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Gaza /3

  01/08/2025

Di Redazione

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Come sarà facile percepire, continua l'interesse per la rubrica dedicata alla tremenda vicenda del quadrante geo-bellico mediorientale. In questo terzo editing focalizziamo una ulteriore analisi del compagno Mauro Del Bue, direttore della consorella testata prampoliniana, il contributo della lettrice/corrispondente C.L. e una precisazione della Consigliera Comunale Paola Tacchini (che ringraziamo pubblicamente per la sua dedizione e collaborazione). Pubblicheremo domani Focus 3 corredato da un altro editoriale di Del Bue e, si licet, una ampia chiosa della testata.

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RASSEGNA DELLA STAMPA CORRELATA

 L'editoriale Mauro Del Bue Perché Hamas ha rifiutato la tregua

E' evidente che se proponi a Israele di riconsegnare ad Hamas la Striscia ponendo fine alla guerra, Israele non può accettarlo. Non vedo invece il motivo per il quale Hamas non abbia accettato l'altra proposta, quella avanzata da Washington: e cioè di una tregua di un limitato numero di giorni con relative e conseguenti ricadute. Steve Witkoff, inviato americano, aveva garantito 60 giorni di tregua in cambio della metà dei rapiti (10 vivi e 18 morti), nonché il ritiro delle forze israeliane dai confini con l'Egitto, dal centro della Striscia e dal confine settentrionale, il ripristino degli aiuti umanitari attraverso gli organismi internazionali. Hamas ha rifiutato l'accordo come era già avvenuto in occasione di molteplici proposte avanzate da Biden e poi da Trump e ingoiate da Netanyahu. Golda Meyer ripeteva spesso, a proposito dei palestinesi, e delle diverse possibilità di individuare un'intesa: “Non perdono mai l'occasione di perdere l'occasione”. Ma si trattava di un contesto molto diverso e più favorevole per entrambi. In Israele, sempre in guerra per difendersi ma da stati, vedi la guerra dei sei giorni dichiarata da Nasser nel 1967, e non da gruppi di terroristi che hanno compiuto l'orrenda strage del 7 ottobre del 2023, i palestinesi, il cui territorio, parliamo della Striscia, apparteneva ancora all'Egitto e non ad Hamas. La mediazione di oggi é più difficile. Israele é costretta a trattare coi terroristi che hanno sgozzato donne e bambini. Hamas con un paese che ha martoriato il territorio con bombardamenti infiniti riducendo Gaza a una Dresda anni duemila. I motivi del rifiuto di Hamas sfugge però a una logica razionale. Forse la guerra gli fa comodo. Dispone di 700 chilometri quadrati di sotterranei in cui allineare non i gazawiti ma i militanti e i dirigenti, é la guerra che gli permette di indebolire sul piano internazionale la posizione di Israele che ci mette del suo per aiutarli nell'operazione con una logica cinica di bombardamenti generalizzati e con conseguenti stragi di civili. Da Gaza arrivano notizie contraddittorie. Le notizie vengono filtrate da Hamas (i morti a causa dei bombardamenti sarebbero 60mila), gli aiuti alimentari diventano occasione per Hamas, che se ne appropria, di potere nei confronti della popolazione. A sparare non sarebbero i soldati israeliani ma i terroristi. La situazione é talmente confusa che non induce a trarre un giudizio. Quello che é certo é il rifiuto di Hamas ad una tregua e a preferire la guerra a una pace sia pur transitoria. E questo é certo responsabilità, l'ennesima, di questo gruppo di fanatici.

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forum lettori lecodelpopolo@gmail.com

estremisti al potere in Palestina hanno attaccato ed ucciso

Caro Eco, l' editoriale di Domenico Cacopardo, pubblicato il 28 luglio, è molto esaustivo e condivido le importanti ivi riportate. Vero è il 7 ottobre nel territorio di Israele Hamas, estremisti al potere in Palestina, hanno attaccato ed ucciso molti civili e soldati israeliani e rapito e portato via come ostaggi 250 persone, di cui 30 bambini. Questo attacco ha scatenato Netanyahu in una guerra, ma non si tratta di una guerra è un genocidio contro la popolazione di Gaza commesso da uno degli eserciti più potenti del mondo ai danni di civili intrappolati, affamati e decimati. Dopo 21 mesi di bombardamenti incessanti, la distruzione di Gaza compiuta da Israele sfida ogni immaginazione. Sono stati rasi al suolo ospedali, scuole, case e moschee. Le Nazioni Unite riferiscono che più di mille persone sono state uccise mentre cercavano di procurarsi da mangiare. La fame e la carestia devastano tutto il territorio. Il 21 luglio 29 paesi dichiarano che la guerra a Gaza deve finire immediatamente, resta però insufficiente. Invece di proteggere Israele l' Occidente deve pretendere una fine immediata di questo bagno di sangue imponendo sanzioni, inchieste internazionali e processi per chi si è macchiato per crimini contro l' umanità. Sarebbe stato lecito aspettarsi che la nazione, nata dall' Olocausto, il genocidio più spaventoso della storia, avesse interiorizzato quel dramma e ne avesse tratto una lezione fondamentale: mai più, per nessuno. E invece della pace Israele ha scelto una violenza implacabile e senza fine. Il mondo deve rifiutare aberrazioni morali. Dobbiamo fermare la strage. Un mondo che ignora un genocidio è un mondo dove nessuno in nessun luogo può sostenere di voler proteggere l'umanità. C.L. Vicenza 25 luglio 2025

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Una Tenda di Solidarietà per Gaza.

Con questa definizione, da mesi un gruppo di attivisti volontari della bassa bresciana sta girando per le città lombarde.

Anche a Cremona abbiamo voluto ospitarli per l'intera giornata di sabato 2 agosto dalle 9 alle 20 nei giardini di piazza Roma lato Galleria XXV Aprile.

Erano già venuti a fine giugno con i loro striscioni di solidarietà per il popolo Palestinese e contro ogni guerra. 

Sabato saranno con noi a parlare, raccontare storie, drammi e ferite di un intero popolo di cui nessuno sembra volersi occupare.

Ci sarà modo di firmare la Petizione per Il Nobel a Francesca Albanese, la relatrice dell'ONU, parlare del suo libro "Quando il Mondo Dorme", ascoltare da vivo la testimonianza di Costantina Maffezzoni, la volontaria di Global March To Gaza fermata in Egitto insieme ad altri 5000 attivisti dalle autorità locali che non hanno concesso lo svolgersi della marcia di solidarietà.

La violenza di ciò che sta accadendo, la quotidianità di queste atrocità lascia molti indifferenti, ma molti vogliono dimostrare che c'è ancora empatia.

Troviamoci e parliamone insieme sabato 2 agosto a Cremona. Vi aspettiamo 

Paola Tacchini Consigliere Comunale MOZIONE 5 STELLE

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DA CHI E PER CHI HA SUONATO LA CAMPANA CIVICA

“Non sappiamo chi ringraziare, ma ci è pervenuto il comunicato che pubblichiamo appresso” così chiosavamo l'annuncio (di fonte non identificata) della scampanata civica dedicata alla testimonianza Pro-Pal.

Se l'incaricato Stampa del Comune avesse divulgato anche a noi il comunicato trasmesso a tutte le testate (ma evidentemente resta nei nostri confronti l'ostracismo) o avessimo atteso qualche ora, ce ne saremmo venuti a capo.

Infatti, la sempre operosa ed efficiente Consigliera Comunale Tacchini, ci avrebbe fatto pervenire la scheda che focalizza efficacemente i prodromi dell'iniziativa.

La pubblichiamo per esteso, perché fornisce molto efficacemente sia i presupposti dell'evento sia il background motivazionale sulla base del quale il management comunale è abituato a maturare le decisioni.

“Gira da una settimana la proposta di Tomaso Montanari rettore dell'università di Siena e scrittore di fare rumore domenica 27 alle 22.

Giovedì in commissione vedo il sindaco e in modo privato gli chiedo se anche il comune di Cremona può aderire. "Non è semplice, bisogna trovare qualcuno che venga apposta a fare suonare la campana della torre comunale. Comunque ti faccio sapere" questa a grandi linee la risposta del sindaco.

Intanto sollecito, con link di adesione di altre città d'Italia, grazie ai vari amici M5S che sono consiglieri comunali come me che mi tengono aggiornata.

Sollecito anche il mio parroco (don Paolo Arienti) e scrivo una mail al vescovo, che però non è a Cremona e mi risponde che infornerà il vicario.

Per fartela breve, sabato mattina, anticipatami la notizia via whatsapp dalla portavoce del sindaco, mi confermano che anche Cremona aderisce e la torre del comune suonerà.

Idem il mio don, scrive sul gruppo dell'unità Pastorale (Cambonino, Sant'Ambrogio, Boschetto e Migliaro) che le campane delle nostre chiese suoneranno domenica alle 22.

Scendo in piazza con la mia bandiera e registro il tutto, da una finestra del mio condominio, un giovane con alcuni amici, vanno di fischietti, pentole e coperchi...

Questo è il resoconto dal mio punto di vista. So da una amica di Cavatigozzi che anche lei ha sollecitato il parroco a suonare e credo che lo abbia convinto.

Ad Asola un'altra mia amica, anche se ostacolata da un sindaco di cdx, si è trovata in piazza con altri attivisti e hanno protestato con pentole e fischietti.

Da tutta Italia ho visto arrivare video di adesione.”

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Pubblicheremo nel prossimo numero la nostra chiosa a questo a ulteriore  performance della “ditta”

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