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ECO-Bacheca del 17 novembre 2025

  17/11/2025

Di Redazione

ECO-Bacheca+del+17+novembre+2025

(onde rimediare all'equivoco determinato dalla sovrapposizione tra invito per la conferenza stampa e la locandina pubblica) ri-postiamo, in bella evidenza e nel dichiarato proposito di favorire l'appealing della bella ed encomiabile iniziativa, di cui è promotore e organizzatore il pacchetto”

Giuro: non mancheremo all'inaugurazione della mostra, in modo da farne un'ampia e utile occasione di esegesi del profilo personale ed artistico. Affinché lo si conosca approfonditamente e lo si collochi nel contesto generale della storia e dell'arte di Cremona.

Su Dante Ruffini abbiamo, come testata, scritto ripetutamente ed ampiamente in tempi non sospetti. Per essere chiari, non a traino dell'accadimento di qualche settimana addietro, collocato nella notorietà a causa del collassamento della Sua bella opera, che, all'inizio di via Palestro e della porta d'accesso della “cittadella degli studi”, griffò il significato etico-morale, storico, idealistico del monumento dedicato alla libertà.

E, per completare questa premessa dagli intenti edificanti, segnaliamo che oggi domenica 16 il quotidiano locale ha pubblicato un significativo paginone recante (sull'artista e sulla mostra a Lui dedicata) un encomiabile approfondimento. Che non potrà non avere ricadute propedeutiche sugli interessati alla partecipazione all'evento. Da cui, speriamo fermamente, che l'iniziativa espositiva e il suo corredo divulgativo non sia percepita e non serva a sviare l'attenzione dal grave accadimento rappresentato dalla caduta verticale e dal danneggiamento dell'opera a maggior valore iconico. Magari con l'intento di fornire con la esposizione un “risarcimento” suscettibile di attenuare lo sconcerto della cittadinanza.

Sull'argomento abbiamo personalmente ed occasionalmente intrattenuto l'attenzione del Presidente del Consiglio Comunale, on. Pizzetti, e il Presidente della Provincia (istituzione proprietaria del bene artistico), ricevendo rassicurazioni circa la sottoposizione tempestiva e risolutiva ad un competente restauro.

Nel convincimento del dovere civico di maggior tutela di opere artistiche come quella di cui trattiamo. Che, per inciso, contribuì al far irreversibilmente approdare le coscienze democratiche ed antifasciste, di noi esordienti liceali.

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Dante Ruffini La testimonianza artistica (L'EdP edizione  04/05/2020)

In sede di presentazione della pubblicazione del saggio di Emilio Zanoni del “Movimento cremonese di liberazione del secondo Risorgimento” e del Dossier del 75° anniversario della Liberazione, L'Eco del Popolo aveva, come si ricorderà, fatto un cenno ad una delle opere artistiche significative correlate all'epopea della Liberazione. Ci riferiamo al bellissimo bronzo, sovrastante la fontana e l'epigrafe del celebre Ugo Foscolo: “in onore dei caduti per la libertà e di quanti sono parimenti sdegnosi di essere oppressi e di farsi oppressori”, intitolato “Ai caduti per la libertà” ed uscito dalla sensibilità e dalle mani del celebre artista cremonese Dante Ruffini (incidentalmente, cognato dello scultore Mario Coppetti) che lo realizzò nel 1963, poco prima della prematura scomparsa. Ci è parso poca cosa quel cenno dedicato all'autore di un'opera così prestigiosa, collocata come portale della Cittadella degli Studi sorta in Via Palestro sulle fondamenta di quella che fu la Caserma Paolini. Anche se, come si vedrà nel prosieguo del profilo, l'esimio scultore sarebbe stato costantemente aderente all'arte sacra, il citato monumento metterà in evidenza un eclettismo di genere, che è tipico dei grandi autori. Ruffini, secondo una indiscrezione attinta dai ricordi di Mario Coppetti, era stato seriamente candidato alla committenza per la realizzazione del monumento che i socialisti cremonesi vollero, nel 1947, dedicare al martire antifascista Attilio Boldori. Ma gli fu preferita la proposta di un altro scultore cremonese; orientata, secondo quanto riferitoci, da valutazioni “extra-artistiche”. Ed abbiamo così ritenuto ricordare qualcosa di più di uno dei più prestigiosi artisti del 900 cremonese. Dante Ruffini (Cremona 1905-1963) compì gli studi presso la Scuola d'Arte “Ala Ponzone" di Cremona, perfezionandosi presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia e, come si direbbe oggi, con un impegnativo stage presso lo scultore cremonese Alceo Dossena. Esordì nel 1934 in una mostra a Milano. La sua prima e significativa commissione fu il bronzo di Amilcare Ponchielli, in occasione  del centenario della nascita del musicista e dell'esecuzione del “Figliuol prodigo"; opera che il Comune di Cremona donò al Museo della Scala. Due anni dopo parteciperà alla XX Biennale d'arte di Venezia nel settore scultura e, a seguire alla IV, V, VI, VII Mostra interprovinciale ed interregionale di Milano, nonché alle Biennali di Arte Sacra, alla Mostra Nazionale di Arte Sacra di Bergamo e alla Mostra degli Artisti Lombardi di Milano. Altresì avrebbe rappresentato l'Italia alla Mostra di Arte Sacra a S. Paolo in Brasile. Sarebbe stato solo l'inizio di un'intensa attività espositiva di valenza cittadina e nazionale. Le sue opere più significative sono ospitate in contesti di grande prestigio, come il Cimitero del Verano a Roma, la chiesa di S. Angelo a Milano, il Santuario di S. Maria delle Grazie a Monza, il Santuario di S. Antonio a Cremona, la cattedrale di Montefiascone, la Basilica di S. Siro in Sanremo ed, appunto, il monumento ai caduti per la libertà a Cremona. Accompagnò a questa sua intensa prestigiosa testimonianza artistica anche un importante ed apprezzato contributo all'associazionismo artistico e culturale, nell'ambito del sodalizio ADAFA e dell'Associazione Artisti Professionisti di cui diventò presidente (ruolo rilevato nel prosieguo dal cognato Mario Coppetti). Il suo stile, prevalentemente rivolto all'arte sacra, trasse, come molti critici gli riconosceranno, i fondamenti da una preparazione metodica e particolarmente impegnata. La città di Cremona, in occasione del 50° anniversario della scomparsa, dedicò alla sua memoria ed al suo valore artistico e culturale un'importante Mostra artistica, curata dai figli Laura e Marco Ruffini e da Sonia Tassini ed una mostra documentaria, curata da Angela Bellardi ed Emanuela Zanesi. La Gallery comprende alcuni significativi particolari del Monumento dei Caduti per la Libertà e l'immagine fotografica della preesistente Caserma Paolini, abbattuta nella seconda metà degli anni Cinquanta per erigere la cittadella degli studi.

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Sabato 22 novembre alle 10.30 nella cappella del Seminario Vescovile 

In ricordo di monsignor Rini a cinque anni dalla scomparsa una messa, celebrata da don Federico Celini, rettore del Seminario, giornalista, già condirettore de La Vita Cattolica e direttore responsabile dell'editrice diocesana TeleRadio Cremona Cittanova. L'evento religioso sarà completato da un quanto mai apprezzabile approfondimento laico, da parte della sezione U.C.I.D. che vuole ricordare il suo storico Assistente Ecclesiastico. Interverranno Angela Bellardi, già presidente della sezione U.C.I.D. e già Direttore della Sezione Cremonese dell'Archvio di Stato ed attualmente Presidente della Società Storica di Cremona.

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Dal 22 novembre quarta edizione del progetto “Culture in dialogo” nei musei di Cremona - Guide d'eccezione per conoscere il patrimonio locale da una prospettiva interculturale

Cremona, 14 novembre 2025 - Sabato 22 novembre, dalle 15:00 alle 17:00, al Museo di Storia Naturale (via Ugolani Dati, 4) prende il via la quarta edizione di Culture in dialogo: i patrimoni di Cremona tra il locale e il globale, un progetto innovativo che da anni trasforma i musei civici di Cremona in spazi vivi di incontro e scambio. Il percorso mette in relazione il patrimonio immateriale dei nostri concittadini di origine straniera - fatto di storie, musiche, esperienze di vita, conoscenze del proprio Paese - con il patrimonio materiale rappresentato da opere e oggetti esposti nei musei. Nei quattro incontri previsti, ad ingresso libero e gratuito, il pubblico avrà l'opportunità di partecipare ad una visita guidata d'eccezione: attraversando le sale dei musei accompagnati dalle curatrici, si potranno infatti incontrare persone provenienti da diverse parti del mondo che racconteranno gli oggetti e le opere da cui sono state particolarmente colpiti o ispirati. Un'opportunità per scoprire nuove prospettive di lettura del patrimonio cremonese in una chiave interculturale, grazie al racconto di storie personali rielaborate nell'approfondimento portato avanti negli ultimi mesi sul significato di opere e oggetti.

Ogni espressione culturale è infatti uno strumento fondamentale per comprendere le identità transnazionali e per sensibilizzare l'opinione pubblica circa la ricchezza della diversità culturale, “etnica”, linguistica e religiosa nell'Italia contemporanea.

Oltre al Museo di Storia Naturale, al Museo Archeologico San Lorenzo e al Museo della Civiltà Contadina “Il Cambonino vecchio” - già coinvolti nelle precedenti edizioni – all'edizione 2025-2026 di Culture in Dialogo partecipa anche il Museo Civico Ala Ponzone, la cui collezione pittorica ha offerto spunti per riletture sorprendenti.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra i concittadini di origine straniera, il Comune di Cremona – Cremona Musei e Centro Interculturale Mondinsieme - e il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell'Università di Pavia (sede di Cremona), con il cofinanziamento di Fondazione Walter Stauffer. Gli eventi sono inoltre inseriti nel laboratorio permanente “La Trama dei Diritti” a cura di CSV Lombardia Sud.

Appuntamento dunque sabato 22 in via Ugolani Dati 4: le visite guidate si svolgeranno senza interruzioni dalle 15.00 alle 17.00: la partecipazione è libera in qualsiasi momento. Sarà affascinante scoprire come la gru o la tartaruga esposte al Museo di Storia Naturale possano essere protagoniste di storie, memorie e leggende così diverse tra Cremona, Albania e Giappone. Per approfondire i risultati e le attività delle edizioni precedenti, si può visitare il sito ufficiale del progetto: https://cultureindialogo.unipv.it/.

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