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70° della Liberazione gli scritti di Emilio Zanoni

Fondamentali per la ricostruzione storica della Resistenza antifascista cremonese Pubblichiamo le conclusioni di un’importante ricerca di Giuseppe Azzoni

  29/10/2015 15:24:00

A cura della Redazione

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È noto che nel gruppo di carte di Emilio Zanoni, pervenuteci un paio di anni fa ed ora depositate nel nostro Archivio di Stato, c’era un suo corposo ed inedito dattiloscritto dal titolo “Il movimento cremonese di Liberazione nel secondo Risorgimento. Saggio storico”. Sono ben 407 cartelle, suddivise in due fascicoli e scritte da Zanoni nel 1955, con l’apposizione sui fascicoli di chiudilettera commemorativi “Decennale della Resistenza”. Per saperne di più chiesi a Franco Dolci, mi disse di ricordare che in quell’anniversario il Presidente della Provincia, Giuseppe Ghisalberti, aveva formalmente promosso studi sulla materia e che si era saputo di un impegno di Zanoni in merito. Tempo dopo trovai conferma di ciò in una nota di G. Dordoni e A. Andrini del 1975 (carte Dordoni in archivio CGIL). Lo scritto è importante, nel 1955 non era stata ancora pubblicata alcuna opera organica sulla Resistenza cremonese. Solo anni dopo ne usciranno, a partire dal fondamentale libro di Armando Parlato“La Resistenza cremonese”. In esso, peraltro, si cita in alcune note questo dattiloscritto ed il suo autore senza ulteriori specifiche.

Il saggio di Zanoni costituisce anche fonte, per esempio laddove riporta ricordi diretti di quando era membro del CLN. L’interesse che mantiene questo lavoro è

notevole: per essere il primo, per il modo chiaro e lineare della narrazione, per i rimandi a momenti del Risorgimento, per lo stile, i giudizi ed i ricordi personali.

Anche per questo valeva la pena chiarirne a fondo circostanze e motivi. Mi ha grandemente facilitato in ciò il recente ritrovamento, proseguendo nella lettura dei documenti dello stesso fondo Zanoni, di una lettera della “Amministrazione della Provincia di Cremona”, a lui indirizzata in data 20.10.1955 a firma “Avv. G. Ghisalberti”. Gli viene comunicato che la Giunta Provinciale, nella seduta del 1.9.1955, assegna a lui il 2° premio in esito al “Concorso per una monografia destinata a ricordare la partecipazione cremonese alla lotta di liberazione”. Si specifica altresì che il premio consiste in lire 150.000 e che, pur riconoscendo i pregi del saggio, si subordina una sua eventuale pubblicazione alla rielaborazione di alcune parti di esse. La lettera ricorda che questa eventualità era prevista nel bando del concorso mentre non entra nel merito di quali fossero le correzioni da apportare. La cosa evidentemente finì lì, non ci risultano correzioni né ci fu la pubblicazione. La lettera riportava tutti gli estremi che permettevano di risalire alla pratica di Giunta per cui, grazie alla fattiva e cortese collaborazione delle addette all’archivio provinciale, Bova e Demaldé, abbiamo anche potuto appurare che né il primo né altri premi vennero assegnati in quanto Emilio Zanoni fu l’unico che compì la fatica di partecipare al concorso con quel corposo saggio. Saggio tuttora inedito. Io ne ho usato integralmente il bellissimo capitolo dove si descrivono i giorni della Liberazione della città, nell’ambito della pubblicazione “Bandiere sul Torrazzo” edito dal Comune di Cremona lo scorso 25 aprile. Ho raccolto molti e forti apprezzamenti su quel testo. Oso augurarmi che qualche soggetto che ne abbia la possibilità prenda in considerazione di pubblicarlo.

UN APPELLO PER LA MEMORIA

Abbiamo incrociato il percorso descritto dal sempre apprezzabile lavoro di ricerca puntigliosa di Azzoni con la rivisitazione delle celebrazioni del 10° anniversario della Liberazione. A tutta pagina, L’Eco del Popolo, in quell’aprile del 1955, titolava: “Evviva il decennale della Liberazione – UNIAMO IL POPOLO PER RAFFORZARE I VALORI DI DEMOCRAZIA E DI LIBERTA’ DELLA RESISTENZA”.

Si tratta con tutta evidenza di una edizione monografica del periodico della Federazione P.S.I. dedicata ad una ricorrenza che è sempre stata al vertice

delle priorità della testimonianza civile e della mobilitazione del movimento socialista cremonese.

Il 25 aprile del 1955, dunque, partendo dal dovere di ricordare, ma anche di testimoniare in un contesto in cui i rigurgiti neofascisti erano tutt’altro che placati, poneva in testa all’azione politica la difesa della conquiste della democrazia e della Costituzione repubblicana. Il segretario Provinciale, Renzo Zaffanella, a riprova, titolava il suo editoriale: “OVUNQUE NO AL FASCISMO”.

L’articolo centrale dava conto di “un’entusiastica riuscita del convegno provinciale del decennale e dell’attività del comitato unitario”.

Tra gli animatori dell’assemblea, svoltasi nella sala di Palazzo Cittanova, i protagonisti dell’evento unitario: avv. Calatroni (sindaco della Liberazione), avv. Cremonesi, Vittorio Dotti, ing. Ferretti, on Ricca e on. Fogliazza, prof. Speranzini, i rappresentanti del Comune e della Provincia, Guido Percudani, Piero Pressinotti, Uggeri, prof.ssa Fioni, Macrelli, madre del caduto Abbondio di Capergnanica, il rappresentante delle Fiamme Verdi Attilio de Marchi ed Emilio Zanoni. A quest’ultimo fu affidata l’introduzione, nella quale ricorderà i 400 caduti partigiani ed i 22 fucilati dai nazifascisti, oltre ai deceduti nei campi di concentramento. Dopo di lui il prof. Speranzini tracciava un bilancio dei dieci anni che separavano dalla vittoriosa conclusione della lotta partigiana, ammoniva sui pericoli incombenti sulla ritrovata democrazia, ad opera del neofascismo, ed esortava a ritrovare l’unità di lotta per il perseguimento degli obiettivi della Resistenza.

Concludeva “con un caldo appello a tutti gli antifascisti a ritrovare la volontà di lotta per proseguire il cammino che la Resistenza ha tracciato.”

Da ultimo l’on. Corrado Bonfantini, deputato del PSDI, già partigiano “Corrado” delle Brigate Matteotti, rivisitando il decennio del dopo Liberazione, esprimeva sdegno nei confronti della ripresa del fascismo contro la lettera e lo spirito della Costituzione ed esortava all’unità di tutti i partigiani perché possa nascere quell’unione di animi che porti un effettivo miglioramento sociale”.

La partecipata assemblea si concludeva simbolicamente con la consegna degli attestati e delle medaglie alle organizzazioni, alle personalità, alla militanza resistenziale cremonese. Per il C.L.N.: al presidente avv. Frosi, e ai componenti Zanoni, Pugnoli, Dotti, sen. Zelioli Lanzini, avv. Piacentini, Cavana, Grasselli, Salvalaggio, on Pressinotti. E per il C.V.L.: al comandante provinciale dr Salvalaggio, al commissario delle brigate Matteotti Frassi, al commissario del Raggruppamento F. Ghinaglia Percudani, al comandante di piazza Ughini, al comandante delle Fiamme Verdi Giambattista Bianchi, a Guarneri Gioele del CVL provinciale, all’on. Fogliazza comandante delle brigate Garibaldi, all’on. Ricca delle brigate Matteotti, all’on Zanibelli delle Fiamme Verdi, al presidente dell’ANPI Guido Uggeri. Il riconoscimento veniva tributato anche ai resistenti

che avevano guidato le istituzioni dal 26 aprile: al Prefetto rag. Parietti, ai viceprefetto avv. Cremonesi e Cottarelli, al Questore ing. Ferretti, al Sindaco del capoluogo avv. Calatroni.

Ma le celebrazioni del 10° della Liberazione dovettero essere molto più vaste. Come ricorda Giuseppe Azzoni, le istituzioni locali vi furono impegnate in prima fila. Soprattutto, come dimostra il concorso indetto dalla Provincia, presieduta dal fervente antifascista avv. Ghisalberti, sul versante del rafforzamento della memoria storica da consegnare ai posteri.

E qui ritorniamo alle conclusioni dell’articolo di Giuseppe Azzoni.

L’Eco del Popolo non lascia certamente cadere ciò che è qualcosa di più di un appello per la pubblicazione di quegli scritti.

Abbiamo già considerato che le celebrazioni del 70°, se si tien conto della scansione storica e, diciamolo francamente, di una preoccupante caduta della tensione ideale e civile, hanno sorpreso positivamente per l’intensità degli eventi celebrativi e per la partecipazione.

Siamo stati in grado di trasmettere qualcosa di fecondo soprattutto alle nuove generazioni in materia di memoria storica in cui identificare la condivisione/identificazione nei valori portanti dell’Italia repubblicana.

Senza ombre di dubbio gli scritti di Emilio Zanoni costituiscono un contributo significativo in tal senso. Farne una concreta possibilità di divulgazione può essere il simbolico epilogo del programma celebrativo.

L’Eco del Popolo, che fu diretto per tanti decenni dall’esponente socialista, e l’Associazione, che ne prende il nome, non possono (e non vogliono!) girare la schiena di fronte ad un progetto tanto esaltante (e tanto impegnativo!).

Non lo lasceranno cadere e già da qui fanno partire un forte appello rivolto al mondo dell’antifascismo, della cultura, dell’impegno civile, individuale ed in forma associata, affinché si uniscano le energie ideali (e materiali). Il precedente dell’edizione della raccolta delle poesie in lingua cremonese, che ha coinvolto tante sensibilità e tanta generosità, ci incoraggia a sperare.

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