Società Filodrammatica Cremonese rassegna Filo-libri
in partecipazione con Cremona BOOK - Associazione Zanoni – L'Eco del Popolo - A.N.P.I – A.N.P.C.-A.N.D.A
Lunedì 2 giugno 2025 ORE 16,30

Sala Convegni – piazza Filodrammatici,2 Cremona
Presentazione del Saggio Storico di Emilio Zanoni “IL MOVIMENTO CREMONESE DI LIBERAZIONE NEL SECONDO RISORGIMENTO - DAL PRIMO AL SECONDO RISORGIMENTO NAZIONALE” EDITO DA CremonaBooks.


Interventi di saluto di:
- Avv. Alessandro Zontini, Società Filodrammatica Cremonese
- On. Luciano Pizzetti, Presidente del Consiglio Comunale di Cremona
- Associazione Emilio Zanoni
Introduzione e inquadramento del Saggio da parte di Giancarlo Corada, Presidente ANPI, e Franco Verdi, presidente ANPC.
Coordinamento degli interventi da parte di Paolo Gualandris, Direttore del quotidiano La Provincia
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Il pannel dell'evento storico-culturale prevede intermezzi artistico culturali (il mezzosoprano Nadiya Petrenko canterà accompagnata dal violino Alessandro Matviychuk e l'attore Massimiliano Pegorini interpreterà alcune poesie di Emilio Zanoni)
Nel corso della conferenza opererà un book-corner per la distribuzione del libro, che sarà in vendita anche presso Bookshop del @museodelviolinoPiazza G Marconi, ^^^^^^^^




Emilio Zanoni (Cremona, 25 settembre 1914 – Ponte di Legno, 15 agosto 1995)
Biografia
Nato a Cremona il 25 settembre 1914 e figlio di un ferroviere, poté (come la sorella professoressa Mina) accedere ai studi superiori “per merito” della borsa di studio presso il prestigioso Collegio Borromeo. Si laureò in Giurisprudenza all'Universita' di Pavia nel 1938. Sarebbe stato tra gli esponenti più significativi del movimento socialista cremonese. Nel 1942 aveva aderito al Partito Socialista, allora clandestino, 2 a seguito del 25 luglio 1943 sarebbe conseguentemente entrato nel processo di allestimento della struttura clandestina della Resistenza e di riorganizzazione della Federazione Socialista a Cremona. Del cui organo di stampa avrebbe assunto l'appassionata e competente direzione, contestualmente (dalla fondazione alla chiusura, 1945-1948) a quella del Fronte Democratico, emanazione del C.L.N. cremonese.
Nel 1951 venne eletto nel Consiglio Comunale di Cremona. Dal 1957 al 1958 sarebbe stato assessore alle finanze nella Giunta del Sindaco Arnaldo Feraboli. Ma Zanoni fu anche senatore dal 1958 al 1963. Fu eletto sindaco di Cremona nel '70, ruolo ricoperto per due mandati, nel primo mandato governò con una coalizione di centrosinistra formata da DC, PSI e PSDI e nel quinquennio successivo con PSI,PCI e PRI partito repubblicano.
Dopo la sua morte - avvenuta nell'agosto 1995 all'età di 80 anni - una parte della sua biblioteca personale è stata donata alla biblioteca del Collegio Borromeo.
Tra il 2024 e il da poco iniziato 2025 ricorrerebbero il 110° della nascita ed il 30° della scomparsa.
profilo umano e politico (dedotto da Il Socialismo di Patecchio)
Si é voluto legare il progetto per un nuovo segmento della ricerca storica, di cui la città-capoluogo e la provincia sono già ampiamente dotate, indirizzato verso il patrimonio di pensiero e di azione politica del socialismo cremonese, al nome di Emilio Zanoni, in quanto la Sua figura sembra compendiare in sé la corrispondenza alle caratteristiche di tale progetto.
Zanoni é stato, nella sua lunga vita, studioso, scrittore e giornalista, militante e dirigente politico, rappresentante dei cittadini nelle Istituzioni.
Il Suo percorso, in un'epoca non certamente banale dal punto di vista dei fermenti e dei passaggi cruciali, non é stato e non poteva essere lineare e convenzionale, appunto in rapporto al carattere non comune dell'epoca e degli eventi, di cui é stato testimone e protagonista.
Il basso profilo, come si dice oggigiorno, di stile, indotto sicuramente da un'indole timida e schiva, ma consapevolmente adottato e fermamente mantenuto in coerenza con una visione dell'impegno intellettuale e della passione civile, in cui gli acuti sono riservati alla dialettica e non alla spettacolarità, potrebbe fuorviare nella percezione del significato e della testimonianza della politica, meritevoli di essere sottratte all'oblio del tempo ed agli effetti traumatici di cambiamenti, che hanno obiettivamente forzato l'impianto costituzionale e rimosso il valore etico dell'associazionismo politico.
A coloro che furono dirigenti e militanti o semplicemente elettori socialisti e che, oggi, sono, magari, solo osservatori dell'attuale scenario, scaturito dalle invasioni di campo tra poteri, dagli eccessi referendari, dalle rivoluzioni tanto false quanto sterili, non può sfuggire il senso di vuoto lasciato, non tanto da movimenti scomparsi, quanto dal patrimonio ideale e dottrinario che sostenne quei movimenti.
Emilio Zanoni ha chiuso gli occhi, stroncato da una solitudine e da un dolore indicibili, provocati dalla scomparsa della sorella Mina, con cui condivise un'intera esistenza di impegno civile e di dedizione alla cultura ed alla crescita del sapere, ma anche di rettitudine e di riservatezza, su uno scenario tutt'affatto diverso da quello in cui operò, come politico, parlamentare, amministratore comunale dalla Liberazione al 1980.
Paradossalmente (ma non troppo) l'essere appartenuto alla vita pubblica ed all'impegno giornalistico, che già nella “Prima Repubblica” (anche se enormemente di meno rispetto all'attuale spettacolarità) presupponevano una certa propensione a disvelare se stessi e a mettersi alla prova, non indusse mai Emilio Zanoni a compromessi con la propria scelta di rimanere fedele alla semplicità, al riserbo, alla discrezione, così come non confuse la partecipazione appassionata alla dialettica politica con l'appartenenza a correnti, vissute da molti altri più come trampolino di lancio e di mantenimento di carriere.





(stripe foto dedotte dalle edizioni 1955 de L'EdP)
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Affronteremo (anche in considerazione di aver scoperto, già nelle prime battute propedeutiche all'editing nella versione cartacea, una sorprendente anche se giustificata penuria di consapevolezze attorno non tanto alla preesistenza non tanto del Saggio quanto, una volta rinvenuto il testo, della scaturigine.
In questa edizione di Eco Storia (e nelle successive) percorreremo dettagliatamente tutto l'iter politico e procedurale del lavoro storico-letterario di Zanoni.
L'iter del concorso
Riteniamo utile e forse opportuno, ai fini di una completa percezione del contributo storico, fornire qualche elemento che faccia luce su alcune premesse che ne furono scaturigine.
Tra queste l'impulso per un degno allestimento delle celebrazioni del primo decennale, nel 1955, della Liberazione.
Il 6 ottobre 1953 i componenti il gruppo socialista in seno al Consiglio Provinciale di Cremona Carlo Ricca, Renzo Zaffanella, Franco Donati, Augusto Bernardi, inoltravano alla Presidenza due ordini del giorno, riguardanti la proposta di erezione di “un monumento ai volontari della libertà e del caduto partigiano”, il primo, e l'indizione di “un bando di concorso per una monografia che abbia per tema la resistenza cremonese all'oppressione nazi-fascista”il secondo.
In conseguenza di tale proposta il Consiglio Provinciale nella seduta del 30.11.1953, deliberava: “in occasione del decennio della Resistenza; compreso della necessità di tramandare alle future generazioni la memoria degli Eroi della resistenza; di onorarli con scritti ad opera duratura e monumentale ad essi testata che siano di monito e di sprone alla tutela della libertà”.
Contestualmente veniva nominata la Commissione Giudicatrice nelle persone degli Assessori avv. Alfredo Camozzi e M° Giuseppe Castagnoli e dei Consiglieri avv. Giuseppe Amici e Renzo Zaffanella. Al termine della seduta di insediamento e di impostazione dell'espletamento del Concorso i componenti convenivano sulle procedure da definire nel prosieguo.
Nel prosieguo, una successiva adunanza ( 5 agosto 1954) metteva a punto la procedura; in particolare stabilendo, quanto alla questione editoriale, di “non chiedere prenotazioni ai Comuni e di orientarsi per la stampa verso l'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia che pubblica una Rassegna bimestrale di studi e documenti pregevole dal punto di vista tipografico e per il contenuto”
Sia pure di passaggio, a riprova del rilievo nazionale conferito all'iniziativa celebrativa e del coinvolgimento in essa di autorevoli istituzioni, si evidenzia che in data 29 marzo 1954 la Commissione Centrale di Beneficenza della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde conferiva al predetto Istituto un congruo contributo di funzionamento.
In data 22 ottobre 1954 la Presidenza dell'Amministrazione Provinciale di Cremona, retta dall'avv. Giuseppe Ghisalberti, che in tale ruolo resterà ininterrottamente fino alla scomparsa avvenuta nel 1970, rendeva pubblico il Concorso “per una monografia che raccolga, enumeri ed inquadri nel generale movimento di liberazione, gli episodi più significativi ai quali hanno preso parte cremonesi in provincia e fuori, allo scopo di tramandare ai posteri le azioni svolte dai cremonesi partigiani e volontari della Libertà e volontari della Libertà”.
In data 19 febbraio 1955 da Milano in via degli Scipioni, presumibile sede della sua attività accademica, l'avv. Alfredo Galletti faceva pervenire, per il tramite del cremonese Speranzini, un messaggio diretto al Presidente Ghisalberti, con cui accettava di presiedere la Commissione Giudicatrice e con cui definiva di larga massima il timing della procedura.
Al bando era stata data la più ampia divulgazione con gli strumenti disponibili in quel periodo (l'affissione murale e la pubblicazione a mezzo stampa).
A conclusione dell'esame degli elaborati e della procedura concorsuale il Presidente Ghisalberti comunicava all'unico candidato Emilio Zanoni l'esito. Nei seguenti termini: “in considerazione dei non pochi pregi riconosciuti nell'elaborato …di assegnare il secondo premio…e di non pubblicare se non riformandone varie parti…di rinviare ad altra data l'esame delle modalità di un'eventuale riforma dell'elaborato per la successiva pubblicazione…”
Detta conclusione affondava le motivazioni, non già in un terreno di pregiudizio politico (come i sodali politici del candidato risultato, comunque, sul podio e lo stesso candidato avrebbero potuto sospettare), bensì sulla valutazione esclusivamente storica.
Il 21 giugno 1955, la Commissione presieduta dal Prof. Galletti e composta dall'avv. Camozzi e dal pubblicista Giuseppe Speranzini, unanime, formula una valutazione sostanzialmente molto positiva sulla sostenibilità storica del costrutto di Zanoni, indirizzato ad accreditare l'assoluta simmetria tra il primo Risorgimento sfociato nell'unificazione nazionale ed il secondo Risorgimento nazionale rappresentato dal movimento di Liberazione, come completamento del ciclo dell'indipendenza e dell'unità della Patria.
Il Prof. Galletti, che in qualche modo, pur valutando molto positivamente il saggio assume le vesti dell'avvocato del diavolo già dalle premesse, cui non sfugge il motto-griffe adottato da Zanoni (Nec spe nec metu - Né con speranza, né con timore).
Dell'autore non sFuggono all'esaminatore la preparazione storica e la capacità di esaminare e coordinare i fatti alla luce di un'idea e nel quadro della storia nazionale.
“Tale concetto è accettabile solo in parte e con parecchi distinguo, perché a suscitare il movimento di liberazione nazionale concorsero partiti ed idee estranee a quel moto che è entrato definitivamente a far parte della storia europea col nome di Risorgimento Italiano… Lo stesso autore ne è persuaso, perché nel capitolo introduttivo osserva che la lotta di liberazione per abbattere il fascismo hanno partecipato strati profondi della nostra popolazione i quali erano rimasti pressoché estranei al primo Risorgimento, e tali strati, nella lotta contro i fascisti e tedeschi, hanno sentito veramente la patria, partecipando direttamente alla vita della nazione.”
Ma, evidentemente, le consapevolezze e gli approdi storici tra l'esaminatore e l'esaminato non erano destinati, almeno dentro il percorso concorsuale, ad incrociarsi. Ed almeno nella prospettiva di una mediazione suscettibile di approdare ad una formulazione in grado di pervenire ad un rango che giustificasse la fattispecie di un'edizione patrocinata da un'istituzione.
Oddio, su ciò si potrebbe anche obiettare; considerando che, in qualche misura, con la scusa di far collimare sistemazioni storiografiche divaricanti si correrebbe il rischio di esercitare una storiografia condizionata dal committente.
Sull'imbarazzante querelle si fece una dissolvenza, aleggiata nelle more dei rapporti politico-istituzionali per un quadriennio. Quando nell'agenda degli avvenimenti pubblici si iscrisse la celebrazione del centenario delle seconda guerra per l'indipendenza Nazionale. Circostanza per la quale il combinato tra i due Risorgimenti funzionò, almeno dal punto di vista motivazionale, come potenziale chance/repechage di un'opportunità rimasta in sospeso.
In data 18 febbraio 1959 i Consiglieri Provinciali, eletti nelle liste del P.S.I., Carlo Ricca (peraltro, al suo secondo mandato parlamentare, in precedenza sindacalista e segretario della federazione provinciale, nonché attivo partecipe del movimento partigiano nelle Brigate Matteotti operanti nel soresinese) e Gaetano Merzario (dirigente della stessa Federazione e da poco subentrato a Zanoni nel ruolo di Direttore della testata socialista) suggerivano formalmente alla Presidenza Provinciale, dopo aver ricordato il precedente dell'iniziativa assunta in occasione del Decennale della Liberazione, di “provvedere alla stampa del saggio storico sulle lotte democratiche condotte dal popolo cremonese, saggio cui venne conferito il premio di £ 150 mila e ritenuto degno di stampa attraverso qualche rimaneggiamento”
I proponenti, che nelle premesse avevano inquadrato l'iniziativa editoriale sia nella fattispecie concorsuale sia nelle iniziative promosse dal Comune Capoluogo in vista del Centenario dell'Unità d'Italia (per il quale lo stesso, retto dalla Giunta di sinistra guidata dal socialista Arnaldo Feraboli, aveva varato un programma celebrativo e stanziato la somma di 7 milioni e 500 mila lire), chiedevano che l'Istituzione direttamente interessata facesse luogo alla pubblicazione (allo scopo incaricando per un lavoro a quattro mani l'autore ed un componente la Commissione esaminatrice).
Non stupisce in chi scrive l'impulso celebrativo della locale dirigenza socialista dell'epopea risorgimentale.


Né tantomeno la riscoperta di un filone storico che era stato divisivo della testimonianza del socialismo cremonese; fino al punto da determinare una profonda demarcazione, alla vigilia del primo conflitto mondiale, tra i neutralisti oppositori dell'entrata italiana nel conflitto e gli interventisti di chiara impronta risorgimentale (tra cui Leonida Bissolati, figura su cui era deragliata la condivisione tra l'autore del saggio e l'esaminatore).
L'iniziativa celebrativa del gruppo consigliare socialista aveva avuto un accreditato retroterra di mobilitazione, come dimostrano le diffuse iniziative messe in cantiere dalla federazione provinciale.
Tra queste un raduno della Gioventù Socialista organizzato a Solferino che ebbe come protagonista il Senatore Ferruccio Parri. Allora, figura di spicco della politica nazionale, ma per quanto la conoscenza fosse prerogativa di pochi, anche della realtà locale.
Sia pure di passaggio, ci riferiamo al fatto che la militanza antifascista e partigiana del “compagno Maurizio” ebbe tracce anche nella realtà cremonese.
Ma, evidentemente, anche questo input suppletivo non sortirà effetti migliori e fecondi ai fini della pubblicazione del saggio storico.
Con settanta anni di ritardo (ndr: avrebbero potuto essere un bel po' di meno se il combinato disposto di neghittosità e forse di studiato nihilismo) vi provvediamo noi. In un contesto in cui, se si sono stemperate le motivazioni ostative di allora, si sono accumulate, nei cieli resi plumbei da circostanze drammatiche, eccezionali criticità a carico della tenuta di quel sistema di garanzie liberaldemocratiche individuali e collettive, dischiuso dalla Liberazione.
E' anche in considerazione di questa consapevolezza che la scelta di fornire un documento storicamente approfondito si iscrive nella volontà di testimonianza e di continuità con quegli ideali.
Di seguito (ovviamente a puntate) copianicolliamo, come ormai si usa dire nel linguaggio analogico, tutta la documentazione estratta dalle fonti archivistiche dell'Amministrazione Provinciale.
A cominciare dall'atto di innesco, costituito dalla mozione presentata dal gruppo consigliare socialista.; mozione a larga visuale perché postulava un organico, ampio progetto di celebrazione del decimo anniversario della Liberazione.
Cui sarebbe seguito il bando per il concorso di opere di valore storiografico concernenti, lato sensu, la testimonianza resistenziale del territorio e, specificatamente, l'evento centrale della Liberazione.
Con queste premesse, riferite al gesto di testimonianza socialista nell'esercizio del mandato istituzionale, fu facile comprendere che il “pacchetto” di proposte contenute nella Mozioni in senso al Consiglio Provinciale, costituiva l'apripista di un progetto celebrativo molto più ampio (coe, tra l'altro, ben dimostrano le pagine de L'EdP). Di tutto ciò daremo conto nel prosieguo.





