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La campagna vaccinale presso la RSA Mazza di Pizzighettone

  17/01/2021

Di E.V.

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Solo meno di 24 ore fa la nostra testata, dopo aver raccolto rumors locali segnalatori di percezioni sorprese e preoccupate in ordine alle modalità di svolgimento della campagna vaccinale antivirale presso la fondazione operante nel Borgo posto sulle sponde dell'Adda, si era fatta interprete sia della segnalazione del fatto sia dell'assoluta necessità di accendere adeguati riflettori. 

Su una vicenda che, bene che vada, lascerà qualche amaro in bocca e non poco disillusioni circa la trasparenza e l'affidabilità di azione pubblica nel presente contesto flagellato dalla tragedia biblica della pandemia.  

I cui strascichi, a conferma del detto secondo cui le disgrazie non vengono mai da sole, si riverberano sulla realtà della fondazione orgoglio dei pizzighettonesi; sia come saldo eccezionalmente severo in termini di morbilità e letalità sugli ospiti sia come calamità accessoria a carico di una gestione amministrativa, entrata nel corso dell'anno appena trascorso in un tormentato cono, diciamo, di criticità dialettiche. 

Ed appunto perché le disgrazie non vengono mai da sole, ecco che negli ultimi giorni uno scenario, come abbiamo detto, già mosso ex ante, viene ad incocciare con un groviglio di interrogativi e di sospetti di cui si sarebbe fatto decisamente a meno. 

Col cambio del vertice amministrativo, da cui la rappresentanza cittadina è stata totalmente esclusa (essendo stata opzionata la “professionalità” di non residenti, sono, se ci è permesso dire, venute al pettine claudicanze gestionali, sedimentate nel tempo a livello patrimoniale e finanziario, potenzialmente suscettibili di minare la sostenibilità della struttura. 

Clamoroso segnalatore in tal senso è stato l'annuncio dell'impossibilità dell'Ente di accreditare in toto la tredicesima, dovuta contrattualmente al personale. 

Personale che, essendo direttamente cognito ogni giorno e da anni dello stato dell'arte, appare giustamente allarmato; soprattutto di fronte ad una possibile partnership con una RSA del territorio che subentrerebbe nella gestione di un ramo di degenza. Una sorta di cessione di un ramo di impresa. Che potrebbe preludere a molte opzioni, graduate ma comprese nella prospettiva di un ridimensionamento dell'autonomia della struttura. 

Che lo stato delle cose sia pressappoco così è dimostrato sia dall'allarmante (anche se reticente) comunicazione da parte del management amministrativo e della civica amministrazione sia da annunci di accompagnamento. Che, come la encomiabile raccolta di fonti da parte dei Volontari della Mura e l'omelia di oggi (il Prevosto ha sviluppato una lunga riflessione sulle difficoltà economiche della Fondazione Mazza e ha esortato i fedeli ed i cittadini a mettere una mano sul cuore ed una sul portafoglio con gesti di generosità rivolti a sollevare la RSA) dicono più degli aridi bilanci e rendicontazione di quanto si sia vicini alla canna del gas. 

Rebus sic stantibus (come da secoli si premette nello speech delle sponde dell'Adda), le voci circa abusi compiuti nella somministrazione di vaccini riservati agli ospiti, al personale sanitario-asssitenziale e tecnico, agli operatori a costante contatto con la comunità, costituscono l'esatto opposto del proverbiale cacio sui maccheroni. 

Ieri abbiamo interpellato su tali circostanze la Presidente del CdA, che è stata molto disponibile ma che ha sostanzialmente rinviato ogni delucidazione al “Responsabile” del procedimento vaccinale. Allo stato attuale praticato presso una struttura di Codogno alle categorie operative; mentre i degenti saranno trattati in loco nei prossimi giorni. 

Come nota puramente tecnica sul terreno della trasparenza e della comunicazione, azzarderemmo l'opportunità che il vertice della Fondazione affronti la situazione in termini di massima tempestività ed esaustività. Perché, come affermano le dichiarazioni rese ieri dal raggruppamento civico “Pizzighettone al Centro” e la lista Bissolotti (il cui rappresentante siede in Consiglio Comunale) non lasciano molto margine per posizioni tattiche od evasive. 

Ne fanno fede i manifesti affissi nelle pubbliche vie (che noi doverosamente riportiamo nella nostra gallery appena sotto). 

Viene chiesto dagli interlocutori politici ed istituzionali se i responsabili del procedimento ed in generale della conduzione gestionale della RSA possano recisamente escludere la circostanza che qualcuno si sia imbucato, non avendone espresso titolo, nella lista dei trattati col vaccino. 

Ora, coi tempi che corrono, sarebbe il caso che tale circostanza venisse esclusa dall'ordine di comportamenti, che, oltre che penalmente perseguibili, costituirebbero una grave ferita nel rapporto tra pubblici poteri e sentiment della cittadinanza. 

Diciamo che, dopo quasi un anno di calvario epidemico, la gente non sarebbe tanto comprensiva verso comportamenti men che rigorosi. 

Diciamo che in materia di scrupolosi consapevolezze e concreto rispetto “delle file” gli italiani hanno un po' la coda di paglia. 

Se il nuovo comandante dell'Arma dei Carabinieri, al momento dell'assunzione dell'incarico, ha così esternato 

I reparti territoriali e i NAS antisofisticazione sono impegnati con le strutture sanitarie nella verifica della corretta conservazione del vaccino e degli standards di sicurezza per il loro stoccaggio. E di controllo, perché nessun residuo possa essere fraudolentemente recuperato od illecitamente distribuito 

 si può stimare che non ci possa essere fumo senza arrosto. 

Ma, per sottolineare in positivo che l'opinione pubblica, flagellata dalla catastrofe sia sintonizzata in senso di ipersensibilità, si cita l'outing di ieri della vedova ultraottantenne di uno stimatissimo maresciallo della polizia giudiziaria 

Io ho già vissuto, vaccinate Michele. 

Ora se la rappresentante di una categoria generazionale, per la quale nel 2020 la campana hemingwayana ha suonato insistentemente e troppo, si dichiara, nelle more di una situazione di insufficienza del rapporto tra domanda ed offerta di vaccino, pronta a sacrificarsi a beneficio del nipote, non sarebbero ammissibili comportamenti di manifesta illegalità quanto di violazione mimetizzata. 

“Nessun residuo possa essere fraudolentemente recuperato od illecitamente distribuito” ha sillabato il Comandante dei Carabinieri. 

Siamo con lui! Siano avvertiti coloro che devono fornire convincenti chiarimenti: non sarebbe accettabile una versione giustificativa. Tipo: abbiamo evitato uno spreco e abbiamo, come si direbbe in pizzighettonese, utilizzato (sia pure a non aventi esplicito diritto)... apena en vanziot… 

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