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Lettere all'ECO /24

  27/05/2024

Di Redazione

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Riceviamo e molto di buon grado pubblichiamo

Egregio Direttore,

lunedì 20 c.m., nell'ambito degli incontri con i candidati Sindaci del Comune di Cremona, una delegazione del “movimento per la qualificazione dell'Ospedale di Cremona”, ha incontrato il candidato Sindaco Andrea Virgilio, già vicesindaco dell'ultima giunta ed Assessore all'Urbanistica nella precedente. In premessa il “movimento” ha circostanziato la ragione e gli obbiettivi della petizione contro il progetto di un nuovo Ospedale a Cremona, già oggi sottoscritta da circa 6000 cittadini, nonostante l'inaccettabile censura del quotidiano locale, della TV CR 1 e di altri media della stessa proprietà. Questi incontri hanno la pretesa di chiarire il perché è inutile ed economicamente penalizzante per noi cittadini demolire l'attuale nostro Ospedale e costruirne uno nuovo adiacente al vecchio. La crisi economica attuale, in tutti i settori e particolarmente nella sanità, ci impone un salutare ripensamento: non più la corsa indiscriminata alla produzione edilizia ed al consumo che ha accompagnato il falso sviluppo di questi ultimi anni, ma il pieno utilizzo dell'esistente ed eliminazione degli sprechi. Il Soprintendente Per il Patrimonio Storico Artistico, Dott. Gabriele Barucca, in un convegno a Cremona ha sintetizzato: “Non ci è più consentito fare e disfare, demolire senza criterio, con faciloneria, cancellare quello che non si ritiene più adeguato ai tempi……” È un monito a chi vuole demolire il Maggiore che ha 50 anni ed al netto della trascuratezza subita, gode di una integrità inalterata di tutte le parti strutturali, sancito da ingegneri, architetti, geometri e tecnici del settore, che ci permette una riqualificazione sostenibile e rispettosa dell'ambiente. Abbiamo inoltre ribadito al candidato Sindaco Virgilio che la riqualificazione-ristrutturazione consente di integrare nella stessa struttura l'assistenza sanitaria primaria e specialistica, di ottenere un Ospedale completamente innovativo e tecnologicamente all'avanguardia dove l'architettura mette il paziente al primo posto, con spazi accoglienti ed umani. La pianta e la disposizione dell'attuale edificio sono chiare e consentono, a pazienti e visitatori, di orientarsi facilmente. La localizzazione del Maggiore, scelta allora da una Giunta preparata e previdente, ha permesso di ottenere una grande superficie a verde alberata che lo circonda, creando una connessione con il luogo circostante che con la costruzione dell'eventuale nuovo nosocomio verrebbe inesorabilmente devastato. Il candidato ha chiesto da quale fonte derivassero le nostre analisi e certezze, quale la possibilità di intervenire con la ristrutturazione sulla sicurezza sismica; la valutazione d'impatto ambientale di un cantiere edile – fonte: ECAP Coop di Modena -; il calcolo dei costi teorici per la manutenzione e realizzazioni ospedaliere – fonte: IRES ente di ricerca della Regione Piemonte che ha seguito la riqualificazione e costruzione di 6 Ospedali in tutte le loro fasi, progettuali ed operative. Altre fonti che sono servite per la determinazione dei

costi dichiarati dal “movimento” sono di Tecnici di grande esperienza nel settore edile e di semplici cittadini di buon senso, senso civico e che hanno a cuore gli interessi della propria Città. La disponibilità di tempo concessa gentilmente da Andrea Virgilio, ci ha permesso di fare un excursus sul piano tecnico. La riqualificazione-ristrutturazione consente di intervenire a stralci, a step, e permette di destrutturare i percorsi delle nuove realizzazioni, oltre a garantire la possibilità di perfezionare acquisizioni o realizzare lavori rivolgendosi puntualmente e distintamente agli operatori più competenti e competitivi. L'uso del sistema off. Site, costruire a secco con elementi prefabbricati che poi vengono assemblati in cantiere, permette anche interventi di messa in sicurezza antisismica, l'adeguamento per il risparmio energetico e di tutti i sistemi tecnologici, antincendio etc. presenti nel nostro Ospedale e che a tutt'oggi soffrono di trascuratezza e mancanza di manutenzione. L'intervento di riqualificazione con il sistema off-Site non produce inquinamento, non crea disagi ai pazienti, con un costo presumibile di euro 160 milioni ed alla fine dei lavori, durata di 5-7 anni, avremo un Ospedale in assoluto al passo con i tempi e con un risparmio, calcolato confrontando i costi per la costruzione del nuovo Ospedale, 512 milioni, di euro 350 milioni. Considerando che il nostro Maggiore non è vetusto, ma è solo mal conservato. Per anni non è stata fatta la manutenzione, che è indispensabile ed obbligatoria per una corretta conservazione.

Per manutenzione si intende tutti quegli interventi edilizi necessari a riparare, innovare e sostituire le finiture dell'immobile, oltre garantire l'efficienza o riparare gli impianti tecnologici e mantenere, l'intero Complesso, in una condizione adatta allo svolgimento della sua funzione durante il suo intero ciclo di vita, facendo in modo che il complesso sia sempre adeguato a ciò per cui è stato costruito. Negli edifici pubblici è obbligo conservare la funzionalità, la sicurezza, il confort, l'estetica con una manutenzione preventiva e programmata. Queste condizioni dovranno essere mantenute nell'attuale Ospedale per tutta la durata dei lavori, 13 anni, necessari per la costruzione del nuovo Ospedale. Pertanto, prima della fine dei 13 anni avremo il Maggiore praticamente “riqualificato” a seguito delle opere ineludibili necessarie per mantenere le condizioni adatte alla sua funzione di Ospedale, innovativo e tecnologicamente adeguato ai tempi, mentre l'eventuale nuovo ospedale sarà già obsoleto.

Dai colloqui avuti con i candidati sindaci, constatiamo che i soggetti promotori del nuovo ospedale hanno omesso di informare, non solo i cittadini, ma anche le persone già coinvolte in amministrazioni pubbliche. Non è stato considerato se l'opera fosse utile o inutile sottoponendola all'analisi costi-benefici. Abbiamo concluso il colloquio con Virgilio ribadendo che le opere opere per il nuovo Ospedale rappresentano uno sperpero di risorse, una loro distrazione da utilizzi potenzialmente più produttivi, proprio quel che un Paese come il nostro non può permettersi, ricordando che gli sprechi delle risorse Pubbliche ai danni della collettività, sono sancibili dalla Corte dei conti, art. 100 e 103 della Costituzione. Abbiamo ringraziato il candidato Sindaco Andrea Virgilio per il tempo concesso, sperando che l'incontro gli possa essere utile per riflessioni e decisioni.

Movimento per la riqualificazione dell'Ospedale di Cremona.

Giorgio Mantovani, 23 maggio 2024.
Giorgio Mantovani, 23 maggio 2024.

Siamo noi a ringraziare il mittente, il Movimento per la riqualificazione dell'ospedale di Cremona e, soprattutto, Giorgio Mantovani che da quasi un anno si è assunto l'onere/onore di fornire un importante supporto di Know how tecnico alla contestazione della sostenibilità della balzana idea del cosiddetto Nuovo Ospedale. L'apporto di Mantovani taglia, come si suol dire, l'erba sotto i piedi alla temerarietà di una proposta che, nell'ordine, non fronteggia ora e nel futuro le conseguenze del collassamento della sanità pubblica, non presenta nessuna garanzia di adeguate basi finanziarie, non si fa nessun carico delle conseguenze derivanti dalla fase transitoria tra il vecchio e il nuovo e non dice nulla di convincente sul terreno della metabolizzazione dell'ormai accertata ulteriore riduzione della capienza del nuovo, avveniristico, nosocomio. Semmai si farà effettivamente. Nelle more, si sta tardivamente, faticosamente e, diononvoglia, inutilmente tentando di rimediare alla vandalizzazione operata a danno degli organici medici, infermieristici e ausiliari. In omaggio alla sciagurata spending review imposta dall'establishment regionale ed attuata, senza alcuna resistenza anzi con pieno servile collaborazionismo, dalle direzioni succedutesi al vertice dell'Asst. Le cui conseguenze più che riverberate si sono fatte, si fanno, si faranno sentire. In termini di sostenibilità del nosocomio a dare risposta, dopo che la preesistente rete territoriale è stata vandalizzata dal modello spedalocentrico, alla domanda di cura della salute. Non per adeguarla concretamente, bensì per tamponarla. Neanche, se ci fosse, una bacchetta magica riuscirebbe ad invertire la slavina del collasso. Perché manca un fattuale incrocio tra domanda e offerta di operatori. Che non si inventano. Dopo che per 30 hai decimato i reparti, ridotto i posti letto, piallato gli organici. In ciò un ineguagliabile esecutore è stato il direttore quiescente e non rinnovato. Adesso senza dichiararlo, si corre ai ripari con, speriamo di no, tacconi se non peggiori dei bus ma sicuramente di molto difficile applicazione. Si evoca l'idea di nuove leve, che, stante il prolungamento dell'effetto numero chiuso della filiera universitaria e della formazione, nonché degli organici, assomiglia ad una sorta di hitlerjugend da mandare disperatamente in campo è fuori dalla fattualità ma anche semplicemente dalla dissertazione puramente teorica.

Un'alternativa dagli effetti quantiqualitativi parziali potrebbe essere una hitler-alter. Vale a dire la reimissione negli organici di "veterans", vale a dire di operatori medici e paramedici troppo sconsideratamente lasciati quiescere (se in fascia anagrafica conforme) o (se in fascia prequiescente) indotti a cambiare aria e ad approdare a lidi professionali materialmente competitivi e appaganti nella soddisfazione deontologica. Perché qualche veteran che volesse, per molteplici motivi (in primis l'aderenza ai canoni di una vocazione che ha profondi perni etici), rimettersi in gioco li puoi trovare.  Sotto tale profilo, segnalo che mi è giunta notizia che un mio coetaneo è rientrato in servizio. E per me questa è un'ottima notizia sia sul piano della civetteria dell'aspettativa di non venire risucchiato definitivamente nell'implacabile clessidra sia sul piano della rispondenza all'imperativo di mettersi una mano al cuore. Ma saremmo reticenti se in aggiunta ad un bel putost che gnent l'è mei putost, non dichiarassimo che il rimedio al disastro sta solo nella radicale, totale inversione del percorso fin qui praticato.

Perché (e diciamo assolutamente convinti, sino alla transizione dal pensiero del gradualismo/riformismo a forme di testimonianza civile molto radicali) non esistono spazi interlocutori che non soddisfino completamente il ripristino dell'Art. 32 della Costituzione (La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti.)

Dovrebbe essere, questo, un imperativo mobilitante. Ma su cui (lo riveliamo da anni) grava il combinato tra tutela di interessi economici precostituiti in senso antisociale e la neghittosità (forse anche l'inconsapevolezza) di testimonianza e di azione di lotta (che non è una brutta parola, quando è applicata alle buone cause civili e sociali); da parte dei corpi intermedi che sulla materia dovrebbero essere schierati.

L'election day di inizio giugno rappresenta (anche se non si rinnoverà la composizione delle Camere e della nostra Regione) una buona occasione per mandare un messaggio. Ovviamente non disertando i seggi e, pur nei limiti imposti da percorsi tortuoso, penalizzare le claires, che più o meno esplicitamente contrastano questa linea.

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