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Le filande di Casalbuttano. Reminiscenze della ‘piccola Manchester’

Lezione dell’UNITRE alla Società Filodrammatica Reminiscenze della “piccola Manchester” Ci pare doverosa una premessa, oltre che sulla cronaca di un evento conviviale di significato e di qualità eccezionali, anche sugli organizzatori

  20/05/2018

A cura della Redazione

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Nel preferire la salvaguardia di un apprezzabile costruito alla banalità dell'asfissiante proliferazione a macchia d'olio di un'edilizia abitativa di scarsa qualità ed attenzione ad un progetto complesso. Che sono l'UNITRE L. Grande la Società Filodrammatica cremonese, che ospita nella sua prestigiosa sede l'intero anno accademico rivolto all'acculturazione ed all'intrattenimento di una terza età, che, almeno dall'assiduità e dall'interesse verso le lezioni dimostra una curiosità ed una partecipazione, che dovrebbero costituire un modello di riferimento per le più giovani generazioni.Del che va dato atto a questo encomiabile sodalizio che, con la sua intensa attività coordinata dal suo presidente prof. Renata Patria, si dimostra sempre di più come una valida risorsa di diffusione della cultura e di socializzazione per la città di Cremona.La lezione cui non abbiamo voluto mancare pertineva ad un combinato di cultura storica, politica e sociale e di rivisitazione di un originale progetto di riqualificazione edilizia e monumentale finalizzato a rendere compatibile il recupero urbano con una significativa cifra abitativa.Sbrigativamente, ci si potrebbe limitare al richiamo di quel progetto, ideato da Giorgio Mantovani su committenza della Coop Casa; con cui le strutture industriali di quello che un tempo fu l'impero della filatura sono state salvate dalla distruzione del tempo e dell'incuria e recuperate ad una funzione residenziale e terziaria di grande originalità e significato.Diciamo subito che quell'intuizione, che vide massimo artefice Giorgio Mantovani e prestigioso consulente il docente milanese prof. Arch. Dezzi Bardeschi, a quei tempi si distinse subito per la sua originalità Che aveva i suoi ancoraggi nella sollecitudine a correlare abitazione e servizi e a favorire la socializzazione comunitaria. Resteranno, purtroppo, queste intuizioni e queste testimonianze concrete una voce rara e clamante nel deserto. Perché l'edilizia abitativa di rilievo sociale è stata archiviata dagli investimenti di una politica distratta e di corto respiro. Perché le cooperative di abitazione sono ingoiate nel gorgo delle proprie mende. Perché la progettazione urbanistica ed edilizia ha finito le scorte di “sognatori”.

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Giorgio Mantovani, curriculum

Giorgio Mantovani, parmense di Trecasali in origine, cremonese di fatto, geometra, libero professionista, coniugato con Bianca, padre di Gemma e Michela,nonno di quattro nipotine, ha compiuto 76 anni lo scorso settembre. Ultimo di sei fratelli, egli proviene da una famiglia di agricoltori per nulla propensi alla stanzialità. Da qui la sua esperienza di scolaro itinerante delle elementari, in tre diverse province: a Torrile e Fontanellato nel parmense, a Castelvetro nel piacentino e a Stagno Lombardo nel cremonese.

Le scuole medie invece le andò a frequentare presso il Collegio dei Salesiani a Treviglio, mentre la 1° geometri lo vide studente a Cremona e le altre classi, fino alla 5°, lo portarono lontano da casa, precisamente ad Este in provincia di Padova. Qui si diploma nel 1961 e compie nel contempo un percorso sportivo come atleta nella Virtus Este. 

Nel 1962 inizia la libera professione, iscrivendosi nel contempo alla facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Parma. Con la leva del 1965, viene accolto fra i paracadutisti, congedandosi dal servizio militare col grado di Tenente. Dal 1966 è socio dell'Unuci.

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