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"Gigi" Covatta

Contributo di Alessandro Gaboardi

  20/04/2021

Di Redazione

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Ha suscitato vasto cordoglio nelle file della militanza socialista la notizia della scomparsa di Gigi Covatta. La nostra testata ha ritenuto che, unitamente alla espressione di umana partecipazione, fosse necessario ed utile rivisitare i tratti fecondi della lunga ed originale testimonianza politica e sociale dello scomparso. 

Sono così giunti, forse non inaspettatamente, memoirs che evidenziano gli incroci nella vita sociale e sindacale e nella comune militanza socialista. 

Pubblichiamo di seguito il bel ricordo tratteggiato da Alessandro Gaboardi sui comuni trascorsi nelle ACLI e nel PSI.

Ho letto della morte di Luigi, Gigi Covatta del quale sono stato amico e compagno di avventure politiche. 

Era un uomo da tutti stimato per la sua intelligenza. 

Lo incontravo, negli anni 70, a Roma nella sede centrale delle Acli Nazionali. In quegli anni collaborava con l'ufficio studi che era a fianco di quello della cooperazione dove lavoravo io. 

Tutti gli riconoscevano, già allora, così giovane, una intelligenza e una cultura particolare. Aveva frequentato l'università a Milano, e si era distinto anche come organizzatore degli studenti. Frequentava anche le Acli e il Centro S. Fedele, Lo notarono i dirigenti delle Acli che lo segnalarono a Livio Labor. Livio, aveva intuito nel valutare le persone e lo portò a Roma nella vecchia sede delle Acli, proprio a pochi passi della futura sede del MPL vicino a Piazza Argentina. 

La collaborazione fra Livio Labor, Gigi Covatta e Gennaro Acquaviva e altre giovani menti generose e promettenti, che non è il caso di riportare oggi, sfociò nella nascita prima dell'ACPOL, poi del Movimento Politico dei Lavoratori. 

Gennaro Acquaviva aveva maggiori capacità organizzative. I due, Gigì e Gennaro, fecero subito amicizia anche se erano molto diversi. Gennaro, di qualche anno più anziano, estroverso e caciarone. Gigi più riservato. Lui ischitano, discendente da una storica famiglia isolana, che aveva una dimora arroccata nel centro storico di Forio, era giunto adolescente a Milano al seguito del padre funzionario pubblico. Sposò una lombarda la sorella del mio amico Bepi Tomai. 

Intellettuale, non sapeva guidare l'automobile, Non so se non ne sentiva il bisogno e se in seguito prese la patente. Ricordo solo che fui precettato una sera da Gennaro, io stavo salendo in macchina, messa in divieto di sosta vicino alla Piazza dove venne bruciato Savonarola, quando mi sentii chiamare a gran voce. Era Gennaro (allora non c'erano i cellulari), che mi chiedeva/ordinava di portare Gigi a Rieti per una conferenza, Cosa che feci ben volentieri anche perché ero di strada abitando allora a Teramo. 

Lo incontrai ancora in un paio di occasioni quando era sottosegretario al ministero della pubblica istruzione. Volevo sondare la possibilità di trasformare l'Istituto Musicale Folcioni di Crema in Liceo Musicale. Il Commendator Manenti avrebbe donato alla amministrazione comunale il Castello di Ombriano, completamente ristrutturato ed attrezzato. L'uomo avrebbe voluto che il liceo portasse poi il suo nome. Riteneva, a torto, che la scuola civica non sarebbe durata a lungo mentre il liceo statale sarebbe stato eterno. 

Lo salutai in un'altra occasione, ad una conferenza che tenne a Milano, ero con il mio caro amico Giuseppe Dossena, gran fumatore come lui. Si scambiarono un paio di battute sull'effetto “benefico” del fumo. Immagino che ora stiano ridendo entrambi sopra la mia testa, perché in quell'occasione, confessai di aver smesso di fumare perché altrimenti il mio allenatore non mi avrebbe più fatto giocare. 

Considerata la mia scarsa carriera atletica avevano ragione loro.

Alex Gaboardi

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