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Nel 77° della Liberazione/4

Le lettere di Giuseppe Azzoni e Clara Rossini

  03/05/2022

Di Redazione

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Egregio Direttore, sono rimasto colpito molto negativamente e meravigliato leggendo sul Suo quotidiano che il Sindaco di Soncino ha respinto la richiesta del locale responsabile ANPI di prendere la parola nella celebrazione ufficiale del 25 aprile. Il Sindaco ha motivato questa estromissione dicendo che era conseguente e dettata dalla "etichetta". Termine sinonimo di "regola formale", espressione di galateo e di bon ton nei rapporti. Mi sembra proprio il contrario di quanto è avvenuto. In generale nella Festa della Liberazione è usanza dare la parola nelle cerimonie ufficiali alle rappresentanze partigiane che ne facciano richiesta. ANPI e Partigiani Cristiani sono le Associazioni che hanno lo scopo di valorizzare i fatti e la memoria dei protagonisti della Liberazione. Io stesso, da vecchio militante dell'ANPI, l'ho fatto negli anni in molte località ed in perfetta sintonia con Sindaci di diversa estrazione politica. Anche quest'anno ho avuto questo onore facendolo a Soresina dove, parlando dopo il Sindaco, ho ricordato tanti partigiani ed i Caduti nella Liberazione di questo Comune. Vorrei anche ricordare che uno dei principali meriti dei Comitati di Liberazione Nazionale a ridosso della Liberazione è stato proprio quello di aver assicurato in ogni Comune un pacifico passaggio dal potere dei "podestà" di regime ai Sindaci CLN della democrazia. Anche per questo ogni Sindaco dovrebbe non solo permettere ma promuovere la presenza e l'espressione delle associazioni partigiane. 

Giuseppe Azzoni - Cremona 

Carissimo direttore, non essendo stata in grado di partecipare alla celebrazione del 25 Aprile tra le numerosissime belle persone che hanno testimoniato come nel cuore di tanti vive sempre la riconoscenza per chi ha determinato la Liberazione, mi rivolgo al suo giornale per esternare la grande commozione di sentirmi tanto vicina al cuore dei presenti.  

La libertà deve essere nell'aria che respiriamo e i nostri padri e nonni, donne coraggiose si sono sacrificati per noi, per le generazioni future, per cancellare il più vergognoso periodo della nostra storia.  

Nell'aria aleggia il sorriso di chi non c'è più. Potrei citare innumerevoli patrioti, ma in primis mio padre, ragazzo del ‘99 e poi partigiano, il caro professor Mario Coppetti, partigiano “sucialista” ad oltranza, orgogliosa del loro vivere e del loro sentire.  Fisicamente assenti ma uniti in un abbraccio dal significato universale. 

La storia può essere segnata da cicli e ricicli storici …non credo per intervento della divina provvidenza, ma tant'è, fermiamoci qui, augurandoci che in ogni parte del mondo l'afflato di essere liberi vinca sull'eventuale oppressore. 

La ringrazio. 

Clara Rossini, Cremona 26 aprile 2022 

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