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Giacomo Matteotti: un anno di dominazione fascista Introduzione di Walter Veltroni

Sul delitto Matteotti, assunto, unitamente a quello successivo di tredici anni dopo dei Fratelli Rosselli, dalla storiografia come evento paradigmatico e didascalico delle vicende politiche destinate a permeare la situazione italiana, si è scritto molto.

  13/06/2019 21:44:00

A cura della Redazione

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L’ECOLIBRI Giacomo Matteotti: un anno di dominazione fascista Introduzione di Walter Veltroni

Con la rievocazione nel 95° anniversario dell’accadimento, si intende sottolineare come il fascismo, solo da un biennio pervenuto violentemente al potere ed in transito verso la definitiva e totale fascistizzazione dello Stato, compiva contro uno dei più lucidi suoi antagonisti un delitto politico, che oltre che esecrando sarebbe stato assunto come evento simbolico dei successivi snodi totalitari ed autoritari.

Sul delitto Matteotti, assunto, unitamente a quello successivo di tredici anni dopo dei Fratelli Rosselli, dalla storiografia come evento paradigmatico e didascalico delle vicende politiche destinate a permeare la situazione italiana, si è scritto molto.

Ma l’edizione cui facciamo menzione è rivelatrice in diretta dell’esordio ed in nuce del radicamento della rivoluzione fascista.

Il suo autore, appunto Giacomo Matteotti, ne registra dettagliatamente le dinamiche, senza nulla concedere all’invettiva ideologica.

In ciò si rivelerà, come sottolineerà un’altra vittima della violenza fascista Piero Gobetti, l’oppositore più intelligente ed irriducibile. Definizione che lo accomuna al profilo di un antifascista. Rosselli, alla cui soppressione Mussolini non volle rinunciare, in quanto come per Matteotti, la sua testimonianza costituì l’opposizione più lucida e decisa.

Gli scriti di Matteotti costituiscono una sorta di libro bianco, in cui, a dispetto della retorica e di una comunicazione ormai asservita, vengono denunciate le precondizioni di una nazione che, come evidenzia uno dei prefatori,Umberto Gentiloni Silveri, corre verso la catastrofe.

L’introduzione delle pagine riproposte affidata a Valter Veltroni acutamente sottolinea che “se si domandasse a una persona mediamente informata sulla storia italiana di affrontare il tema “vita e morte di Giacomo Matteotti” quasi sicuramente ci si troverebbe di fronte a un interlocutore preparato a parlare più della seconda che della prima”.

Giacomo Matteotti, infatti, non sarebbe stato il “martire” destinato a diventare anche nella mitologia antifascista. Il deputato socialista di Rovigo, infatti, all’epoca segretario del Partito Socialista Unitario fondato insieme con Filippo Turati ed i più autorevoli testimoni del socialismo riformista, aveva, a dispetto della giovane età, un ragguardevole cursus politico ed istituzionale. Era un riformista vero, che credeva in un graduale e progressivo allargamento della cittadinanza politica e sociale e per questo, come osserva Veltroni, lavoro con un rigore inflessibile, senza risparmiarsi nulla.

Rivelatore di questo rigore, che prima di essere politico è etico e morale, è un aspetto trascurato della sua testimonianza. Che lo vide, da componente della Commissione Finanze e Tesoro, schierarsi apertamente sulla piena compatibilità tra i preventivi di spesa e le risorse finanziarie.

L’autore, che la storiografia inquadrerà prevalentemente come coraggiosa fonte di denuncia della violenza fascista, della restrizione delle prerogative democratiche, delle malversazioni, fornirà anche un dettagliato rapporto in diritta sulla mutilazione delle istituzioni amministrative periferiche.

E finiamo qui questa segnalazione per evitare che un più dettagliato rapporto disincentivi una presa di contatto diretto suscettibile di fornire un profilo più approfondito e per alcuni versi in controtendenza con la vulgata.

Eredi naturali di quanto antifascismo, irriducibile ma lucido, sarebbe stati i Fratelli Rosselli. Che come lui avrebbero testimoniato unitamente ad un’opposizione al fascismo, anche un forte ancoraggio al riformista intransigente.

A completamento della presentazione della ristampa di un fondamentale lavoro di analisi, non possiamo lasciarci sfuggire la menzione di una non meno apprezzabile iniziativa di rievocazione della figura e dell’opera di Matteotti.

Nei giorni scorsi, infatti, a Milano nel chiostro dell’Umanitaria si è svolta la rappresentazione “Ognuno di voi ne è testimone”. Ne sono stati protagonisti la senatrice Liliana Segre, Claudio Martelli ed uno studente del Liceo Virgilio di Milano. Ha sottolineato Martelli: “Testimone è la parola chiave. Il nostro compito è farci testimoni del nostro tempo come Matteotti lo fu del suo. Facciamo come lui: descriviamo la realtà, non immaginiamo pericoli presunti, descriviamo quelli reali che sta correndo il nostro Paese. Ogni riferimento alla presente fase politica è puramente voluta”.

Un auspicio indirizzato al nostro indimenticato rappresentante parlamentare: venga a Cremona con Segre a replicare.

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