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Dossier sanità /16

  24/02/2024

Di Redazione

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...anche solo per non passare da ottusi autoreferenziali... impermeabili alle evidenze…

...e pur tuttavia… con qualche inaggirabile propensione alla chiosa propedeutica, che sa e vuole distinguere.

Tra le correnti narrazioni compulsive, zuppe di ingredienti da Grande Fratello quando non addirittura da Minculpop, come dimostra la sequela di “Biscotti e sorrisi per tutti i ricoverati”, “Maschere per carnevale” e quant'altro attinto dal filone “premi e cotillons” (non per le sole dame, che pure come categoria di utenza sono state vandalizzate dalla spending review della cosiddetta “aziendalizzazione”), inequivocabilmente ed incontrovertibilmente incardinata dalla distrazione fattuale e dalla distorsione percettivo-comportamentale, con il valore aggiunto, dato che ci sono, di una maldestra capatio benevolentiae, di un'opinione pubblica e di un campo di utenza stimato come passibile di trangugiare tutto. A cominciare dall'acritica accettazione di offerte divulgative suscettibili di indotti da lucciole per lanterne. Ciò doverosamente lumeggiato, opereremmo un vulnus nel nostro timbro deontologico se trascurassimo di dare evidenza, nello speech della “controparte”, di sia pure quasi impercettibili interstizi di discontinuità nella consolidata strategia comunicativa. Quale era, è e quasi certamente resterà (a meno che…) quella (della Regione Lombardia e, scendendo per li rami, della Asst), radicata nell'autoencomio (a dispetto delle evidenze contrarie), nell'autoreferenzialità di esercizio delle prerogative e di sottrazione ai controlli, nel rifugiarsi, ripetiamo ad nauseam, in una ormai logora tattica diversiva rispetto alla realtà.

 Sarebbe inappropriato (in considerazione del non improbabile sentiment motivazionale negli operatori, forse loro malgrado reclutati come promoters) metterla un po' sbrigativamente alla berlina con un bel panem et circenses. Che, messo così e un po' maramaldeggiando, apporterebbe un aggiunto quid sarcastico alla ben consolidata e giustificata denuncia nei confronti dell'Asst, di volersi sottrarre al redde rationem del collassamento strutturale della gestione ospedaliera nonché, fatto per noi ineludibile, di un serio confronto su una reale volontà di invertire radicalmente la disastrosa rotta inforcata in Lombardia un terzo di secolo addietro.

Fin qui il terminale del welfare regionale è rimasto aggrappato alla filiera comunicativa corrimano (abituato a dar conto e a comunicare non già coi fatti bensì con l'esternazione controfattuale), che si avvale della cortese collaborazione dell'informazione embedded e che conta, non completamente a torto, su un'opinione pubblica e lettori pronti a tracannare tutto o nel migliore dei casi a mettersi sulla sponda della cinica amorfa indifferenza. D'altro lato, se hai testato la metabolizzazione della narrazione da parte del bacino dell'utenza e del combinato tra rappresentanti delle istituzioni, corpi intermedi sociali e filiera informativa, sei in una botte di ferro. Se hanno tracannato l'aziendalizzazione come istituto di ottimizzazione della gestione anche in chiave di garanzia di opzione tra pubblico e privato, e a seguire la versione del Covid come unica causa del default ospedaliero e il nuovo ospedale come placebo della patologia delle facoltà cognitive delle vere ragioni dei disastri, ci prendi gusto. Così potresti ben ridurre ulteriormente la struttura e gli organici, perché basta l'Ufficio stampa. Che allestisce eventi immaginifici, prepara la relativa velina, scatta foto di gruppo, coinvolge volontariato più o meno consapevole dei fatti e dei misfatti, ma molto generoso e coinvolto a livello di buon cuore…e les jeux sont faits. Ovviamente nella consapevolezza che un presente fatto di biscotti e bigliettini destinati ai degenti (che anche per effetto dell'isolamento e probabilmente della percezione che lì gli operatori tutti i giorni fanno il possibile l'impossibile qualche volta e per i miracoli si stanno attrezzando ma che la struttura fa avvertire una certa precarietà prestazionale) non costituiscono categoria biasimevole. Ben vengono (purché suscettibili di un misurato indotto comunicativo) questi gesti di umana sensibilità. Ma il problema è ben altro. Dei biscotti, sorrisi e travisamenti carnascialeschi. Sicuramente compatibili con la ratio della giornata del malato. Che dovrebbe, innanzitutto, testare (coram populo) la tenuta, nei fatti, del diritto dei cittadini costituzionalmente e legislativamente garantito alla cura della salute e la congruità degli apparati e delle risorse messi a disposizione.

Ma riallacciando alle premesse mani avanti, e non solo nella preoccupazione di passare da ottusi trinariciuti impermeabili alla pratica del relativismoalcuni "segnali", nel misurato percorso comunicativo dell'Assessore regionale al Welfare.

Senza diventarne neanche lontanamente supporters, non siamo così ottusamente trinaricciuti da trascurare, sull'altare dell'interessata incomunicabilità, alcuni "segnali", nel misurato percorso comunicativo dell'attuale Assessore regionale al Welfare. Diverso dal profluvio dei predecessori. Mirato a focalizzare le criticità evidenti e non scansabili. In qualche misura, una narrazione prevalentemente consapevole, forse autocritica ed auspicabilmente autoemendativa rispetto al disastro prestazionale prodotto dai 30 anni di governance della destra regionale. Il nuovo timbro di Bertolaso non ci schioderà dalla nostra posizione di incompatibilità strategica, derivata dal convincimento di lottare contro la deriva controriformista incardinata da Formigoni in poi e giunta ai giorni nostri caratterizzati dal quasi completato processo di privatizzazione dell'impianto del servizio sanitario e di smantellamento delle prerogative, come diritto costituzionalmente tutelato, di cura della salute. D'altro lato, da anni e con forza (forse, considerando l'apatia incrociata, ad nauseam) lottiamo, nelle condizioni di vox clamans in deserto (fatto di sradicamento della partecipazione popolare e di sollecitudine da parte dei caricati di rappresentanza e di mandato) e di nostri incontrovertibili limiti, perché si ripristini tout court la ratio e l'impronta della legge 883 istitutiva del SSN. Tout court, semplicemente riavvolgendo la pellicola con cui i titolari del Ministero e le governances regionali ripristinino il pregresso stato dell'arte. I cui perni erano incontrovertibilmente fondati nella cultura della salute come diritto universale e nella assoluta competenza pubblica (pur al riparo di qualsiasi tentazione sovietizzante) nella gestione (condivisa a livello di indirizzo e di controllo con la partnership della rete istituzionale periferica). Ideologismo questo? Fate un po' voi! Noi restiamo convinti che allo sfascio, che ha inequivocabilmente asfaltato il diritto di prevenzione e di cura della salute, non ci sia altro rimedio che il riavvolgimento della pellicola che ha praticamente controriformato le acquisizioni civili e legislative risalenti a mezzo secolo fa. Per responsabilità della deriva antisociale, di cui sono responsabili i governi centrali e regionali, prevalentemente di destra, come di centrosinistra.  Su questo piano la nostra dorsale civico-riformista, ispirata al gradualismo, non ammette mediazioni. Ciò premesso, non ci esime, però, dal dovere, eticoculturale, di attenzionamento nei confronti dell'antagonista. Che, nella fattispecie del Bertolaso civil servant prestato alla governance pubblica, non può astrarre dalla percezione di esternazioni non episodiche che fondano in consapevolezze autocritiche. Accompagnate da un ben percepibile indirizzo emendativo. Presente dagli esordi nel ruolo e nella funzione; suscettibili, come appena sopra rilevato,   di trasmettere, se non proprio "un contrordine compagni!", che l'impressione che  attorno a tematiche circoscritte ( tempi di attesa,  gettonisti ecc) e a scelte anche solo di utilità simbolica (il parziale turn over nei vertici aziendali, che per quanto riguarda Cremona e con le prudenze dovute, non è esattamente cosa di poco conto) sia in corso l'innesco di almeno parziali (e ineludibili) correttivi. Sarebbe azzardata un'aspettativa da inversione ad u. Ma quella quasi felpata messa in mora di malpractices pervasive, costanti ed inaccettabili (visite saltate, cambi di sede, prestazioni negate), insistentemente filtrata dalla cosiddetta stampa indipendente, il Corsera, potrebbe essere un almeno parziale cambiamento di rotta (che pur dovrebbe avere come premessa un'onesta autocritica della scaturigine). Quanto poi tenga o non tenga non tenga conto di un reale impatto produttivo sulla realtà locale (come la nostra) lo diranno i fatti reali.

A cominciare dalla verifica delle conseguenze reali dell'esternazione dei giorni scorsi, con cui il titolare del Welfare scandisce, quasi sillabando, un indirizzo, più che desueto nel passato, controtendenziale: "Prevenzione!" Da perseguire (anche e non solo, come auspicabile) attraverso una tessera sanitaria a punti, che, dice il manager-assessore, premi chi si sottopone a screening e porti avanti stili di vita salutari". Hai voglia...se non concordiamo, noi che, pur essendo radicalmente testimoni della sanità pubblica come equilibrio tra diritto e dovere civile (impermeabile alle derive assistenzialistiche), aborriamo gli accessi a pié di lista privi di limiti anche negli stili di vita responsabili e nella prevenzione. Anzi, annotiamo, sia pure di passaggio, che questa esternazione di Bertolaso (fatta, nessuno é perfetto!, ad un meeting di Forza Italia, e non, come avrebbe dovuto in una sede  istituzionale) potrebbe costituire un formidabile assist di "intromissione" in un auspicabile percorso di rettifiche in corso d'opera, in un'opposizione di sinistra (percepita, al netto delle coerenti prestazioni di Piloni ed in parte di Degli Angeli, come abulica, non troppo determinata, con qualche margine di inciucismo con i reggitori del potere). Proprio, appunto, per una feconda intromissione che, facendo leva sui limitati interstizi autocritici manifestati, obbligasse il Welfare regionale a mettersi alla prova. Noi, consapevoli della nostra condizione di parva res, almeno ci tentiamo. "Dobbiamo mettere in campo azioni innovative. Lavorare di più nella prevenzione nei fatti, non solo a chiacchiere. Abbiamo campagne di vaccinazione e di screening che non riscuotono il successo (forse, ndr, si vuol dire il riscontro) che meritano. " Più che finirla qui, vi facciamo una dissolvenza, perché sicuramente l'endorsement di Bertolaso non merita spallucce. Soprattutto, nella parte conclusiva del monito, che sfocia nelle controprestazioni regionali dei comportamenti virtuosi: (tenetevi forte!) la premialità, fatta di ingressi nei nostri centri termali di altissima qualità e skipass gratuiti nei nostri comprensori montani". Da cui si capisce, per intima corrispondenza ai fondamentali etici profilati dal berlusconismo, la ragione dell'opzione della location in casa FI. Bertolaso avrebbe potuto, per coerenza su questa falsariga, anche aggiungere, come più sopra anticipato, un bel "premi e cotillons per le dame". Mentre il problema degli stili di vita confacenti al mantenimento di una buona salute, suscettibile di non intasare la domanda di cura e volumi insostenibili di assistenzialismo parassitario, rientra nel range della civica responsabilità comunitaria. Che, ovviamente, deve essere riscontrata sul campo da congrui assestamenti pubblici. Ad esempio, azionando una leva binaria di premialità virtuosa (sul welfare aziendale e sul mutualismo complementare e volontario, che alleggerirebbero la spesa pubblica e disintaserebbero le code) e di sanzionamento dei comportamenti non collaborativi (sottrazione ai percorsi vaccinali e cheek di prevenzione) attraverso l'annullamento delle esenzioni dai tickets e dalla compartecipazione nelle spese di cura. Già! Ma si da il caso che la Regione Lombardia (insieme ad alcune altre) ha sistematicamente asfaltato la medicina preventiva (relegandola ad una condizione di apparenza e marginalità, in tal modo impedendone o limitandone la concreta accessibilità.  E, sull'azione vaccinale, perorata da Bertolaso come moderatore di morbilità, la realtà segnala un macroscopico caso di parole contraddette dai comportamenti effettivi. Ne parliamo per esperienza vissuta. L'assessore, volendo noi implementare la premessa percettiva, parla di responsabilizzazione dei territori e degli operatori medici (come, dice, si fa per le vaccinazioni). Omette, però, di precisare minimamente gli incentivi per gli utenti. Nei fatti, già partendo dallo step dell'accessibilità alla filiera pratica, nulli quando non penalizzanti. È stato, come verremo ad esporre (anzi, come si vedrà, a denunciare), il nostro recente caso.

Che, insieme ad una più che tiepida metabolizzazione della nuova narrazione del responsabile politico del welfare regionale (da noi ripresa in omaggio al nostro timbro editoriale, che non opera censure preventive), suscita qualcosa di più di una perplessità.

Sul terreno della violazione dei LEP da parte della Regione e su una gestione tutt'altro che trasparente della comunicazione nei confronti dell'utenza.

Flash Mob

Sabato 24 febbraio 2024, ore 9.30-12.30 zona adiacente al mercato, flash mob per raccolta adesioni al Movimento e illustrazione ai cittadini della testimonianza per la sanità pubblica.

Invitiamo i nostri lettori e i cittadini tutti a partecipare e ad aderire all'attività di cittadinanza attiva del Movimento

Post scriptum

A beneficio degli appassionati del genere, facciamo notare (per quanto gli organizzatori abbiano affidato il comunicato a competitors di ben altra stazza) a pochi metri dalla location del flash mob del Movimento ci sarà un gazebo di “mobilitazione del PD”.

Anziché ignorarsi o, peggio ancora, (e lo diciamo da antesignano di questa lotta) le due testimonianze farebbero bene a spiegarsi e a dialogare. Anche perché la nodale questione strutturale del nosocomio è un importante tassello della più vasta questione sanitaria. A dispetto e in contrasto con tutto ciò, la "ditta" (il PD) ha, ad eccezione di Piloni, fatto lo gnorri e i suoi terminali nelle istituzioni si sono, quasi totalmente espressi, a favore del "pacco". Da questo punto di vista, riteniamo, a distanza di quasi tre mesi dalla performance, sconvolgente l'esternazione del primo cittadino di Cremona, imperniata in un totale sostegno alla linea dell'Asst e del Welfare regionale ed espressa con una sintassi infarcita di piaggeria leccosa ed ammiccante ad una complicità inappropriata per il galateo istituzionale e, se è consentito ad uno abituato a partecipare alle primarie, sconveniente per un testimonial del fare nuova la città.  In ogni caso, proprio perché prevale sempre in noi l'afflato edificante, invitiamo anche a passare dal gazebo dem. Si sa mai…

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