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Lettere all'ECO /68

  25/08/2025

Di Redazione

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FONTANE, TOTEM, PROMESSE…e (in barba alla “rigenerazione”)

DISASTRI GESTIONALI…

“Resterà spenta anche per Pasqua la fontana di piazza Cadorna, come pure quella del quartiere Zaist, una delle ultime nate nelle aree pubbliche cittadine. I residenti del quartiere Po speravano in una sorpresa, come spiega il presidente, Matteo Tomasoni: “La fontana da diverso tempo è spenta e con l'acqua stagnante, in uno stato di abbandono totale. Ho chiesto quando potremo rivederla zampillare, mi è stato risposto che serve una convenzione tra Comune e Padania Acque. Nel frattempo però non c'è neppure un minimo di manutenzione: il calcare ha intasato gli ugelli, parte del mosaico si sta staccando, l'acqua è putrida, con rifiuti vari che galleggiano e c'è pure una carcassa di piccione. Tutto questo si nota poco perchè la vasca è sopraelevata rispetto alla strada, ma basta avvicinarsi per vedere la situazione”.La fontana è dotata di un sistema di ricircolo dell'acqua e nell'ultimo rifacimento era stato predisposto un gioco di luci che costituiva un piacevole biglietto da visita per chi proveniva in città da sud. Da troppo tempo ormai, è spenta. Non è la prima volta che dei cittadini sottolineano le carenze nella gestione degli specchi d'acqua…”.

E, poiché,notoriamente, di solito passa acqua sotto i ponti (specie quando gli interlocutori sono colpevolmente neghittosi), al cahier de doléances del totale disastro del decoro cittadino il buon Tomasoni ha dovuto aggiungere ulteriori capitoli. Di cui diamo (purtroppo, tardivo a causa della tenuità redazionale) conto, assemblando contributi critici, che è sempre utile riproporre (specie quando il destinatario pubblico si rivela refrattario.

12 Agosto 2022

Il 26 maggio 2020 segnalo: "In via Chiese a lato del campo di calcio, pianta (foto) fortemente inclinata. Chiedo cortesemente una verifica sul posto". In risposta: "Appena possibile procederemo a fare sopralluogo per valutare le condizioni dell'albero". Sollecito a luglio, dicembre 2020; ad aprile, luglio, ottobre, novembre 2021; a luglio 2022. Non ho avuto alcuna risposta. Non si è intervenuti in nessun modo.

17 Agosto 2025

Colonie Padane: questo servizio fotografico è stato realizzato da un cittadino cremonese. Ci chiediamo come sia possibile ridurre un Parco pubblico in questo condizioni. Naturalmente la cooperativa che gestisce dirà che le cose fotografate non sono di sua competenza. L'amministrazione comunale dovrebbe almeno conoscere la situazione visto che in un gioco di cui è stato vietato l'uso appare del nastro segnaletico. Fatto sta che nessuno interviene e il degrado avanza. Uno scempio.

 20/08  Molti cittadini, dopo aver segnalato situazioni di pericolo, ricevono dal Comune di Cremona la seguente risposta stereotipata:

"... i lavori saranno calendarizzati in base alle risorse finanziarie disponibili e alle priorità d'intervento". La risposta palesa già un alto grado di inefficienza ma sarebbe accettabile rispetto a richieste secondarie e non attinenti alla sicurezza dei cittadini. 

Se si omette di intervenire in questioni del genere si lascia il Comune alla mercé di tutte le cause civili che i cittadini danneggiati potrebbero intentare. 

La sicurezza dei cittadini ha la priorità su ogni altra questione o spesa. Su buche, marciapiedi, strisce pedonali scolorite, semafori, illuminazione, etc. 

Bisogna intervenire in modo rapido e puntuale appena si riceve la segnalazione.

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La riportata lettera incipitaria comprensibilmente estratta e richiamata da una testata cittadina riprendeva la denuncia di un lettore, evidentemente relazionato al presidente del Quartiere Po Matteo Tomasoni. Da allora Tomasoni ha rinunciato al mandato rappresentativo, ma non alla cittadinanza attiva. Interpretando quel che ogni cittadino, avveduto e partecipe, dovrebbe fare, se non altro per effetto dell'applicazione del proverbio arabo, secondo cui se si vuole la cittadina in ordine è preferibile mettere ordine davanti a casa propria. E' ciò che quasi quotidianamente fa Tomasoni. Segnalando e, quando necessario ed ineludibile(quasi sempre), denunciando. Le omissioni, le neghittosità, le bugie, i ritardi…insomma il meglio prestazionale di una “ditta”, che sembra fare del'inosservanza dei fatti e della denuncia da parte dell'informazione, dell'opposizione consiliare e politica, dei Quartieri, delle associazioni e dei singoli cittadini un motivo di posture tafazziane. Nel ventaglio di Tomasoni c'è praticamente tutto lo scibile e il factochecking della trasandatezza, quando non della colpevole malagestio, nei confronti di un settore della gestione comunale i cui risultati sono inversamente proporzionali al risultato. E la situazione del Quartiere Po (un tempo i Parioli di Cremona), di cui si occupa Tomasoni insieme a molti altri cittadini, rappresenta la quintessenza del colpevole fallimento (a 360 gradi) del governo cittadino. L'ex Parioli è diventato (e lo si percepisce palmarmente), dal punto di vista del decoro e della fruibilità cittadina, una periferia degradata. Ben diversamente dal notevole processo di qualificazione abitativa e comunitaria che prese le mosse dalla Giunta Lombardi e a seguire, senza distinzione di “colore, dalle successive(fino alla fine del ciclo della prima repubblica). Ci sarebbe di che fare della costante denuncia della progressiva “asfaltatura” di questo importante comprensorio cittadino che, tra l'altro, rappresenterebbe il biglietto da visita per chi giunge a Cremona, un ampio zibaldone di segnalazioni critiche su situazioni che si aggiungono quasi quotidianamente. I totem, il muro della  le Colonie Padane. Tamquam non esset! Ma poiché la nostra linea editoriale non persegue solo la finalità di libera circolazione delle idee e delle critiche dei cittadini (non sempre focalizzati dal sistema informativo), non ci limitiamo al rimbalzo di critiche quanto mai fondate, ma ci sforziamo di allargare il visus della percezione delle criticità analizzando la situazione tematica di altre città.

Nel caso, ci soffermiamo (limitandoci alla cura del verde) sul modello Milano. Che. titolava recentemente Corsera, “ha 110 fontane che zampillano 24h 365 gg.”  Miracolo e confronto quasi umiliante rispetto a   Cremona; che ha fontane da contarsi sulle dita di una mano e in netto contrasto con il profilo di città d'acqua? No! Semplicemente...ragioni di scelta. L'Amministrazione meneghina da anni ha istituito e si avvale dell'Unità Fontane e Monumenti, diretta dall'architetto Alfredo Bonfanti che coordina i tecnici che quotidianamente controllano in loco che "foglie e rifiuti non abbiano intasato scarichi e zampilli e che vasche e monumenti non siano stati vandalizzati o coperti da graffiti. I milanesi non immaginano cosa c'è dietro una fontana pulita e funzionante". A parti invertite e con un prevalente intento retorico la domanda girata ai cremonesi potrebbe suonare un po' così..."non immaginate cosa c'è dietro le tre quattro fontane sporche, deturpate e non funzionanti da anni". Vietato alzare la mano per il primato della risposta!!! Come postscriptum della straordinarietà meneghina, aggiungiamo un particolare "inquietante" rivelato dall'architetto relativamente alla spesa del servizio: 100000 euro per municipio (che a Milano sono 9) ergo 900.000 euro con cui si provvede ad un servizio come quello sommariamente descritto con la cura accessoria della manutenzione, restauro, pulizia di duemila manufatti tra targhe cippi commemorativi e monumenti. Ok le proporzioni non sono paragonabili. Ma l'impianto della consapevolezza gestionale varrebbe erga omnes.  Cremona sotto tale punto di vista, se è consentito azzardare, fu (in ciò accomunata dalla cultura del municipalismo riformista) un po' meneghina. Per decenni dispose del medesimo servizio strutturato e permanente (ben implementato dalle Giunte di csx Vernaschi Zanoni e dall'assessore Coppetti), così ben evidenziato dalle Serre Comunali che provvederanno esemplarmente. Già...dove sono finite? in questa (ex) splendida città finita (oltretutto in contrasto con un passato di rango e con una invidiabile prospettiva delineata dalla "provvidenza" di generosi concittadini, come ricaduta dell'incremento del patrimonio museale e della vocazione universitaria) ad un destino di colpevole trascuratezza ed incoercibile degrado...Citofonare architetto Bonfanti. p.s. La situazione della città fu ben diversa in altri tempi. Quando il decoro (monumentale e ornamentale) rappresentava, pur in tempi di superiori acuzie sociali, un punto fermo nelle priorità gestionali. Al punto, ad esempio, che la Civica Amministrazione (come praticamente tutti i Comuni della provincia) gestiva in house (e con grandi risultati e soddisfazione dei cittadini) il settore. Fino al punto di essere dotata di un retroterra (strutturale ed operativo) costituito dalle Serre Comunali. P.s. 2 Al momento di andare in stampa (come si diceva ai tempi dell'informazione analogica), apprendiamo dal quotidiano cremonese che l'Assessora “alla partita” (altra locuzione dei tempi che furono) ha avanzato ad Aprica-A2a ( il gestore del servizio di spazzatura ) un'ideona: “Il Comune chiede ad un operatore che affianchi le macchine pulitrici in strada. Ça va sans dire, con molto garbo (non proprio col piattino tra le labbra); mentre, per come vanno da tempo, da troppo tempo, da quando il comune ha svenduto le proprie partecipate alla super partecipata ( controllata da Milano e Brescia, l'appaltante dovrebbe manifestare un tratto relazionale più perentorio. Allo scopo di richiamare la cosiddetta (sotto) “partecipata” a prestazioni maggiormente aderenti alla dignità dell'appaltante e dei cittadini, costretti da anni ad adattarsi a standards di servizi da terzo mondo. Riprendendo il filo dell'inaggirabile riferimento al modulo organizzativo delle passate gestioni, in cui decoro e finalizzazione degli spazi urbani erano in capo, al di là, si ripete, dei colori del governo comunale, con gli anni 90 intervenne la stagione della cementizzazione degli spazi comuni (vedi Piazza Cavour, un tempo dotata dai giardinetti allestiti dalla Giunta Vernaschi e dall'Assessore Coppetti e dal Dirigente arch. Galetti e, in seguito, vandalizzata dalla Giunta Bodini – con la ridicola “tettoia”) e quella dell'outsourcing. Lo stato di questo ramo di servizi comunale è a dir poco inquietante, per il livello prestazionale e per il rispetto nei confronti dei cittadini e della preservazione del livello di qualità della vita. Al punto, che (simpaticamente) da questa edizione dedicata alle performances della gestione municipale dei servizi, introduciamo, come corredo grafico didascalico del rating del gestore, i “livelli” del vicequestore Rocco, che assegnerebbe un bel dieci all'incazzatura per la “rigenerazione urbana” di Cremona.

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Il FB ci è giunto dal Segretario del rinato PSDI, di cui avevamo ripreso (attingendo dalla consorella La Giustizia) una recente intervista, in cui venivano bel dettagliate le premesse e le finalità del rilancio (speriamo non solo a livello di ampliamento del dibattito) di una importante e rinnovata testimonianza dell'eredità del socialismo democratico.

Con interlocutori come Preti, il PSDI, l'Associazione Liberalsocialista, La Giustizia di Mauro Del Bue il rapporto è sempre aperto.

A dimostrazione di tale volontà implementeremo la rubrica, che, a dire il vero, sembra cogliere un diffuso sentiment nei nostri elettori.

Pubblichiamo uno dei riscontri all'edizione 50 del Forum.

Ho letto con particolare interesse la questione socialista/50 pubblicata su Eco del popolo. Condivido pienamente l' editoriale di Amendolia, scritto con passione e coinvolgente, che mette  in risalto l' attuale momento politico fatto di slogan e povero di fatti, anche a livello internazionale. La democrazia è ridotta ad un guscio privata dell' essenza di libertà di pensiero, visione ampia della realtà e cultura del Bene comune. Anche per me l' assenza di un partito riformista lib Lab mi crea disorientamento. La destra è sempre più aggressiva ed estremista e la sinistra è timida e accetta compromessi con gli estremisti rossi o con i Pentastellati che sembrano votati alle cause perse. Ben venga un partito riformista formato da leader intelligenti e preparati che sappiano, con umiltà, ascoltare la voce dei cittadini. Si costruisce una casa dalle fondamenta: onestà, capacità aggregativa e amministrativa e una buona dose di pazienza. Oggi gira di tutto sui social e spesso la verità viene spacciata per fake news con una sfacciata propaganda virale. Spero che alle prossime elezioni i cittadini siano invogliati al cambiamento da nuove figure politiche capaci di smuovere le coscienza e portare al voto persone con ideali liberaldemocratici.

È vero alla gente comune gli intellettuali fanno soggezione, si sente non ascoltata. I bisogni dei cittadini sono realtà quotidiane che vanno risolte. Ecco perché si illude delle false promesse della destra, manca una cultura civica e un pensiero libero verso il riformismo lib Lab che porta ad una visione nuova di un Bene comune da perseguire.

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CHIOSA- Cara lettrice, il consenso al Focus che toglie dalla naftalina ragionamenti di socialdemocrazia ci fa piacere e ad un tempo ci inquieta. Perché siamo restati gli unici a testimoniarli  in un contesto generale di neghittosità.  Categoria questa che non si attaglia al sentiment di un PD ormai in totale e cinica confusione.  Siamo certi che se questo nostro messaggio potesse arrivare ad un ampio bacino, si aprirebbe nuove prospettive di resilienza per la sinistra politica e sociale.

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PIZZIGHETTONE …la perla dell'Adda, della cultura, dell'arte, del patrimonio monumentale

Buon giorno, grazie per Eco Bacheca di oggi. Gli eventi culturali a Pizzighettone sono molto interessati, li vivrò con la fantasia e il ricordo che ho in fondo al cuore dei luoghi natii.

C.L. Vicenza 20 agosto 2025

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La nostra affezionata e lettrice e corrispondente, si riferisce certamente alla recente edizione di Bacheca Eco (la cui cimasa riportiamo per agevolare il raccordo conoscitivo).

Senza voler fare l'"imparato", segnalo, dal piccolo osservatorio del rapporto testata-lettori, che la rubrica raggiunge picchi di interesse (ovviamente in un parterre ristretto) tra un pubblico colto e in grado di apprezzare. In particolare, gli editings su Pizzighettone. Ne siamo orgogliosi e ad un tempo rammaricati per non potervi partecipare di persona. Percorreremmo agevolmente i 200ml che dividono il Centro Culturale dalla nostra ultima abitazione di via Mazza.

Pizzighettone rappresenterebbe un favoloso container di storia, arte, patrimonio monumentale, se non ci fosse e o non ci fosse stato il discutibile apporto “antropico” (degli investiti di mandato). Come accadde per le Porte delle Mura, avrebbero tirato giù le Mura stesse, se non fossero appartenute al Demanio indisponibile. Ma, a prescindere da ciò, è rimasto molto. Che andrebbe ben gestito. Dalla seconda repubblica in poi ciò non accade. In particolare durante il ciclo in corso. C'è l'enorme ricchezza del volontariato rappresentato dell'associazionismo che fa miracoli. C'è il lavoro del Museo-Biblioteca diretto da Tentoni di grande professionalità e dedizione. È molto, ma bisognerebbe alzare il mirino. Da parte del Comune e della cittadinanza, che dimostrano di non meritarsi la dedizione del Centro Culturale e delle Associazioni. Forse, per effetto del mie incoercibili radici, pretendo troppo. Ma  senza rancori e senza iattanza, per amore della verità e del senso di appartenenza. Siamo ben consapevoli (nonostante i 55 anni dal trasferimento ma non sradicamento dal Borgo dell'Adda) della situazione. Ma, avendo scelto di continuare l'attività prevalente della nostra vita, sentiamo il dovere di monitorare l'esistente in un ampio visus. Ad esempio, correlando situazioni analoghe. ci riferisco a borghi ex aequo, come ad esempio, Soncino, che, sotto alcuni aspetti, consideriamo il "picco". Ci sono molte analogie con Pizzighettone. Ma, a fare la differenza, è il "sistema paese" di una comunità fortemente coesa, dal sentiment e dalla mission condivisa. Tempo fa (in epoca in cui la politica locale dava già segnali di  cedimento, pur lasciando sperare una resipiscenza) avevamo proposto alla Provincia di istituire un centro di coordinamento per le politiche di valorizzazione delle enormi potenzialità in capo ai Borghi. In modo da "fare sistema"  e, investendo il dovuto (tra cui le risorse pubbliche anche dei livelli istituzionali superiori e le sponsorizzazioni private), far decollare un modello di "città della cultura" espressione non solo del Capoluogo, ma della città territoriale, che sono il nostri Borghi. Altro che infinocchiata della città della cultura con le consorelle città (che ottennero il riconoscimento, lasciando la sorella povera con un palmo di naso, alla ricerca di ruoli che non riesce a vedere, benché siano sulla punta del naso).

Dall'archivio L'Eco Forum dei lettori

  venerdì 11 settembre 2020

Proposte e soluzioni organiche confliggono con gli interessi di bottega

Lettera di Guido Ongaro, ex sindaco di Madignano

  sabato 10 febbraio 2024

Sempre a proposito del 'pacco' /21

La parola ai lettori e ai rappresentanti istituzionali:

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