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SCRP

Tanto rammarico, ma nessuna autocritica

  12/08/2020

Di Virginio Venturelli

SCRP

Per la Comunità socialista cremasca, l'arbitrato neutro risultato favorevole ai Comuni che hanno esercitato il diritto di recesso da SCRP, non è stato proprio una grande sorpresa.

Che potesse accadere quello che è successo, lo avevamo previsto sin dalla apertura della vertenza, paventando il rischio anche nella formale lettera/documento inviata al Presidente dell'area omogenea cremasca, in data 10 febbraio 2020.

Più che rammaricarsi, oggi delle conseguenze, i fronti che si sono combattuti attraverso vie legali, dovrebbero fare un minimo di autocritica sul fallimento della mediazione diretta, tutt'altro che impossibile dal momento dello scioglimento della società SCRP, con il conferimento delle attività svolte a Consorzio.it

Da osservatori esterni, ravvisiamo ragioni e torti da ambo le parti.

Inopportune, sono state infatti, sia la difesa ad oltranza delle scelte compiute da SCRP, a fronte delle critiche mosse sulla progettazione ed attuazione dei varchi elettronici, sull'appalto dei rifiuti, sulla cessione delle azioni alla municipalizzata A2A, sulle numerose consulenze, che le prese di posizioni polemiche via via assunte, dai Sindaci recedenti, a cominciare da quella di non partecipare più alle riunioni dell'area omogenea.

Da non sottacere, vanno inoltre aggiunte: le separate richieste alla Regione per il riconoscimento dello stato di calamità naturale del Cremasco, a seguito degli eventi atmosferici del 2018, il contestato silenzio sullo studio Masterplan 3C, promosso dalla Associazione Industriali, le divergenti valutazioni ed iniziative sulla rivisitazione delle funzioni e dei confini della ATS Valpadana.

Insomma una serie di questioni politico amministrative fonti di notevoli tensioni nelle assemblee istituzionali dell'area omogenea, sia precedenti che successive la monetizzazione e la liquidazione delle quote patrimoniali, richieste dai Comuni dissidenti, capitalizzate da investimenti consortili effettuati negli anni, sulle reti fognarie e idriche, in particolare.

Negli interventi apparsi in questi giorni sui media, oltre ai rituali e un po' consunti appelli alla unità del territorio, non abbiamo scorto segnali di disponibilità alla ripresa di un più rispettoso confronto.

Abbiamo letto di sfide pubbliche, lanciate e raccolte, sostanzialmente per confermare i rispettivi punti di vista e convincimenti, senza novità di un certo interesse il rischio è quello di approfondire i solchi delle divisioni e basta.

Un appuntamento diverso potrebbero farlo diventare, se nella dialettica in corso, il coordinatore dei Sindaci aventiniani, Gabriele Gallina, anticipasse la fine della diserzione ( interrotta solo per il Covid ) alle assemblee dell'area omogenea, da parte dei Comuni fuoriusciti dalle società partecipate, confermasse l'adesione all'ambito sovraccomunale, proponesse dei correttivi, se necessari, perché interagisca meglio con le amministrazioni comunali.

La Comunità socialista cremasca, non ha dubbi che il progressivo sfilacciamento della nostra realtà comprensoriale, sia arginabile solo da una visione condivisa, del futuro, da parte di tutti i soggetti istituzionali, politici e sociali.

In questa ottica, riassuntivamente, ribadiamo la proposta indirizzata al Presidente Casorati circa la formalizzazione di una Conferenza programmatica del Circondario cremasco, ove gli Enti Locali, il mondo produttivo, quello politico e sindacale, quello associativo e scolastico, possano costruttivamente confrontarsi per la elaborazione di rinnovato progetto territoriale di lungo respiro e di qualità.

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