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8marzo21 - "Non un anniversario, ma un giorno di lotta contro il patriarcato"

Riceviamo da Francesca Berardi (per la federazione PRC-SE)

  08/03/2021

Di Redazione

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Riceviamo da Francesca Berardi (per la federazione PRC-SE cremona via cavitelli 4, rifondazionecr@hotmail.It)  

una riflessione del partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sulla condizione delle donne, condizione che - sempre più evidenziata dalla crisi sociale connessa alla pandemia in corso - fa sì che l'8 marzo, quest'anno più che mai, non sia una ricorrenza da festeggiare ma un giorno di lotta, di sciopero, di denuncia della struttura e della cultura patriarcali che ancora tanto pesano nel nostro Paese. È ancora e sempre lotta di liberazione ed emancipazione. 

8 MARZO 2021: NON UN ANNIVERSARIO, MA UN GIORNO DI LOTTA CONTRO IL PATRIARCATO 

Oggi 8 marzo 2921 non vi è nulla da festeggiare: fra novembre e dicembre 2020 hanno perso il lavoro 99.000 donne, malgrado ammortizzatori sociali e blocco dei licenziamenti. Nello stesso periodo gli uomini licenziati sono 2000. 

Il 54% delle donne ha subito una perdita di reddito, per il 17% le entrate sono diminuite del 50%, il 38% non è in grado di affrontare una spesa straordinaria. 

La crisi rende esplosive discriminazioni di genere prima non percepite a livello di massa: basso tasso di occupazione, disparità salariale, femminilizzazione dei settori più dequalificati, tetto di cristallo per le figure dirigenziali, politiche di conciliazione fatte per fare stare insieme quello che non potrebbe stare come il lavoro nella produzione e tutto il lavoro della riproduzione sociale, cioè la famiglia, i figli, gli anziani, i disabili. Tutti “naturalmente” accuditi dalle donne. 

La violenza degli uomini contro le donne cresce e i centri antiviolenza hanno ricevuto il 75% di richieste di aiuto in più. Nel 2020 gli omicidi diminuiscono, ma aumentano i femminicidi; per ogni una donna uccisa si ripete il secondo delitto da parte dei media: la sua vita viene frugata in ogni intimo particolare e spesso l'assassino viene presentato come vittima della passione d'amore. Questa drammatica situazione è il punto di partenza della lotta e della denuncia femminista: da anni è in campo un grande movimento internazionale delle donne, che lotta contro la violenza maschile, contro la società patriarcale e l'economia del profitto. 

In Italia prende il nome di Non una di Meno che anche quest'anno per l'8 marzo proclama lo sciopero globale del lavoro di produzione, di riproduzione e di cura, una nuova forma di lotta e di unità' delle donne.  

Verso questo sciopero convergono la maggior parte delle tante soggettività femministe. Se si fermano le donne, si ferma il mondo, quello che non si può aggiustare, ma solo cambiare a partire dalla centralità della riproduzione sociale e della cura, l'opposto della corsa al profitto e alla competizione. 

Per questo Rifondazione Comunista non solo aderisce formalmente allo sciopero, ma invita le sue iscritte e i suoi iscritti ad adoperarsi per farlo conoscere, per discuterne gli obiettivi, per aumentare il numero di chi lo condivide e di chi lo pratica e a continuare per tutto l'anno a smascherare e lottare contro il patriarcato. 

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