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Inciampi sulle rive dell'Adda /2

A Pizzighettone, dinieghi negazionisti a "pietre" didascaliche per la verità storica...inciampi da refuso

  29/03/2024

Di Redazione

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La storia non si riscrive, ma la memoria storica non la si può negare

A Pizzighettone il sindaco Moggi si sta comportando come un fascista, dimenticando che è il Sindaco di tutti i Pizzighettonesi e quindi lavorare per il bene comune. Le pietre d' inciampo sono il simbolo della libertà e della non violenza, ricordare atroci fatti storici frutto di dittature nazifasciste serve a risvegliare le coscienze. La storia non si riscrive, dice il Sindaco, ma la memoria storica non la si può negare. Cancellare dai registri la cittadinanza onoraria a Mussolini è un ' operazione da fare, lo chiedo fermamente anch'io natia di Pizzighettone e con nel cuore le mie origini, anche se abito da anni a Vicenza. Mi congratulo con te per il tuo editoriale pubblicato su Eco del popolo, continua con la tua denuncia. La verità dei fatti e la trasparenza dell'informazione sono alla base del vivere civile basato su libertà e democrazia.

Caterina Lozza, 28 marzo 2024, Vicenza
Caterina Lozza, 28 marzo 2024, Vicenza

Errata corrige

Egregio Direttore, ho letto su Spazio Aperto del quotidiano La Provincia la lettera di rettifica storica prodotta, addirittura dalla segreteria Provinciale e cittadina del PSI, causata da una mia errata attribuzione di ascendenze fondative, contenuta nella mia recente controdeduzione al rifiuto opposto dal Sindaco, dalla Giunta, dal Gruppo Consiliare del Comune di Pizzighettone alla proposta avanza da Insieme per cambiare Pizzighettone per riprendere come iniziativa locale la campagna di installazione delle "Pietre d'inciampo". Con cui da oltre un anno, partendo dal Capoluogo di Cremona e per iniziativa di operatori scolastici e settori studenteschi, ricercatori e Associazioni Partigiane, si è virtuosamente voluto e si vuole approfondire e divulgare il profilo più abbietto delle atrocità compiute dal nazifascismo. Mi riferisco alla traduzione di milioni di cittadini italiani ai campi di internamento e di soppressione fisica. Non tutta la vasta casistica è sovrapponibile. Ma è indubbio che nel parterre dei prescelti (israeliti, oppositori politici, omosessuali, rom) si possa ravvisare anche la fattispecie degli "ospiti" del duro reclusorio delle Mura di Pizzighettone. Reclusi e candidati all'internamento, in dipendenza della scelta di non conformarsi all'imposizione di arruolarsi nelle file della Rsi prostrata all'esercito di occupazione. Il Sindaco e la maggioranza hanno voluto perdere l'occasione per un gesto di operoso ravvedimento della scelta di opporsi alla revoca della cittadinanza onoraria attribuita 100 anni fa al capo del fascismo. 100 anni gli stessi che ricorrono dall'orrendo delitto politico di Giacomo Matteotti. Con cui il fascismo diventava un regime dittatoriale e sanguinario e il popolo italiano veniva totalmente privato delle prerogative liberaldemocratiche. Il delitto consacrava Matteotti al ruolo simbolico di protomartire di tutto l'antifascismo e di sprone all'avvio della Resistenza. A causa di un refuso dovuto ad un frettoloso copiaincolla dalle fonti è uscito nel mio scritto un controfattuale reclutamento del martire antifascista tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia.  Niente di meno corrispondente alla verità storica. Fatto tecnico di cui mi scuso. Senza nessun obbligo di sentirmi, come non troppo velatamente bramerebbero i miei censori, in imbarazzo. Aspirazione, questa, non si sa quanto pienamente consapevole del danno collaterale derivante dall'alimentazione più o meno perseguita di una spirale di qualunquismo attorno alla nostra iniziativa, ostracizzata dagli ispiratori di una studiata campagna di negazionismo e di revisionismo storico in chiave di rigurgito neofascista. Il piccolo incidente di percorso comunicativo, causato, ripeto, da una non accurata revisione del testo, non modificherà di un millimetro il nostro percorso di testimonianza. Infatti, sono in grado di anticipare che, d'intesa con le associazioni partigiane e antifasciste, nella mattinata di sabato 20 aprile si svolgerà a Pizzighettone un pubblico gesto simbolico di verità storica negato dal centrodestra.

Elisa Mancinelli, capogruppo “Insieme si Cambia Pizzighettone”, 28 marzo 2024
Elisa Mancinelli, capogruppo “Insieme si Cambia Pizzighettone”, 28 marzo 2024

Pietre d'inciampo… e inciampi da refuso

Che volete…il titolo del riscontro (grondante, a dispetto dell'argomento severo, un po' di goliardia) ci è venuto così. Ci tireranno gli orecchi (gli, in quanto il femminile compete ai nostri detrattori). Pazienza! Ma, senza voler fare le spallucce ad una reprimenda da fuoco (si fa per dire) che non aspettavamo, registriamo che l'argomento non passa sotto silenzio. Ok …la partnership fatta dalla Capogruppo Consiliare e da noi è inciampata nell'inciampo.

Perché l'estensore della lettera avrebbe dovuto essere più attenta e noi che l'abbiamo pubblicata, pure.

Capita quando le giornate sono un po' costipate da impegni: essere moglie, madre, tenere la casa, lavorare in condizione pendolare, fare il capogruppo e la dirigente del Circolo di Partito.

Noi siamo meno gravati dalle corvées della quotidianità. Anche se il ruolino di marcia, scandito dagli adempimenti di routine e, soprattutto, dalla testimonianza pubblicistica, non è proprio una passeggiata. Al punto che, a fine giornata, accusiamo sintomi accentuati di ipermensia e di cronopatia.

La premessa non è per scansare la corresponsabilità; perché il refuso è scappato all'autrice, ma anche al redattore. Come diceva mia nonna Maria, nata in piazza Mercato in Gera e vissuta una vita in Via Casematte, andando al mulino ci si infarina.

Con il che, da questo momento, prendiamo sotto la nostra ala protettrice la “reproba” del refuso.

D'altro lato, chi scrive qui (pur non essendone obbligato) fa (in materia di incidenti editoriali) un outing: Nel 1972 la Federazione Psi mandò al macero 100.000copie di un Eco elettorale, in cui lo scrivente, appunto, aveva scritto una cazzata.

I severi censori di Elisa, montano in cattedra e usano il matitone bleu. Per segnalare, dicono loro, il ripristino della verità storica sull'obominio nazifascista, perpetrato sul socialista Matteotti.

Inserito dai fondatori del PCI nell'elenco dei “social traditori”. Figurarsi se poteva essere fondatore del partito gramsciano!

Sorprende, ripetiamo, che la censura sia venuta da una parte che, dopo aver dichiarato la propria adesione all'iniziativa del Gruppo Consiliare e delle Associazioni Partigiane, si imbarcano in una performance di precisinismo storico, evidentemente a prescindere. A prescindere dai non improbabili effetti collaterali, che si genereranno per effetto di scontate strumentalizzazioni.

Nei manuali di tecniche belliche si chiamano fuoco amico. Che potrebbero depotenziare lo sforzo collettivo, che, come dimostrano le premesse, non troverà strade spianate.

Ecco, come diceva Andreotti (in materia di pensar male si fa peccato ma si indovina), non è chi non veda l'innesco di un meccanismo derivante da ansia di apparire e di lucrare qualche ritorno. Si tratterebbe, diononvoglia, appunto, di fuoco amico.

In questo caso dagli amici ci protegga Iddio che dai nemici mi proteggo io.

Per scelta etica e militante, prima di salire sulla barca di testimonianze politiche, ci accertiamo degli altri passeggeri. E, quando per necessità di chiarezza e di coesione, dobbiamo scegliere, non saliamo a bordo insieme a passeggeri non totalmente affidabili dal punto di vista della sincerità e della reale solidarietà. 

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