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Focus Fiera del bovino - "Le reazioni"

Si allarga a macchia d’olio la replica al gesto predatorio nei confronti della Fiera di Cremona

  31/03/2021

Di Redazione

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Come incipit di questa seconda puntata del focus, occasionato e motivato dalle percezioni e dalle consapevolezze scaturite dalla rilocalizzazione della Mostra del bovino da latte, non ci pare azzardato ipotizzare che, a parte la sciagurata opzione già incardinata, il bilancio, almeno sul piano dell'immagine e delle complicazioni politiche, tra costi e benefici di essa, dovrebbe interrogare seriamente la sala regia. 

I cui componenti, forse abituati alle maniere spicce che non lasciano spazi al pensiero critico e, soprattutto, al rispetto delle altre parti in causa, non devono aver stimato la vastità e la coesione di una reazione, destinata a rilanciare la bomba nel campo da cui è partito il proditorio gesto. 

Avremo modo di fornire ulteriori approfondimenti redazionali attorno ad una questione, che, sia pure in termini suppletivi, mette a fuoco la vecchissima questione della contendibilità di tutto quanto del patrimonio di eccellenza del territorio provinciale può venir buono a competitors di pochi scrupoli. 

Qui ci limitiamo a percepire una diffusa reazione, che, forse inaspettatamente, sembra aver toccato le corde di un sentire popolare. 

In strati di opinione, che magari non hanno interessi diretti o indotti rispetto alla questione, ma che si sento feriti come depositari collettivi di un bene comunitario. Le cui radici affondano in un'etica secolare di dedizione operosa e di orgoglio e di volontà di eccellere in attività congrue con le caratteristiche del territorio e con alti livelli di specializzazione maturati nei secoli. 

Non è un caso che tra le prime reazioni pervenuteci sia stata quella di Giuseppe Azzoni, riconosciuto come un'indiscussa personalità nell'attività amministrativa dei trascorsi decenni e come osservatore delle maggiori questioni comunitarie. E ci sia stato l'accorata denuncia di Clara Rossini, figlia di quel Sindaco ed esponente dell'ANPI che, agli albori della ricostruzione, mise al centro della ripresa proprio l'istituzione dell'ente fieristico. 

In forte sintonia con lo spirito ed i contenuti di queste due testimonianze, appare il pronunciamento del presidente del Consiglio Comunale avv. Paolo Carletti, che si rivela espressione di un diffuso sentiment cittadini.

Lo pubblichiamo integralmente. 

Cremona, 29 marzo 2021  

La Mostra nazionale del bovino da latte non potrà essere spostata da Cremona, al limite Anafij potrà organizzare una propria mostra concorrente alla nostra a Montichiari o altrove, ma questo non è e non dev'essere un problema di Cremona, se non di quelle associazioni che controllano Anafaij e che hanno avvallato un'operazione di cannibalismo concorrenziale nei nostri confronti che stava sotto i loro occhi da tempo. Nessuno ci ha scippato la Fiera, Anafij non è la fiera e non è indispensabile: se per mezzo secolo abbiamo organizzato la Mostra del bovino da latte senza Anafij, ritorneremo a farlo! 

Invito ad affrontare il nodo Fiera in questi termini. D'altronde, come vedremo, Anafij rappresenta solo una breve storia nella più complessa vicenda della Mostra nazionale del bovino da latte a Cremona che parte da molto lontano. 

Anzitutto Cremona diventa capitale della zootecnia come rimedio estremo alla crisi cerealicola della fine ‘800: il crollo del prezzo dei cereali induce i nostri agricoltori a spostare i propri interessi sull'allevamento e sulla praticoltura, favorita da un reticolo di rogge provenienti dai laghi alpini di cui nessun'altra provincia dispone. Proprio in quegli anni si sviluppa anche da noi lo studio della zootecnica che ancora era sconosciuta. Merito del processo di specializzazione zootecnica va senz'altro al senatore Giuseppe Mina Bolzesi che volle istituire attraverso il Comizio Agrario una cattedra ambulante per sostenere quegli agricoltori che intendevano investire nella specializzazione e nello studio delle moderne tecniche di allevamento e di trasformazione del latte. 

Sempre in quegli anni giungono dalla svizzera le prime manze di razza Frisona e con loro i cremonesi portano in città anche i casari svizzeri, già specializzati nelle più moderne tecniche di trasformazione del latte. Ormai vocata all'allevamento dei bovini dal latte ed ormai anche con stalle nuove, ben areate e salubri, i primi anni del ‘900 vedono Cremona organizzare al Foro Boario una mostra provinciale annuale ma i cremonesi vogliono di più. 

Dagli atti del Consiglio Comunale del 1905: “Se vi è una città che sente il bisogno di una fiera annuale pel commercio del bestiame, unita ad una esposizione, questa città è certamente Cremona, che dall'agricoltura trae la vita e tutta la ricchezza, Cremona, che vive di ricchezze che vengono dalla terra che ci alimenta e che sono fonte del commercio cittadino, ha sempre fatto meno di quanto poteva fare, quello che si è fatto lo si è fatto più per elargizioni che per iniziativa privata. Questo fatto strano della nostra città si deve alla disorganizzazione degli agricoltori, i quali non hanno nemmeno chiesto la protezione del capitale che eppure essi impegnano sulla nostra piazza”. Quanta attualità in questa analisi vecchia di 120 anni! 

Con l'avanzare della specializzazione e con lo studio delle più moderne tecniche di produzione, Cremona vedrà crescere la propria Mostra provinciale fino ad arrivare, dopo Verona e Parma, ad avere una fiera di carattere nazionale, la Fiera di Settembre, che, ribadiamo, solo dal 1957 vede protagonista Anafij. 

Anafij altro non è se non uno strumento che gli allevatori cremonesi si sono dati per organizzare la mostra nazionale, se poi vogliamo dire che è stato un errore occupare militarmente l'ente da parte di una precisa organizzazione lo possiamo dire, ma insieme insieme diciamo anche che la scelta di di abbandonare tale ente da parte dell'associazione concorrente per protesta ha portato i peggiori risultati.  

La Politica prenda le redini della situazione. 

Di fatto Montichiari potrà ospitare una mostra nazionale, internazionale o transplanetaria del bovino da latte, ma non è corretto leggere, come ho letto, che la nostra Fiera ci è stata scippata. La nostra Mostra deve restare perché nasce da 150 anni di sviluppo agrario e zootecnico, e dovrebbe svolgersi negli stessi giorni in cui si terrà a Montichiari e, ben sapendo come si formano le scelte degli espositori, dovremo essere concorrenziali e potremo avere una Mostra nazionale anche migliore di quelle viste degli ultimi anni. 

Per questo, cari cremonesi, la nostra mostra non si tocca: semplicemente perché nessuno la può toccare, perché traccia la storia di un secolo di studio e di lavoro, perché nasce da un processo evolutivo del tessuto economico sociale del Pese che non si cancella con le invidie di parte, perché Anafij non decide dove tenere la Mostra nazionale del bovino da latte, la Mostra nazionale del bovino da latte si fa qua, con o senza Anafij!

Paolo Carletti 

Presidente del Consiglio Comunale di Cremona 

Sulla prima tranche di approfondimento abbiamo ricevuto una riflessione di Alessandro Gaboardi di Crema. Che pubblichiamo per esteso.

Caro Enrico, la tua ‘immissio penis' mi sembra ineccepibile, necessaria ed equilibrata (è un complimento, di questi tempi, sai!, è meglio precisare) al contributo di Clara Rossini, che definirei partecipato, passionale e con un'attendibilità storica incontestabile.  

Infine, la poesia di Giacinto Zanetti completa una scaletta giornalistica adeguata al vulnus inferto, corroborando il commento con un linguaggio che ribadisce la scelleratezza della decisione: una contrarietà che nasce non da una mera difesa di interessi locali, ma da una radice universalmente riconosciuta e che si è consolidata nel tempo. 

Ti dico bravo e confido che - ruminando - qualcuno decida di saltare l'abomaso ed emetta conati.

Abbiamo, altresì, ricevuto una nota da parte della formazione politica Grande Nord che pubblichiamo: 

Ai direttori e alle redazioni giornalistiche 

chiedo come Responsabile Grande Nord di Cremona di istituire un tavolo tecnico per incontrare Coldiretti e altre istituzioni per far rimanere a Cremona la Fiera del Bovino da latte in quanto La Maggioranza del Comune e della Provincia di Cremona e i nostri consiglieri regionali, gli onorevoli e senatori cremonesi se ne fregano dell'eccellenza Cremonese e di tutti gli agricoltori della nostra zona. 

Luca Gusperti 

Responsabile Organizzativo 

Confederazione Grande Nord 

Cremona 

Alla testimonianza del responsabile di Grande Nord, rispondiamo: 

Egregio Gusperti, apprezzo molto la proposta, di cui darò conto nell'edizione di domani. Se consente, la giro al coordinatore della Comunità Socialista. Che ha titolo politico e che è più smanettone nei contatti. La mia testata, comunque, proseguirà la campagna di approfondimento di una questione che umilia il territorio, la gente operosa, la buona politica. Da socialista convinto, ritengo che l'operazione sia frutto di una parte intrallazzona della politica, dell'affarismo, dell'associazionismo categoriale deviato. L'unica risposta praticabile del territorio è la coesione nel difendere la sua storia e le sue vocazioni. (e.v.)

Per un dovere di fair play pubblichiamo, altresì, con il dovuto rilievo, il pronunciamento della Comunità Socialista a firma di Virginio VenturelliTommaso Anastasio

La Comunità Socialista, di fronte alla indignazione del mondo agricolo, industriale e politico, scattata dopo la decisione delle Associazioni Anafij e Coldiretti di organizzare non più a Cremona, ma a Montichiari, la tradizionale Mostra bovina, invita tutti ad una seria ed approfondita riflessione. Si noti, ad esempio, come gli indirizzi dello studio Masterplan 3C promosso dalla Associazione Industriali di Cremona, incentivanti la competizione e la messa a punto di “armi competitive” nei confronti degli altri territori, se disattesi per un verso e mal interpretati per l'altro, possano dare esiti nefasti. 

La vicenda in esame ci pare proprio il risultato di intendimenti a trazione puramente “liberista”, incurante cioè delle ripercussioni sulle relazioni e sugli interessi esistenti, frutto di egoismi e rendite di parte debolmente contrastati dalla politica e dagli Enti Locali privi di una visione condivisa sul futuro del nostro territorio. 

A riprova di quanto affermato, basti ricordare il superficiale apporto delle più importanti forze politiche alla definizione dei temi del rilancio della nostra Provincia individuati dal Masterplan 3C che, secondo le nostre modeste considerazioni dialettiche elaborate e diffuse nel febbraio del 2020, avrebbero potuto e dovuto svilupparsi nel segno della migliore tradizione liberal-socialista. 

Ciò premesso, sulla questione apertasi in questi giorni, riteniamo che gli interventi a giustificazione del mantenimento della manifestazione zootecnica di Cremona, meramente rivendicanti la storicità dell'evento, non siano sufficienti senza una contestuale rimodulazione dell'iniziativa che sappia invertire il graduale calo di attrazione verificatisi in questi ultimi anni. 

Il nostro auspicio, in sostanza, è quello che CremonaFiere confermi la mostra del bovino da latte, ricerchi altri operatori del settore e dei distretti carne e lattiero caseari trasversali a più province, riveda ed integri la propria attività generale con nuove rassegne e progetti funzionali alla valorizzazione delle specificità produttive e culturali della nostra Provincia. 

Per la Comunità Socialista della provincia di cremona 

Virginio Venturelli, Tommaso Anastasio 

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