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La sinistra e la questione socialista /14

Forum lettori

  08/01/2023

Di Redazione

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L'analisi da te fatta del problema sinistra, anche europea, è, come sempre esaustiva e molto approfondita; non bisogna guardare al passato agli ideali ma costruire un nuovo partito liberalsocialista con vedute innovative atte a garantire libertà e voglia di partecipare ad associazioni che diano un impulso all'economia, al lavoro, alla sanità pubblica e alla scuola. Ottimo tenere vivo il dibattito nell'ambito della cultura politica socialista. Certo è anche importante educare gli Italiani alla cooperazione, a riforme lungimiranti con un pensiero positivo verso un futuro democraticamente vivo e solidale. Servono bilanciamenti dei doveri e dei diritti ed anche una spinta al merito senza sottovalutare il bisogno di aiuto necessario a chi vive una povertà dignitosa. Questo non vuol dire fare maggiore spesa pubblica ma garantire la qualità dei servizi con investimenti a debito buono, con progetti lavorativi innovativi che producano migliore qualità di vita nel Paese. Per ora il Governo Meloni ci ha dato la cancellazione delle cartelle esattoriali, per la felicità degli evasori, e una forte amarezza del contribuente onesto.

Vicenza, 4 gennaio 2023, lettera firmata

Eppur si muove

Anche se con il cuore gonfio di tristezza: manca in questo scenario (italiano ed europeo) l'ingrediente fondamentale del pensiero socialista. Che è il sentimento, l'afflato comunitario. Bisogna risalire per i rami della nostra storia. Ed aggrapparci al socialismo liberale. Tutto il resto è fuffa. Alla disperata ricerca degli appigli per salvare le nomenclature.

Peggio ancora per la spiritualità del pensiero laico-illuministico. Ne è implacabile rilevatore il default dell'idealismo strutturato nelle teorie dell'emancipazione civile e sociale. Il socialismo non è nell'angolo solo per le conseguenze di mani pulite, di Qatargate, del pensiero e dell'associazione militante diventate prima liquide e poi evanescenti e non più appealing, ma perché i suoi testimoni non sanno più parlare ai destinatari di un'”offerta" di spiritualità e di sentiment. Forse, in aggiunta a tale constatazione, per effetto della liquidità, non ci sono più destinatari di messaggi dello spirito e di afflati umanitari. 30 anni di globalizzazione, tradotti dalla nomenklatura post catto-comunista (un neologismo, nel frattempo reso obsoleto da trent'anni di rovesci prestazionali e soprattutto dai profondi cambiamenti di contesto, interno e mondiale, e diventato pour cause paleologismo), hanno spianato le coscienze e incardinato cives sconnessi da tutto ciò che non parli alla pancia. Il recupero di un ruolo militante e di una mission minimamente idealistica deve innanzitutto ripudiare qualsiasi ammiccamento al populismo demagogico e recuperare le ragioni dell'identificazione comunitaria.  Cha ha come perni il bilanciamento tra diritti (civili e sociali) e doveri e lo sradicamento delle povertà vecchie e nuove. All'insegna del merito e del bisogno. Ultimo fecondo binomio della teoria della stagione riformista degli anni 80. Questa premessa riprende quanto da noi già analizzato in precedenti pannel del focus.

Saremmo omissivi se, considerato che il generalizzato testa-coda delle correnti di pensiero/testimonianza riguarda anche il microcosmo socialista, facessimo sconti e/o la prendessimo alla larga. L'attribuzione di un rating all'offerta di una sistemazione teorica dei perni di un progetto riformistico della società è del tutto avulsa, se si pensa agli strumenti deformati della rilevazione del consenso elettorale e alla totale asfaltatura degli ambiti associazionistici vocati alla elaborazione, da riscontro obiettivo in termini di correlazione alle dinamiche in cui si muove la quotidianità politica ed istituzionale.

C'erano una volta i partiti. Erano associazioni e si erano sviluppate con la conquista del suffragio universale, che aveva portato alla cittadinanza attiva milioni di persone. Quasi 9% della popolazione italiana era iscritto ad un partito. Avevano poderose articolazioni territoriali, organizzazioni laterali giovanili o organizzazioni collaterali. Riunivano ogni 2 o 3 anni gli iscritti a congresso, dove si scontravano le correnti, si presentavano mozioni contrapposte, si votava sui programmi e sulle persone. Un consiglio nazionale che si riuniva 3 0 4 volte all'anno; una direzione che si riuniva ogni mese; numerose organizzazioni collaterali.

Scrivendo ciò, siamo ben consapevoli di riprendere disamine già delibate nella politologia corrente, attenta a rilevare i fatti.

Nei contesti attuali il range degli scritti è imparagonabili. Ci si iscrive a tempo per scopo e per motivi di potere.

I programmi non nascono da dibattiti interni, ma su commissione di esperti. L'agonia dei partiti fragili, volatili, inconsistenti.

D'altro lato, un non sospetto di inclinazioni al qualunquismo, Calamandrei, sosteneva: “una democrazia non può essere tale se non sono democratici anche i partiti”.

Se dobbiamo mettere il dito nella proverbiale piaga, diciamo che il più grave problema del corrente modello di organizzazione della politica non risiede neanche nelle claudicanze della struttura associativa della politica. Problema che è effettivo e grave, soprattutto, legittimando gli attuali partiti e le attuali leadership, interagisce con l'altro perno ancor più grave, che  è l'assenza di definiti bacini di proposta progettuale e strategica.

Che cos'è la sinistra, che cos'è la destra. Categorie rese evanescenti dalla cantata di 30 anni fa ed oggi asfaltate dal venir meno dei rudimenti della teoria politica e, soprattutto, da una malpractice strutturale nell'esercizio della partecipazione alla vita pubblica, che costituirebbe il perno fondamentale del modello liberaldemocratico.

C'è chi spera (parliamo di un'entità assolutamente minoritaria nelle testimonianze politiche) che l'albero dell'idealismo e della comunità identitaria e militante potesse dare ancora frutti. Rivelatrice di ottimismo della speranza per una rinascita.

Sicuramente (e lo sosteniamo più che nell'interesse della nostra visuale politica in quello della tenuta del modello liberaldemocratico), occorre metter mano, ai fini di una resilienza minimamente dotata di probabilità, riprendere in mano la cassetta degli attrezzi capace di delineare un adeguato bagaglio di idealismo e di sistemazione teorica e progettuale del pensiero, per quanto ci riguarda, liberalsocialista e laburista.

Non è certamente (e ci riferimento a certi recenti surrealistici endorsements dettati da puro panico da irrilevanza) con le crociate contro l'economia di mercato che la sinistra (quella riformista, in particolare) acquisirà chances per riaccreditarsi come il player che fu per tanti anni nello scenario europeo

Come sarà facile arguire il problema non riguarda esclusivamente le credenziali delle “ditte” che parlano, con tanto di nome e di simbolo, per conto di quel che resta della testimonianza socialista in Italia.

Essendo che, al di là delle sgangheratezze con cui si esprimono certi prevalent partners della sinistra lato sensu, il problema è appunto molto più vasto.

Bisognerà approcciarvisi con inedite modalità, suscettibili di mettere in discussione le nomenclature e di rivoltare come un calzino le dinamiche si qui seguite nella partecipazione all'elaborazione di progetti e di strategie.

E scriviamo ciò non in astratto. Infatti ci riferiamo all'iniziativa annunciata da Mauro Del Bue, fino a qualche settimana fa (prima di essere purgato per dissenso sulla linea politica e sulla gestione della vita interna) direttore dell'Avantionline.

L'annuncio non è quello di una scissione e della conseguente creazione di un altro partitino. Bensi quello del varo di un format associativo, che corrisponde esattamente alle caratteristiche del modo con cui abbiamo testimoniato in questi anni le nostre visioni.

Associazione socialista liberale

Cari compagni e amici cliccando su questa mail potrete iscrivervi all'Associazione socialista liberale che un gruppo di socialisti comprendente, oltre a me, Riccardo Nencini, Bobo Craxi. Oreste Pastorelli, Rita Cinti Luciani, Francesca D'Ambra, Giovanni Crema, Enrico Buemi e molti altri, ha deciso di fondare per coinvolgere nella riflessione e nella proposta politica socialisti tuttora dispersi, laici e riformisti. A giorni verrà lanciato online il nuovo e antico giornale La Giustizia che verrà ufficialmente presentato a Reggio Emilia, dove nacque nel 1886, e a Roma. 

Il valore delle idee

Siamo socialisti e del socialismo abbiamo acquisito la sua straordinaria tradizione riformista e umanitaria. Ma siamo convinti dell'estrema attualità di un suo efficace e produttivo rapporto con la tradizione del liberalismo sociale. Per questo ci vogliamo definire socialisti liberali. Turati ha aperto le porte alla collaborazione coi governi liberali dei primi del secolo scorso contestando le involuzioni autoritarie e demagogiche del socialismo rivoluzionario, Carlo Rosselli teorizzò col suo libro pubblicato nel 1930 il socialismo liberale, Saragat e il Nenni del dopo 1956 seppero rompere col comunismo, Craxi praticò il lib-lab dopo essersi ricongiunto appieno col riformismo. Siamo gli eredi di una luminosa tradizione oggi spesso volutamente ignorata. Siamo i vincitori di una lunga competizione a sinistra, siamo stati dispersi da una grottesca criminalizzazione politica. Vogliamo risorgere perché da queste fonti si può seminare per un futuro migliore in questi tempi difficili e per taluni aspetti fin drammatici. Abbeverarsi agli ideali, al valore delle nostre idee per rilanciare la politica e per nobilitarla.

Statuto

ARTICOLO 1 - COSTITUZIONE – DENOMINAZIONE

È costituita ai sensi degli articoli 36, 37 e 38 del Codice Civile, l'Associazione politica e culturale denominata “SOCIALISTA LIBERALE”.

ARTICOLO 2 - SEDE

L'Associazione ha sede legale in ROMA (RM), attualmente in Viale Giulio Cesare 47. Potranno essere costituite sedi secondarie e viene stabilito che lo spostamento della sede legale, all'interno del comune di Roma (RM), non comporterà modifica statutaria.

ARTICOLO 3 - OGGETTO – SCOPI

L'associazione persegue lo scopo di contribuire alla vita politica e culturale del Paese, come anche inserito nell'attuale perimetro istituzionale della UE.

L'Associazione intende favorire ed incrementare gli studi sul Socialismo e sul movimento socialista italiano ed internazionale.

A tal fine l'associazione potrà dar vita ad ogni momento di partecipazione attiva, nonché dar corso ad ogni attività culturale e sociale ritenuta idonea e coerente con il pensiero democratico, correttamente inserito nell'assetto istituzionale dello Stato di Diritto orientato al riconoscimento delle libertà individuali.

A tal fine, l'associazione potrà compiere ogni atto considerato necessario al raggiungimento del fine associativo. A puro titolo esemplificativo e non esaustivo potrà organizzare, momenti e progetti di studio e di approfondimento, organizzare dibattiti, eventi e manifestazioni, porre in essere campagne di informazione e promozione, nonché dar vita ad iniziative editoriali a carattere indicizzato, locale o nazionale. In generale, l'associazione potrà intraprendere ogni attività di carattere accessorio ritenuta utile al raggiungimento del fine associativo.

ARTICOLO 4 - DURATA

La durata dell'Associazione è fissata fino al 31 Dicembre 2080.

ARTICOLO 5 - ASSOCIATI

Possono aderire all'Associazione persone fisiche od Enti giuridici.

Sulle domande di adesione delibera insindacabilmente il direttivo, il quale dovrà verificare la sussistenza di requisiti di compatibilità politica e di onorabilità da ritenersi imprescindibili.

ARTICOLO 6 - ORGANI DELL'ASSOCIAZIONE

Gli organi dell'Associazione sono:

  1. L'Assemblea degli Associati
  2. IL Direttivo
  3. Il Presidente
ARTICOLO 7 - ASSEMBLEA DEGLI ASSOCIATI

L'assemblea degli Associati è sovrana nella individuazione delle linee di azione, di condotta e di intervento dell'Associazione e pertanto ad essa compete la nomina di tutti gli organi dell'Associazione. L'Assemblea si riunirà almeno una volta l'anno, comunque entro il 30 giugno, per deliberare in ordine all'approvazione del bilancio di esercizio, sia consuntivo sia previsionale e, ricorrendone la scadenza, per procedere al rinnovo degli organi dell'Associazione. Alla convocazione dell'Assemblea provvede il Presidente a mezzo di e-mail, fax o raccomandata da inviarsi almeno sette giorni prima della riunione. Qualora non provveda il Presidente, in caso di obbligo statutario, l'Assemblea potrà essere convocata ad opera di almeno i due terzi degli Associati.  L'Assemblea delibera, in prima convocazione, a maggioranza degli associati. In seconda convocazione sarà invece sufficiente il voto favorevole pari alla maggioranza degli intervenuti.

Ciascun Associato potrà presenziare in Assemblea anche per il tramite di un proprio delegato. Nessuno potrà tuttavia presenziare in Assemblea su delega di più di due Associati.

Le riunioni dell'Assemblea potranno svolgersi anche in remoto, utilizzando i canali web e gli strumenti informatici di videoconferenza disponibili al momento.

ARTICOLO 8 - IL DIRETTIVO

Il Consiglio Direttivo e composto da un numero minimo di tre consiglieri e massimo di tredici, eletti dall'assemblea ordinaria fra soci e resta in carica per 5 anni. I membri del Consiglio sono rieleggibili.

Il Consiglio Direttivo si riunisce ogni qualvolta il Presidente o la maggioranza dei propri componenti lo ritengono necessario. Esso è presieduto dal Presidente. In caso di assenza o impedimento del Presidente tutte le mansioni aspettano ad un consigliere delegato dal Direttivo.

IL consiglio Direttivo redige i programmi di attività sociale previsti dallo statuto sulla base delle linee approvate dall'Assemblea dei soci, delibera circa l'ammissione, la sospensione, la radiazione e l'espulsione dei soci motivandone la scelta

Determina l'ammontare delle quote sociali di iscrizione e delle quote associative annuali

ARTICOLO 9 - PRESIDENTE

Il Presidente è il Legale Rappresentante dell'Associazione. Egli è munito di ogni potere di ordinaria e straordinaria amministrazione. Il Presidente dura in carica cinque anni. Al Presidente spetta di convocare e sopraintendere le riunioni dell'Assemblea e del Consiglio Direttivo. Al Presidente è affidato l'incarico di coordinare, nel suo complesso, l'azione dell'Associazione al fine di garantire il rispetto dei vincoli statutari e dell'oggetto associativo.

ARTICOLO 10 - PATRIMONIO, ESERCIZI E BILANCI (RENDICONTI)

Il Patrimonio dell'Associazione è costituito dalle eventuali quote iniziale od annuali poste a carico degli associati e che saranno stabilite dal Direttivo. Potranno inoltre far parte del patrimonio dell'Associazione contribuzioni, pubbliche e/o private, donazioni o lasciti disposti anche da terzi, sia persone fisiche che giuridiche.

L'esercizio dell'associazione coincide con l'anno solare e quindi si chiude al trentuno dicembre di ogni anno.

Il bilancio d'esercizio, consuntivo e preventivo, deve essere redatto dal Presidente in tempo utile a consentirne l'approvazione assembleare nel rispetto dei termini rappresentati al precedente articolo 7.

Sarà facoltà dell'Assemblea richiedere che il bilancio d'esercizio venga sottoposto a verifica da un revisore in possesso di idonei requisiti professionali. Il Presidente per tali incombenze potrà avvalersi di collaboratori esterni all'Associazione.

ARTICOLO 11 - SCIOGLIMENTO

L'Associazione potrà sciogliersi in via anticipata rispetto alla scadenza, con delibera assunta dall'Assemblea degli Associati con votazione favorevole pari ad almeno i due terzi degli aventi diritto di voto. Qualora l'Associazione si estingua, i beni che residueranno dalla liquidazione verranno devoluti secondo quanto deliberato dalla Assemblea degli Associati nel rispetto della normativa vigente.

ARTICOLO 12 - ALTRE DISPOSIZIONI
  • le quote di tesseramento od i contributi eventualmente versati dagli associati sono intrasmissibili e non rivalutabili;
  • per quanto non previsto nel presente Statuto si fa rinvio alla specifica normativa dettata dal Codice Civile, in quanto applicabile; – per eventuali conflitti è competente il Foro di Roma

© 2023 ASSOCIAZIONE POLITICO CULTURALE "SOCIALISTA LIBERALE". CODICE FISCALE 96551730581 - info@socialistaliberale.it

L'associazione persegue lo scopo di contribuire alla vita politica e culturale del Paese, come anche inserito nell'attuale perimetro istituzionale della UE.

L'Associazione intende favorire ed incrementare gli studi sul Socialismo e sul movimento socialista italiano ed internazionale.

A tal fine l'associazione potrà dar vita ad ogni momento di partecipazione attiva, nonché dar corso ad ogni attività culturale e sociale ritenuta idonea e coerente con il pensiero democratico, correttamente inserito nell'assetto istituzionale dello Stato di Diritto orientato al riconoscimento delle libertà individuali.

A tal fine, l'associazione potrà compiere ogni atto considerato necessario al raggiungimento del fine associativo. A puro titolo esemplificativo e non esaustivo potrà organizzare, momenti e progetti di studio e di approfondimento, organizzare dibattiti, eventi e manifestazioni, porre in essere campagne di informazione e promozione, nonché dar vita ad iniziative editoriali a carattere indicizzato, locale o nazionale. In generale, l'associazione potrà intraprendere ogni attività di carattere accessorio ritenuta utile al raggiungimento del fine associativo.

Domanda di ammissione (pdf - 98 KB).

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