
Caro Direttore, bellissima la pagina dei "gemelli", pubblicata dal quotidiano cremonese il giorno 3 luglio, di cui invio copia con preghiera di copia incollare sulla Sua testata (nella certezza che i bravi “competiors” maggiori non se ne dorranno e non impugneranno la trasgressione del copyright). La rubrica Studenti eccellenti, inaugurata con quella performance, è proseguita. In ciò dimostrando due aspetti che rincuorano: l'avvedutezza della direzione del quotidiano nell'incardinare rubriche didascaliche (con auspicabili ricadute comportamentali) e la constatazione dell'esistenza di un bacino antropico edificante, molto più vasto di quanto la cronaca quotidiana lasci presagire e stimare. Che la “riserva” dei portatori nei comportamenti collettivi concreti di valori positivi e costruttivi non si sia esaurita (di fronte all'incombenza di gesti sempre più insistiti fuori dalle regole, di cui l'informazione deve dare conto) appare nella logica e negli auspici di un assetto civile (che pure avrebbe bisogno di qualche “drizzone”).
Ma tutto ciò appartiene ad un'indole di cui da tempo si sono perse le tracce. Sono certo, però, che l'impronta editoriale della testata bissolatiana sta con queste mie percezioni.
Grazie dell'ospitalità e cordiali saluti.
Cremona, 10 luglio 2025 Anna Pattoni
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Cara lettrice, anch'io ho maturato le sue stesse percezioni e consapevolezze. In rapporto sia al valore della rubrica del quotidiano in materia di Studenti Eccellenti (un modo per dare pubblica evidenza all'avvenimento dei risultati scolastici di fine anno, tornato ad essere una priorità audience) sia ad una conseguente ricaduta ermeneutica del fatto in sé e di quanto incorpora: se non proprio l'esaltazione, la focalizzazione del merito. Che coinvolge i diretti interessati della filiera (i discenti), i docenti e le famiglie. Insomma pare che il sistema virtuoso si sia rimesso in moto e nella giusta direzione. Del che la fattispecie, detto con semplificazione, della “pagina dei gemelli”, che hanno incassato un bel Dieci e lode (come valutazione di merito), assume un valore iconico.
Che, al talento naturale, devono avere aggiunto il portato di un notevole accompagnamento da parte della famiglia e della scuola. Una constatazione che accarezza i nostri cuori, vecchi e resi delusi dell'avvitamento civile e sociale degli ultimi anni.
Dimostratisi, sovente con accanimenti diseducativi e laceranti, fortemente stabilizzati in una prospettiva antitetica alla "performance" come quella così ben enucleata da Nicola Arrigoni su Provincia.
Ecco alla nostra età e quasi in dirittura d'arrivo del percorso esistenziale non avremmo fortemente scommesso sulla sopravvivenza di un quadro di sentiments e di gesti attraverso cui (per farla breve) due fratelli gemelli si applicano (senza sì e senza ma) nell'impegno scolastico, assistiti (con un'evidenza che non ha bisogno di tante verifiche) da una mamma convinta e motivata nel ruolo, e da insegnanti non meno appassionati e di valore, e portano a casa il massimo della valutazione. Fortunatamente (come si evince dalla rubrica) in buona e vasta “compagnia”. Che dire? Bravi a tutti!
Ma desidereremmo poter aggiungere una nota specifica sulla performance di Leonardo e Riccardo, che costituisce, se è consentito dire, l'epicentro di un'inversione comportamentale di tendenza. Nell'approccio tra studenti e famiglia e corpo insegnante e percezione del presente alla luce della consapevolezza della storia. Il portavoce intervistato da Arrigoni, si esprime papale pale con naturalezza, così: “L'esame e stato impegnativo, ma ce l'abbiamo fatta. Siamo stati preparati bene, abbiamo lavorato e i risultati sono arrivati. Per questo non ho avuto dubbi nel scegliere la traccia in cui dovevo immaginare di essere un partigiano e scrivere una lettera, raccontando l'esperienza al
fronte. Ho immaginato di scrivere a Benito Mussolini per spiegargli a che cosa avevano portato le sue decisioni”. Aggiunto che ci piacerebbe molto, ma proprio molto, leggere il componimento, sia stati basiti (ma in senso largamente buono) in rapporto sia all'opzione didattica della “traccia” sia alla maturità dell'insegnante e dei due studenti.
Al punto che di buon grado, abbiamo scelto ad abundantiam (per tutto il merito va a Riccardo e Leonardo, alla mamma, all'insegnante e al contesto in cui è maturato questo per noi inaspettato accadimento), di pubblicare la segnalazione della nostra lettrice, sicuramente rappresentativa (lo deduciamo dalla nostra privata relazionalità whattsap) di un sentiment diffuso.
In quanto l'episodio apre fondatamente la speranza ad un ampliamento di questa impronta. Una cosa abbiamo in comune con Riccardo che confessa “amo la storia”. Ci siamo (privatamente, perché l'episodio per quanto foriero di ricadute edificanti va lasciato nella sua privacy e non strumentalizzato) rivolti alla mamma per un messaggio di felicitazioni e per comunicare l'intenzione di fare omaggio ai due ragazzi di una copia del Saggio Storico di Zanoni edito da Cremona Books e frutto del lavoro di salvataggio di chi scrive.
Temerariamente azzardando qualche analogia di profilo col nostro “maestro”.
Anche Zanoni amava la storia ed era uno studente eccellente. Ne siamo certi, avrebbe apprezzato il talento dei due “gemelli”.Emilio Zanoni (come la sorella professoressa Mina), figlio di un ferroviere, che riuscì a laurearsi brillantemente all'esclusivo collegio universitario di Pavia (esclusivo perché riservato ai talenti), gioirebbe per questa bella pagina scolastica scritta da Riccardo e Leonardo (con la “complicità” della famiglia e della scuola).
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