).
  • ***QUAINI FERNANDO OMOBONO di Angelo e Piva Caterina. Nato a Cremona il 12.5.1922, ivi residente in via XI Febbraio 8. Morto ventitreenne a Mauthausen – Gusen l'8.3.1945.
    Era pilota civile poi Ufficiale nella Aeronautica. Indi partigiano combattente riconosciuto, Tenente della 7a Brigata “Stefanoni”, formazione “Di Dio” della Divisione Val Toce in Piemonte. “Fronte Democratico” del 10.8.1945 gli dedica una nota biografica. L'otto settembre fatto prigioniero dai tedeschi sfuggì e passò in Svizzera. Tornato in Italia già nel gennaio '44 è di nuovo catturato a Como, coatto nel campo di lavoro di Ghedi è scoperto ad operare un sabotaggio e messo su un treno per la Germania. Si getta dal treno durante il percorso, è ferito e ancora catturato. Di nuovo fugge e si unisce ai partigiani della Val d'Ossola dei Fratelli Di Dio. Venne catturato in una imboscata sul Mottarone, detenuto a S. Vittore di Milano e deportato a Mauthausen, fu torturato a morte, già deceduto si riferisce che il suo corpo venne preso a calci (in Atti comunali: “morì per esaurimento e sevizie”). In archivio ANPI una lettera in data 20.9.'46 del Comandante Divisione Val Toce, Renato Boeri, informa che Quaini era a capo della Squadra volante e che venne catturato dai tedeschi durante un rastrellamento. Suo fratello ALDO QUAINI era comandante del CVL della zona di Pieve d'Olmi e cadde sotto il fuoco tedesco il 26 aprile 1945 nella campagna di Pieve d'Olmi. (Fonti e riscontri 1, 2, 4, 5, 7, 8).
  • STACCIONE VITTORIO, nato a Torino il 9.4.1904. Residente a Torino ed in diverse altre città per il periodo in cui fu calciatore professionista. Fu operaio della FIAT e calciatore del Torino, Fiorentina ed altre squadre. Nel periodo del campionato di calcio 1925-26 visse nella nostra città indossando la maglia della Cremonese. Di famiglia e lui stesso coerente antifascista, sempre per questo vigilato dall'OVRA ed angariato, legato alla Resistenza, venne arrestato a Torino il 13 marzo 1944 e deportato a Mauthausen, sottocampo di Gusen, dove morì il 16 marzo 1945 dopo un anno di lavori forzati e trattamenti disumani. Una pietra d'inciampo è posata davanti alla sua abitazione a Torino. Il Panathlon di Cremona gli ha dedicato una lapide, opera dello scultore Mario Coppetti, murata nel 2015 presso lo Stadio Zini. (Fonti e riscontri 8, La Provincia 1.2.2017 e vari 2015).
  • ***UGONI ENRICO di Daniele e Cibolini Teresa. Nato a Duemiglia il 12.3.1888. Dopo 48 anni di residenza a Cremona in via Brescia 2, nel 1936 si trasferì a Milano, con la moglie Cantieri Rosa e tre figli. Morto a Mauthausen – Gusen il 24.8.1944. Era un ferroviere, operava nel locale gruppo CLN clandestino dei ferrovieri. Venne arrestato il 3 marzo 1944 e deportato a Mauthausen dove fu torturato e morì pochi mesi dopo. “Fronte Democratico” del 16.11.1945 lo ricorda nella rubrica “Caduti per la patria”. (Fonti e riscontri 1, 2, 5, 7, 8, 3 fotocopie di documenti del lager).

Buchenwald

Lager presso omonima località della Turingia. Dal 1937 campo di lavoro indi anche lager di sterminio tra i più importanti. Sui documenti amministrativi del campo risultano almeno 32.278 vittime, cifra comunque giudicata molto inferiore alla realtà. Anche questo lager ebbe diversi “sottocampi”, tra cui Mittelbau Dora. Accertati italiani che vi morirono: 1.044. (Fonti e riscontri 8).

  • COCCHI ROMANO di Ferdinando. Nato il 6.3.1893 ad Anzola Emilia (BO) risiedette in diverse località emiliane e lombarde ed all'estero. In particolare a Soresina dal 1915 per alcuni anni: anche se non prese residenza a Cremona vi lavorò assiduamente e vi alloggiò periodicamente come sindacalista e dirigente politico cattolico ed antifascista.
    Armando Parlato gli dedica il capitolo “Romano Cocchi cremonese di adozione” nel suo “Da Cremona all'olocausto”. Fu segretario di Guido Miglioli ed animatore de “L'Azione” con Giuseppe Speranzini e Giuseppe Cappi. Fu perseguitato dallo squadrismo di Farinacci e nel 1927 fu condannato dal Tribunale Speciale in contumacia. Migrato clandestinamente in Francia vi svolse intensa attività antifascista e partecipò poi alla Resistenza armata al comando di un gruppo “maquis”. Venne catturato nel settembre 1943 e da Parigi deportato a Buchenwald ove giunse nel dicembre. Qui, “martirizzato dalle SS e dai kapò” cessò di vivere il 28 marzo 1944. (Fonti e riscontri 1, C. Baldoli, Bolscevismo bianco, Morcelliana 2021).
  • ***CONCARI CARLO di Angelo e Lazzari Adelaide. Nato a Cremona il 12.12.1903. Ebbe varie residenze in città, dal luglio 1944 abitò nella ex via Balbo ora via Ala Ponzone 9. Coniugato con Piva Alice, di professione chauffeur. Morì a Buchenwald – Dora il 25 settembre 1944. (Fonti e riscontri 1, 2, 7, 8, 3 fotocopie di documenti del lager).

Dachau

Lager tra i maggiori, creato ad hoc sin dal 1933 nei pressi di Monaco di Baviera, all'inizio per prigionia ed eliminazione degli oppositori politici poi anche di prigionieri di guerra ed ebrei. Anche per questo campo si reputa incalcolabile il numero delle vittime, decine e decine di migliaia. Almeno 1.700 gli italiani. (Fonti e riscontri 8).

  • ***FINETTI FRANCO di Mario e Roda Ida. Nato a Cremona il 4.7.1925 residente ivi prima in via Dei Mille 10 poi in via Garibaldi 67, dal 1932 via Cantore 14. Nel 1935 si trasferì a S. Giorgio (MN). Morì il 12.3.1945 a Uberlingen di Dachau, aveva vent'anni.
    Venne scoperto con un gruppo di antifascisti mantovani comandato da Felice Barbano dell'Ufficio Informazioni inglese presente a Verona. Passavano informazioni che vertevano su aviolanci, obiettivi militari ecc. A Mantova erano una quindicina e vennero arrestati dalla Gestapo il 2.8.1944. (Fonti e riscontri 1, 2, 7, 8, 2 fotocopie di documenti del lager).
  • ***FRASCA ERNESTO di Giuseppe e Bellini Alice. Nato a Cremona il 4 agosto 1924. Residente ivi in via Belfiore 8 poi in via Crispi 5 e dal 1931, quando aveva 7 anni, in via A. Melone 17 (sede Istituto Infanzia Abbandonata). Nel 1942 si trasferì a Dovera (CR). Meccanico. Morto a Dachau il 22 febbraio 1945, aveva 21 anni. (Fonti e riscontri 1, 2, 7, 8).

Zeithain

Non era propriamente un campo di sterminio bensì un campo di lavoro forzato e carcere nel quale furono internati numerosi militari italiani che rifiutarono di combattere per la RSI. Si trovava in Sassonia, circondario di Grossenhaim. La particolare durezza delle condizioni dei prigionieri è stata descritta nel libro di P. Luca e M. Ajroldi, Zeithain campo di morte, Pavia 1962. Fu uno dei campi liberati dall'Armata Rossa. (Fonti e riscontri 1).

  • ***ARDIGÒ BRUNO di Francesco e Lazzarini Ines. Nato a Cremona il 3.7.1922, ebbe varie residenze in città, dal maggio 1937 fu in via Palestro 29. Morì a Zeithain il 19.7.1944, ventiduenne.
    Era stato sfollato a Sovere nel 1941. Studente universitario, era militare 3° Reggimento Artiglieria. Era stato trasferito a Zeithain da un altro campo, “l'inferno di Hoenstein”, il 25 giugno 1944. La sua matricola di prigionia: 20187 I B. (Fonti e riscontri 1, 2, 7, 1 fotocopia di documento del lager).
  • ***FROSI ERNESTO RICCARDO di Alfredo e Udilia Bianchini. Nato a Cremona il 22.7.1922, ivi residente in via XI Febbraio 8. Morto di malattia a Zeithain il 12.6.1944, aveva 22 anni.
    Era studente universitario, Allievo Ufficiale Artiglieria. Necrologio per la sua morte fu pubblicato su “Regime Fascista” del 24.10.1944 (Lo riporta ed interpreta Armando Parlato in “Da Cremona all'olocausto”). Citato nella rubrica “I nostri eroi” di Fronte Democratico 8.9.1945. (Fonti e riscontri 1, 2, 5, 7).
  • ***GALLI MARIO di Giovanni Francesco e Guindani Rosa Delfina. Nato a Cremona il 16.2.1911 ed ivi residente in via Del Sale 7. Tintore. Morì a 33 anni, per varie gravi malattie,  a Zeithain il 1.4.1944. (Fonti e riscontri 1, 2, 7).

Fossoli

Frazione di Carpi (Modena) dove fu creato un campo di concentramento nazifascista per prigionieri di guerra, ebrei ed antifascisti. Importante luogo di transito per tanti deportati nei lager nazisti. Il 12 luglio 1944 ebbe luogo qui (poligono Cibeno di Carpi) una strage di detenuti, ad opera delle SS, nella quale ci furono 67 vittime. (Fonti e riscontri 8).

  • ***ROBOLOTTI GIUSEPPE di Giovanni e Maffi Albina. Nato a Cremona il 27.12.1885, residente ivi via S. Anguissola 1. Si trasferì a Brescia nel 1926. Coniugato con Dal Collo Elvira. Morto a Fossoli il 12.7.1944.
    Generale di Brigata, pluridecorato. Dopo l'otto settembre '43 si oppose alle truppe di occupazione tedesche a Fiume ed a Trieste. Passato alla Resistenza, col nome di battaglia “Micheli”,  a Milano ebbe il comando militare di zona dal CLNAI. Catturato nel maggio 1944, detenuto a Fossoli, fu tra i fucilati della strage del 12 luglio (con lui morì un altro antifascista cremonese, Antonio Martinelli di Castelverde). “Fronte Democratico” del 29.5.1945, rubrica “Eroi della libertà”, gli dedica un ampio ricordo con foto. (Fonti e riscontri 1, 2, 5, 7, 8).

Borgo San Lorenzo

Località in provincia di Cuneo nella cui caserma degli Alpini (una ex filanda) fu insediato dal settembre 1943 al febbraio 1944 un luogo di prigionia per ebrei. (Fonti e riscontri 1).

  • ***FERRARI MARIO di Primo e Cerri Agostina. Nato a Cremona 10.9.1917 e residente ivi via Passirano 19. Coniugato con Siboni Teresa Morì a Borgo S. Dalmazzo il 11.4.1945, sconosciuta la causa di morte. (Fonti e riscontri 1, 7).

Lager altre località

Weinbohla Sassonia, Borisov.

  • ***FERRARI CRISTIANO FEDERICO di Ubaldo e Cervi Rachele. Nato a Castelverde 8.4.1919 ed ivi residente, dal settembre 1931 con tutta la sua famiglia si trasferì e prese la residenza in via Bertesi 6 a Cremona. Morì in un campo di prigionia tedesco in Sassonia, zona di Dresda, ucciso da SS il 24.4.1945. Era un Ufficiale degli Alpini che rifiutò il passaggio alla RSI dopo l'otto settembre e fu quindi deportato in Germania, matricola 4686099 DIV. Un documento del lager, qualificato con il nome della località Weinbohla, ne attesta la morte e la sepoltura nel cimitero locale nell'aprile 1945.  È presente on line un resoconto del “Diario di Federico Ferrari” a firma del Prof. Luciano Zani. In esso si apprende che Federico studiò alla Cattolica di Milano, si arruolò nella Scuola Allievi Ufficiali di Bassano e fu assegnato al Battaglione Edolo a Merano. Andò quindi in Russia con la “Tridentina”. Dopo il ritorno in Italia fu catturato a Bressanone e deportato in Germania. Si riporta che la sua uccisione sarebbe avvenuta durante un tentativo di fuga dal lager. “Fronte Democratico” del 10.7.1945 lo segnala nella rubrica “Eroi per la libertà”. Come per il successivo nome di Ernesto Tessaroli la dedica della “pietra d'inciampo” vuol significare anche memoria per i tanti militari cremonesi deportati e morti nei lager per il rifiuto al nazifascismo. (Fonti e riscontri 2, 5, 6, 7, fotocopia documento lager Weinbohla, testo del Prof. L. Zani).
  • ***TESSAROLI ERNESTO di Giovanni Secondo e Maffezzoni Anna. Nato a Casalbuttano il 31. 3. 1912. Residente in Cremona in via S. Bernardo Cascina Biraga, poi in via Postumia ed infine in via Casalmaggiore 15. Coniugato con Tamagnini Giuseppa. Morto nel lager di Borisov il 4.6.1944. Contadino e cavallante, 3a Elementare, richiamato ed imbarcato a Brindisi nel 1941 per il fronte greco – albanese indi Cefalonia Corfù. Nel settembre '43 era Sergente del 17° Fanteria. Partigiano riconosciuto in quanto combattente contro i tedeschi a Cefalonia, da dove fu deportato. Nel fascicolo del foglio matricolare si annota che rifiutò sia l'invito ad inquadrarsi in formazioni tedesche o repubblichine sia ad offrirsi per lavoro volontario. Gli venne attribuita la Croce al Merito di guerra alla memoria. La morte, accertata anche con alcune testimonianze di commilitoni tra cui Maffina Ottorino di Sospiro, “...è avvenuta il 4.6.1944 nei pressi del campo di Borisov (territorio russo occupato dai tedeschi) dove trovavasi prigioniero di guerra”.  Aveva 32 anni di cui venti vissuti a Cremona. Citato da “Fronte Democratico” del 25.10.1946 come combattente per la libertà a Cefalonia, deportato dai tedeschi e morto a seguito di incursione aerea sul campo di prigionia. Proprio per queste particolari caratteristiche la sua pietra d'inciampo può simbolicamente rappresentare i tanti soldati cremonesi della battaglia di Cefalonia e gli IMI dispersi o morti per varie cause in campi di prigionia nazisti. (Fonti e riscontri 2, 4, 5, 7, Foglio matricola 25960 Distretto Militare di Cremona).

Nel corso della ricerca sui cittadini di Cremona vittime dei campi di sterminio abbiamo trovato i seguenti quattro nominativi che Armando Parlato in “Da Cremona all'olocausto” indicava come nati a Cremona. Nelle verifiche effettuate sui Registri di popolazione del Comune essi non risultano però nati (né residenti) a Cremona. Fatte altre possibili consultazioni riteniamo comunque corretto riportare qui anche questi nominativi poiché compaiono nel testo suddetto e sono stati ripresi in altre occasioni. Non si riporta qui Cremona che A. Parlato indica come luogo di nascita perchè non risulta nei registri comunali. Sono indicate invece località rinvenute in registri di altri Comuni con lo stesso nome e data di nascita.  Sono validi gli altri dati delle fonti citate.

  • POLASTRI LORENZO. Nato (a Credera Rubbiano) il 13.2.1906. Morto il 30.5.1944 a Mauthausen – Ebensee. Passò da Fossoli da dove fu deportato l'8.3.1944 per raggiungere, via Bolzano, Mauthausen il 11.3.'44, matricola 57352. (Fonti e riscontri 1, 2, 7, 8, 2 fotocopie di documenti del lager).
  • CALATI CARLO. Nato (a...) il 19.9.1911? (in documento del lager: 24.9.1907 Robecco, a Robecco Oglio interpellato non risulta).  Morto a Buchenwald Mittelbau Dora il 18.1.1944. (Fonti e riscontri 1, 2, 7, 8, fotocopia documento del lager).
  • MARCHESI RICCARDO. Nato (a...) 23.9.1913. Morto a Neitzweiler Struthof, Alsazia, il 10 giugno 1944 (in altra fonte 10 maggio 1944). (Fonti e riscontri 1, 2, 7).
  • SORATO RENZO. Nato a Venezia il 30.5.1920. Il padre residente a Venezia in via Cannaregio. Sottotenente di Marina, catturato sul fronte cecoslovacco. Morto nel lager presso Halle, Sassonia, il 25.4.1945 (Fonti e riscontri 1, 2, 7, Arch. ANRP Ufficio Storico Marina Militare).

Le pietre d'inciampo sono dedicate ai seguenti 19 nominativi e posate dove accanto indicato:

  • Hammerschmidt Jenny – via Zaccaria del Maino 4;
  • Lewin Alfred – via Zaccaria del Maino 4;
  • Bastoni Davide – via Volturno 35;
  • Duchi Mario – via Dante 45;
  • Gregori Bruno – via Plasio 5;
  • Magri Martino – via Aporti 3;
  • Pedroni Renzo – Cortile municipale Federico II;
  • Quaini Fernando – via XI Febbraio 8;
  • Ugoni Enrico – via Brescia 2;
  • Concari Carlo – via Ala Ponzone 9;
  • Finetti Franco – via Garibaldi 67;
  • Frasca Ernesto – via A. Melone 17;
  • Ardigò Bruno – via Palestro 29;
  • Frosi Ernesto – via XI Febbraio 8;
  • Galli Mario – via del Sale 7;
  • Robolotti Giuseppe – via Anguissola 1;
  • Ferrari Mario – Cortile municipale Federico II;
  • Ferrari Federico – via Bertesi 6;
  • Tessaroli Ernesto - Cortile municipale Federico II.

Altri concittadini ricordati:

  • Muggia Aldo;
  • Ovazza Ada;
  • Muggia Giuseppe;
  • Levi Maria;
  • Namias Enzo;
  • Levi Elide;
  • Foà Giacomo;
  • Treves Adelaide;
  • Foà Jole;
  • Ara Coen Anna;
  • Vitale Elvira;
  • Fano Elena;
  • Corinaldi Rosita;
  • Treves Mario;
  • Levi Libera;
  • Levi Fortunata;
  • Levi Ettore;
  • Staccione Vittorio;
  • Cocchi Romano.

Nella nota:

  • Polastri Lorenzo;
  • Calati Carlo;
  • Marchesi Riccardo;
  • Sorato Renzo.
Le gallerie

Dall'archivio L'Eco Storia

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