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Dossier Sanità - Becchi e Percossi

That's it's

  26/01/2022

Di Redazione

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Becchi e Percossi

(traduzione italiana del più famoso detto Partenopeo "Cornuti e Mazziati) 

Questo il mio pensiero scoprendo che con la nuova riforma della sanità, se i tempi di attesa sono troppo lunghi, viene decurtato il valore della prestazione riconosciuta alla struttura del 5%. 

Il principio sarebbe lecito, ma ciò che è triste, è che penalizzerà certamente ancora le strutture pubbliche. 

A Cremona, deciso da regione Lombardia, con il benestare della classe dirigente ospedaliera e sospetto anche con il silenzio assenso del comune, abbiamo un ospedale pubblico Hub Covid.  

Questo vuol dire che così si deve affrontare il covid. Quindi il personale è impegnato a fare i tamponi, a ospedalizzare, riempire reparti destinati ad altre patologie di malati Covid, occupare posti in terapia intensiva e non raggiungere l'obbiettivo, mentre il privato può aprire agli oncologici e le altre patologie perché non è tenuto a curare i pazienti covid e si prende pure il premio...  

Inoltre non viene sostituito adeguatamente il personale che va in pensione, da diversi anni tagliano i posti letto chiudendo anche reparti importanti (come ad esempio l'UTIN e la terapia riabilitativa) 

Faccio un esempio concreto: se le prestazioni del 2019 erano circa 40 mammografie giornaliere che si sono trasformate in tutto il 2021 in sole 15 prestazioni settimanali, diventa logico che se vado a prenotare a settembre mi daranno l'appuntamento a luglio 2022 (dato confermato da ben 2 amiche pazienti che hanno appunto fatto la prenotazione a settembre 2021). 

Prima di arrivare a questa pessima riforma, unici in regione ad averci provato ad ostacolarla, i Consiglieri Regionali del M5S, che con determinazione hanno esposto migliaia di nostre lettere di richieste e denuncia di mal funzionamento della sanità pubblica. Per tutta risposta, dopo una settimana intera di presidi in aula tutti i giorni, domenica inclusa, fino a mezzanotte per esporre tutti gli emendamenti, sono stati cacciati dalla DIGOS e l'approvazione è avvenuta senza di loro.  

Insomma ti mettono i bastoni fra le ruote, ti aumento il carico, ti tolgono i buoi (magari mettendoci un asinello) e poi ti penalizzano se arrivi dopo ad un carro nuovo, più leggero e trainato da molti cavalli? 

Lo ripeto: Becchi e percossi! 

Paola Tacchini Cremona, 24 gennaio 2022 

Caro direttore, le tue news lettre giungono sempre puntuali e gradite. Mi ha fatto piacere leggere la mia breve riflessione pubblicata nella rubrica Focus Quirinale. Ho il dono della sintesi, così mi dicono, riesco ad esprimere il concetto del mio pensiero in modo essenziale ma nello stesso tempo esaustivo. Comunque, pur essendo una persona non addetta alla stampa, so cogliere i malumori ed anche le simpatie degli italiani. I solventi o meglio i paganti di tasca propria sono tanti in questo periodo di pandemia. La sanità pubblica è al collasso e se hai delle urgenze devi ricorrere alle cure mediche private. Certo che è scandaloso leggere della sistemazione diamante al San Raffaele di Silvio Berlusconi. Per chi deve scegliere tra curarsi o mangiare deve essere devastante, considerando poi che le fortune del Cavaliere non sono frutto di un onesto lavoro.  

C.L. - Vicenza, 24 gennaio 2022 

that's it's

Il Corriere di ieri (ne abbiamo dato conto stanotte) e di oggi danno encomiabilmente conto della deriva dell'“ottimizzazione” della struttura sanitaria lombarda. Trattamento 5 stelle nel padiglione Diamante del S. Raffaele per Berlusconi e preannuncio di “sanzioni” per gli splafonamenti nelle prestazioni ospedaliere. Quindi, la centralità degli splafonamenti del timing non è lo sforzo del ripristino di un minimo di decenza nei tempi di somministrazione degli interventi (che specialmente dopo la pandemia sono diventati aleatori). Bensì un modesto ticket moderateur.  Che dovrebbe disincentivare gli splafonamenti. Capirai l'incidenza per i privati, i cui margini sono capienti! Per le strutture ospedaliere pubbliche, invece, una penalizzazione anche modesta peserebbe. Essendo che il format organizzativo della spedalità pubblica appare irrimediabilmente disassato dall'impari priorità a favore della sanità capitalista. Che, specie con la pandemia e 30 anni di tagli, l'ha posta fuori mercato rispetto la "libertà di scelta tra pubblico e privato". E l'ha collocata fuori dai minimali standards europei. Ma non doveva essere "l'aziendalizzazione" ad ottimizzare l'organizzazione? 

Ovviamente ringraziamo le nostre lettrici e corrispondenti, che sono intervenute su un tema sempre cruciale. (e.v.)

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