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ECO-Welfare /49

  03/10/2025

Di Redazione

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 forum La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali:

Abbiamo ricevuto e molto di buon grado pubblichiamo i riscontri dei Lettori relativamente all'edizione di ieri della rubrica Eco Welfare 47. Alcuni provenienti dalla cerchia degli aderenti al Movimento. Altri da affezionati lettori e abituali corrispondenti, particolarmente sulla materia in trattazione. Ringraziamo tutti. In questo editing diamo spazio e rilievo all'annuncio del Comune di Bonemerse e allo scritto esplicativo del Sindaco, Signor Luca Ferrarini e, si parva licet, al rinnovo dell'accordo tripartito per il welfare cittadino.

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A Bonemerse è stato recentemente introdotto un servizio per la promozione della salute e della prevenzione grazie alle convenzioni stipulate dal Comune di Bonemerse con Auser e con Fondazione Bruno Pari di Ostiano;

Auser eroga gratuitamente, presso l'Ambulatorio Comunale di via Roma 3, soprattutto la rilevazione dei parametri vitali e della glicemia per 4 ore alla settimana (dalle 8.30 alle 10.30, il martedì e il venerdì), mentre la Fondazione Bruno Pari fornisce lo stesso servizio un'ora alla settimana (il venerdì dalle 10.00 alle 11.00) presso l'ambulatorio e un'ora a domicilio;

La Fondazione Bruno pari eroga inoltre, a domicilio e su prenotazione, il vero e proprio servizio infermieristico, quindi sia le prestazioni a carico del sistema sanitario regionale che, eventualmente, quelle a pagamento richieste dai pazienti, la stessa fondazione si occupa dei prelievi ematici che saranno eseguiti sempre a casa dei richiedenti.

Devo ringraziare tutto il Consiglio Comunale per aver dato il proprio sostegno al progetto e, in particolare, il vicesindaco Franco Berettini e il consigliere Chiazzaro per l' impegno che hanno profuso per costruire questa opportunità per i nostri concittadini, ovviamente ringrazio Auser e la Fondazione Bruno  Pari per la grande disponibilità.

Per riuscire ad implementare il servizio e ad estenderlo, l'Amministrazione Comunale sarebbe ovviamente grata se infermiere ed infermieri, residenti a Bonemerse o nei dintorni, si rendessero disponibili, come volontari, offrendo la propria professionalità e un pochino del loro tempo per la nostra Comunità.

Luca Ferrarini Sindaco di Bonemerse

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Welfare cittadino potenziato, siglato il nuovo Accordo di collaborazione

tra Comune, Fondazione Città di Cremona e “Cremona Solidale”

Nella Sala Giunta di Palazzo comunale, giovedì 2 ottobre, il Comune di Cremona, la Fondazione Città di Cremona e l'Azienda Speciale Comunale “Cremona Solidale” hanno sottoscritto un nuovo Accordo di collaborazione che consolida la loro partnership e che si estenderà sino al 31 dicembre 2027. La rinnovata intesa mira a rafforzare il sistema del welfare cittadino, unendo risorse e competenze al fine di garantire alla popolazione cremonese fragile, in particolare quella anziana, servizi di qualità e sempre più efficienti. Il Protocollo, che tiene conto dell'insediamento nel 2024 della nuova amministrazione comunale e dei rispettivi Consigli di amministrazione della Fondazione e di Cremona Solidale, fa evidentemente seguito alla proficua esperienza di collaborazione maturata negli anni.

Questi i punti chiave del nuovo accordo:

  • la realizzazione di un coordinamento istituzionale stabile e forte, per assicurare continue ed efficaci relazioni, attraverso il coordinamento del Comune e l'organizzazione di incontri periodici di confronto e di approfondimento tra i Consigli di amministrazioni di Fondazione Città di Cremona e Cremona Solidale o loro rappresentanze;
  • un focus specifico sulle progettualità in considerazione del fatto che il Comune intende rafforzare la sua presenza e il suo ruolo di indirizzo strategico sostenendo, in linea con il ‘core business' di Cremona Solidale, progetti mirati alla valorizzazione di Cremona come città promotrice di longevità attraverso la ricerca e l'innovazione;
  • la valorizzazione del complesso residenziale ‘Cremona Solidale' confermando il binomio di successo che vede da una parte la Fondazione, proprietaria degli immobili, impegnata a investire costantemente nella manutenzione e nel miglioramento della struttura, e dall'altra Cremona Solidale focalizzata nel continuare ad erogare servizi sociosanitari e sociali di eccellenza per il territorio.

"L'Accordo siglato quest'oggi conferma il modello, pensato ormai venti anni fa, imperniato sulla collaborazione strategica e sinergica tra il Comune, Cremona Solidale e Fondazione Città di Cremona, accomunati dalla convinzione che solamente attraverso un sistema integrato e d'eccellenza sia possibile assicurare l'attenzione, la cura e l'assistenza più adeguate ai bisogni della comunità cremonese, specialmente della sua parte più fragiledichiarano il Sindaco di Cremona, Andrea Virgilio, e l'Assessora alle Politiche Sociali e Fragilità, Marina Della Giovanna.

Aggiunge la Presidente di Cremona Solidale, Maria Luisa Rocca:Siamo molto contenti e soddisfatti per il rinnovo di questa collaborazione che ci permette di poter pianificare le azioni e le attività a lungo termine e di poter concentrare le nostre risorse sulla qualità e sull'eccellenza dei servizi, operando in un contesto fisico ed ambientale sempre all'altezza degli standard di cura e di dignità che i nostri cittadini meritano e si aspettano, e dando il giusto spazio anche alla parte sociale”.

 "Fondazione Città Di Cremona è onorata ed orgogliosa di poter contribuire, con la firma dell'accordo odierno, al sostegno delle politiche per gli anziani e la longevità mettendo a disposizione della collettività strutture di prim'ordine e garantendo rilevanti investimenti nel tempo: questa è la nostra mission, queste le nostre finalità statutarie che continueremo a perseguire a beneficio della cittadinanza cremonese" dichiara infine il Presidente della Fondazione Città di Cremona, Giuseppe Foderaro.

UNA FORCELLA COMPRESA TRA SOLO ANNUNCI E NESSUN FATTO E SPERIAMO CHE SIA LA VOLTA BUONA.

Tale è il ranking delle probabili conclusioni delle riflessioni che andiamo ad esternare. Nei due mesi e più del nostro soggiorno montano abbiamo aguzzato lo sforzo di percezione delle dinamiche in atto sul versante ospedaliero. Non ci ritorniamo su; un po' per non tediare e un po' per ottimizzare la sintesi dell'osservazione ispirata dal buon senso. Nihil sub sole novum…verrebbe da concludere. Anche se la conclusione riguarda più l'impronta dell'establishment che non le reali potenzialità.

L'annuncite della sala dei bottoni in Trentino, come dalle nostre parti in cui da qualche anno contestualmente al picco del core business dell'aziendalizzazione ospedaliera ormai diventata l'esternazione di notizie che non corrispondono a fatti concrete, non si fa mancare niente e procede imperterrita..

Nulla di nuovo rispetto allo scenario pregresso costituito da un universale concept che è la ristrutturazione fisica del presidio ospedaliero, allargato al polo universitario, il cui visus è allargato (ma questo lo sostiene l'opposizione di csx, che qui si fa percepire per un ruolo effettivamente svolto) ad una percezione più vasta dell'esigenza di riformare la sanità.

“La sanità è in affanno e servirebbero una riorganizzazione e un piano d'azione”. Lo sostiene (diversamente da noi dove i cosiddetti corpi intermedi sociali o guardano da un'altra parte o sono addirittura omologati coi “poteri”) anche il Sindacato, in particolare la CISL, che lamenta il fatto di non essere mai stati convocati né informati. Mentre i cittadini meriterebbero risposte chiare e tempi certi per le infrastrutture che riguardano la salute, la loro sicurezza e il loro futuro.

Mentre l'annuncite locale ha riguardato nell'ultimissima temperie solo la comunicazione, quasi estorta, di un ulteriore ritardo per il taglio del nastro del NOT, che avrebbe dovuto aprire i battenti ad inizio anni venti, poi slittati al 2025 ed in fine posticipati al 2033.

Causa un diluvio di contenziosi legali, che hanno pesato come una spada ricattatoria nelle dinamiche dell'affidamento degli appalti (a partire dalla progettazione). La tempistica prolungata oltre il ragionevole da queste parti non si spiegherebbe razionalmente. Perché il territorio dispone di un ceto burocratico di buon livello; perché in teoria ci sarebbe un consensus generalizzato e perché, infine, un po' grazie all'”autonomia” e ai flussi centrali, il “beef”.

Diversamente da noi, dove a distanza di anni di annunci (che giurano e spergiurano su una dotazione finanziaria adeguata), su questo capitolo centrale della questione non si vede, come dice il proverbio arabo, il cosiddetto “cammello”. Insomma solo vivendo si vedrà. Intanto, però, qui manca la smargiassata della rottamazione della struttura esistente, che viene costantemente mantenuta e rifunzionalizzata in omaggio ad una sensata sollecitudine atta a garantire una se non elevato almeno decente standard di funzionalità.

Cui fa da appoggio l'opzione delle cosiddette Case della Salute. Che, qui, effettivamente vengono attivate in sostituzione del deficit prestazionale legato in parte all'orografia di marginalizzazione periferizazione degli insediamenti civili (un po', sia pure inn un contesto di pianura, come la nostra) ed in parte alla sciagurata politica degli ultimi anni del ciclo di centrosinistra che, mutatis mutandis, ci ha dato dentro (anche qui dove non c'era il centro destra, il cui inestirpabile insediamento fu favorito anche dalle sciaguratezze dell'incardinamento (anche qui!) della spending review verticale. Che aggredì le ineliminabili realtà montane periferiche ed in particolare i punti nascita. A ben vedere è capitato così anche da noi. Dove, però, le cosiddette Case della Salute (che per risultato di controfattualità possono non essere chiamate di tolleranza) allo stato delle cose sono in gran parte annunciate e in parte molto relative consegnate ad un vernissage utile solo per parere il colpo dell'accusa delle promesse inattuate.

Il report sullo stato dell'arte del welfare trentino rivela asimmetricamente analogie e scostamenti, in alcuni casi significativi con la realtà dei quadranti caratterizzati da contesti politici ed ordina mentali diversamente incardinati. Finita questa intemerata di ultima generazione che non abbiamo potuto, data la realtà abominevole di casa nostra, risparmiarci (per un dovere di etica informativa ma anche di dichiarata militanza), saremmo reticenti se non dovessimo commentare l'annuncio sia del Sindaco del Comune di Bonemerse. Che dicono, il primo, di una apprezzabile resipiscenza in capo ai vertici di importantissime istituzioni del tripartito accordo cittadino sul Welfare e, il secondo, di una forte consapevolezza di rapporto diretto con il parterre degli amministrati (specie i più fragili). Insieme dicono (senza garantire aprioristicamente, data la strutturale debolezza organica del ceto amministrativo, niente di scontato che non siano le premesse dell'annuncio e, per essere onesti, del background di partenza) quanto meno della volontà di ispirare l'azione ad una volontà di convergenza e di armonizzazione dell'analisi della situazione e delle dinamiche gestionali conseguenti. E, soprattutto, nel caso del Comune di Bonemerse di una forte perseveranza di non girare la testa dall'altra parte e di aspettare la beneficiata dal cielo.

A prescindere dal giustificato pregiudizio sul rating della “ditta” che da un terzo di secolo gestisce la situation room istituzionale cremonese, mancheremmo ad un dovere di verità se non ammettessimo sia il riconosciuto alto livello prestazionale dei servizi in capo a Cremona Solidale (in cui, in aggiunta al sempre elevato livello professionale e umano degli operatori tutti, ha giocato un ruolo l'opzione strategica di incardinare l'istituzione amata dai cremonesi come Azienda Speciale) sia un diffuso sentiment di operare sinergicamente.

Quasi come mai ci succede, in questo caso osiamo gettare il proverbiale cuore oltre l'ostacolo, nell'accreditare, come recita il comunicato congiunto, “La rinnovata intesa mira a rafforzare il sistema del welfare cittadino, unendo risorse e competenze al fine di garantire alla popolazione cremonese fragile, in particolare quella anziana, servizi di qualità e sempre più efficienti.”

Se ci fosse concesso, azzarderemmo osservare che questo apprezzabilissimo endorsement eleverebbe le sue potenzialità se riuscisse a far alzare gli sguardi dell'establishment istituzionale di mandato territoriale sul retroterra periclitante contesto dell'affossamento della sanità pubblica, che imporrebbe (che impone!) la scesa in campo (e in posizione molto critica e decisa) di un ceto dirigente investito di “mandato” ed in teoria espressione della costituency, rappresentativa di una scaturigine più che elettiva  etica e umana.

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